Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
La Corte costituzionale il 27 aprile 2022 ha sancito l’illegalità dell’attribuzione automatica del cognome del padre ai figli. L’applauso mediatico è stato scrosciante, ancora una volta si è ripetuto che siamo nella parte giusta del mondo dove regnano i diritti.
La Corte costituzionale sembra occuparsi del sesso degli angeli. Si finanzia la guerra statunitense, le armi consegnate agli ucraini comprate con i soldi degli italiani sono protette da segreto, non sappiamo quali sono e con quali mediazioni arrivino a destinazione, la palese violazione dell’art. 11 della Costituzione non è meritevole di intervento della Corte costituzionale.
La decadenza di ogni istituzione o corrente culturale ha quale sintomo che denota la patologia in corso la dedizione a tematiche secondarie. La complicità tra i poteri può materializzarsi in non pochi modi, anche i silenzi occultati da interventi opinabili sono un’abile modalità con cui servire i pochi privilegiati e non la sovranità popolare. L’impotenza istituzionale comporta l’impegno a mascherare l’ozio e il vuoto politico con provvedimenti che piacciono al mondo, ma non lo cambiano minimamente. Il mondo in questo caso è una cerchia sempre più ristretta numericamente di privilegiati di cultura anglofona e nichilistica. Il diritto è al servizio dell’astratto, non si compromette con la dura realtà dei fatti sociali, ma si rifugia in un mondo onirico.
Le istituzioni sono sempre più distanti, sembrano Versailles alla vigilia della rivoluzione. Le istituzioni sono feconde e rispettate se rispondono senza demagogia ai bisogni autentici del popolo che le sostiene, invece si assiste ad un comico declino del diritto e del suo senso. La Corte costituzionale non si è mai espressa sulla costituzionalità del liberismo lobbistico e integralista in corso, e ciò è nel vero interesse dei nascituri e non solo. Un bambino che nasce in questo nostro tempo non ha diritti sociali, la sua condizione di vita dipende dal censo dei genitori. Si è smantellato lo stato sociale, i bambini in uno stato di povertà sono in aumento. Un minorenne che versa nell’indigenza non svilupperà le sue potenzialità; la povertà causa, non in modo deterministico, cattive relazioni. Dove vi è povertà o miseria aumentano le possibilità che si verifichino relazioni delinquenziali. Povertà, solitudine e mancanza di possibilità di crescita affettiva e formativa sono dietro l’angolo in uno stato in cui il Presidente del Consiglio è il fedele servitore del liberismo delle banche.
In compenso i nuovi nati potranno avere a sorpresa il cognome della madre o di entrambi, ciò è davvero fondamentale per la qualità di vita di chiunque. La povertà minorile in poco più di dieci anni è aumentata del 10%, nello stesso tempo le ricchezze si concentrano in modo scandaloso tra gli artigli di pochi privilegiati. Alla povertà materiale bisogna aggiungere la miseria morale e relazionale, mai contemplata da nessuna “Corte costituzionale”. Il liberismo senza limiti rende misera la nascita di tutti i nuovi nati, poiché nascono in una realtà crematistica ostile alla vita e al difficile compito della formazione umana. La situazione si fa angosciante, se si considera che la Corte costituzionale nicchia ad esprimersi sulla liceità della sospensione dal lavoro dei lavoratori non vaccinati, in particolare del comparto sanitario. La sospensione dei lavoratori è stata iscritta a ruolo e la pronuncia dovrebbe palesarsi in estate, quando ormai i lavoratori hanno completato il loro ciclo di sospensione che per i sanitari termina il 31 dicembre 2022. Si può ipotizzare che altri minori figli di lavoratori della sanità, non sono tutti medici, staranno vivendo un periodo della loro vita che inciderà sul loro sviluppo e sul loro futuro. La povertà e l’ingiustizia subita da questi lavoratori non favoriscono la maternità e la paternità, ma le sottraggono la tranquillità psicologica ed economica di cui necessitano.
Tutto tace, la Corte costituzionale ha trovato il tempo di occuparsi del sesso degli angeli, di dare una risposta ad un quesito fondamentale per la vita, forse, di benestanti e ricchi. Si può ipotizzare che tale pronuncia è finalizzata ad eliminare l’ultimo privilegio maschile e ad aprire alla registrazione dei nuovi nati per le coppie non eterosessuale.
La lotta ai privilegi e alle disuguaglianze è cosa retta e giusta, ma se le disuguaglianze e le violenze legali fino alla guerra si moltiplicano, a spregio della Costituzione, in tale quadro il provvedimento non ha il sapore della lotta alle disuguaglianze, ma ha uno scopo ideologico. Ai più il problema è indifferente, ma si sa, quando la propaganda è tutto e la verità è niente le istituzioni si ripiegano su stesse con un narcisismo monadico scollato dalla realtà storica. Un altro capitolo della decadenza è stato scritto, è il contesto a svelare il senso di taluni provvedimenti. Versailles è con noi e tra di noi, siamo soli e ne dobbiamo prendere atto, per cui non resta che riorganizzare i pensieri e ricominciare ad organizzare l’alternativa ad un governo cieco e sordo.
La solitudine istituzionale in cui versiamo è occasione per capire il presente e le forme di sussunzione con le loro mascherate giuridiche, dalla verità può nascere un altro mondo, ma niente accade a caso, la prassi è impegno contro l’egemonia attuale. Con la verità si può assediare l’egemonia vigente, ciò è il primo fondamentale passo per porre responsabilmente una realtà razionale, in cui non si discuta del sesso degli angeli, ma della vita delle persone.
Fonte foto: Cognomix (da Google)