IL CASO DI ASCENSION MENDIETA
E’ morta in questi giorni Ascension Mendieta. A novantatre anni. Da giovane, lavandaia. E poi, per tutta la sua lunga vita altri umili mestieri per accudire i suoi quattro figli. Aveva perso ben presto suo padre, dirigente del sindacato socialista locale. Erano venuti a prenderlo nel novembre del 1939, a guerra finita da più di sei mesi, i franchisti per fucilarlo seduta stante con altri 12 compagni e buttarlo, assieme, a loro in una fossa comune. Una vittima del “genocidio politico e di classe” praticato dal generalissimo Franco, “salvatore della civiltà occidentale”; e, al tempo stesso, uno dei duecentomila “desaparecidos” liquidati e dispersi nel nulla.
Passarli in conto profitti e perdite fu il prezzo pagato per la fuoruscita concordata dal regime franchista. Ma fu anche un prezzo intollerabile per la nostra Ascension. E per tante altre persone che avevano vissuto la sua esperienza.
Queste non chiedevano cerimonie di riabilitazione. Chiedevano soltanto di ritrovare i loro morti per poterli piangere. E per anni e anni hanno trovato ogni porta sbarrata. Al punto di dover ricorrere a un giudice argentino (in nome del principio della “giudicabilità universale” dei crimini contro l’umanità) per vedere riconosciute le loro ragioni e a un giudice spagnolo per recepirne la sentenza.
Due anni fa, i resti di suo padre e dei suoi dodici compagni sono stati riesumati e degnamente sepolti tra i loro cari.
Proprio in questi giorni, una sentenza della Corte Suprema ha dato il via libera alla riesumazione della salma di Franco: dal Mausoleo di cui occupava il centro verso la tomba di famiglia dove troverà sepoltura, tra l’affetto dei suoi cari.
IL MONDO ALLA ROVESCIA
Crollo del valore della moneta. Prezzi alle stelle. Fuga di capitali. Impoverimento generale della popolazione fino a determinare una situazione di vera e propria emergenza alimentare. Panico nel governo: blocco dei prezzi, controllo dei capitali, nuove straordinarie misure di sostegno alla domanda, proclamazione, da parte del parlamento dello stato di emergenza alimentare, con sostegno finanziario all’intervento straordinario messo in campo dai sindacati e da altre associazioni civiche. Commenti negativi, un po’ in tutto il mondo, da parte dei mercati e dei custodi dell’ortodossia liberista.
Stiamo parlando del Venezuela di Maduro, sotto embargo? Nossignori, stiamo parlando dell’Argentina di Macrì, all’indomani di un prestito di 57 miliardi di dollari da parte del Fondo monetario internazionale; e di cui, ahimè, aveva rispettato rigorosamente i dettami.
Meditate, gente, meditate…
PAROLE E COMMENTI NON NECESSARI
“Il Parlamento Europeo (…) invita tutti gli Stati membri dell’UE a formulare una valutazione chiara e fondata su principi riguardo ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti e dal regime nazista.
Tutti gli Stati membri a celebrare il 23 agosto come la Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari a livello sia nazionale che dell’UE e a sensibilizzare le generazioni più giovani su questi temi inserendo la storia e l’analisi delle conseguenze dei regimi totalitari nei programmi didattici e nei libri di testo di tutte le scuole dell’Unione.
Gli Stati membri a promuovere l’istruzione attraverso la cultura tradizionale sulla diversità della nostra società e sulla nostra storia comune, compresa l’istruzione in merito alle atrocità della Seconda guerra mondiale, come l’Olocausto, e alla sistematica disumanizzazione delle sue vittime nell’arco di alcuni anni;
– chiede inoltre che il 25 maggio, anniversario dell’esecuzione del comandante Witold Pilecki, eroe di Auschwitz, sia proclamato “Giornata internazionale degli eroi della lotta contro il totalitarismo.
– sostiene che la Russia rimane la più grande vittima del totalitarismo comunista e che il suo sviluppo in uno Stato democratico continuerà a essere ostacolato fintantoché il governo, l’élite politica e la propaganda politica continueranno a insabbiare i crimini del regime comunista e ad esaltare il regime totalitario sovietico; invita pertanto la società russa a confrontarsi con il suo tragico passato;
– è profondamente preoccupato per gli sforzi dell’attuale leadership russa volti a distorcere i fatti storici e a insabbiare i crimini commessi dal regime totalitario sovietico; considera tali sforzi una componente pericolosa della guerra di informazione condotta contro l’Europa democratica allo scopo di dividere l’Europa e invita pertanto la Commissione a contrastare risolutamente tali sforzi;
– alla Duma russa e ai parlamenti dei paesi del partenariato orientale.
– osserva la permanenza, negli spazi pubblici di alcuni Stati membri, di monumenti e luoghi commemorativi (parchi, piazze, strade, ecc.) che esaltano regimi totalitari, il che spiana la strada alla distorsione dei fatti storici circa le conseguenze della Seconda guerra mondiale, nonché alla propagazione di regimi politici totalitari”.