Non è razzismo!

Non si tratta di razzismo! Il fatto che si tenti in ogni modo di respingere i cosiddetti migranti non riguarda una questione di razze da segregare a causa di una loro presunta inferiorità. Il razzismo non c’entra niente!
Il motivo vero è che l’Occidente globalizzato della città elettronica (“Ecity”), non dispone più di strumenti di mediazione che non siano il denaro. Di conseguenza, come ci si potrà mai rapportare dialetticamente con masse (post)umane che non dispongano di alcuno strumento di mediazione?
La città globale è pronta ad accogliere il “turista” (di qualunque colore esso sia), purché munito di carta di credito; è ancora più pronta a respingere chi fosse sprovvisto di denaro dato che, in tal modo, quest’ultimo mostra di essere privo dell’unico “linguaggio” comune rimasto.

Immagine correlata

Fonte foto: nigrizia.it (da Google)

2 commenti per “Non è razzismo!

  1. Sasha
    10 Marzo 2019 at 17:36

    Questa è la ragione principale. Se potessero pagarsi almeno il vitto e l’alloggio sarebbero tutto sommato ben accetti. D’altronde nei vari campionati sportivi è pieno di persone di colore, che spesso diventano idoli delle masse o che comunque vengono ben accolti proprio perchè intrattengono il popolo, che quindi assegna loro un ruolo “lavorativo” e non “parassitario”, e per questo vengono anche profumatamente retribuiti.
    Non va comunque taciuto che in un Paese come il nostro, dove dagli anni Novanta almeno le agenzie educativo-formative non sono più in grado di assolvere bene al loro compito, il razzismo è cresciuto ed è stato certamente anche favorito da una recente gestione del fenomeno migratorio poca seria, sia a destra che a sinistra.
    Ero ragazzino negli anni Ottanta, ma ricordo un clima un po’ diverso nel Paese. Certo, anche gli immigrati erano meno,ma gli italiani erano meno incazzati, il neoliberismo era ancora a livelli non devastanti, l’odio di genere neofemminista veniva ancora tenuto a bada, e tutto ciò si ripercuoteva un minimo anche nel rapportarsi con gli ultimi. Ancora a inizio anni Novanta l’afflusso di immigrati dall’Albania, benchè non accolti a braccia aperte, non aveva alimentato questa reazione, anche se numericamente e non solo non possiamo equiparare quella affluenza a questa. in ogni caso anche la classe politica era diversa, con tutti i suoi grandi limiti, forse più seria. Oggi oscilliamo tra gli ipocriti buonisti alla Boldrini e i cattivi spacconi alla Salvini, il senso della misura latita.

    https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwj-msSA__fgAhUDyKQKHR4bB_UQFjAAegQICBAB&url=https%3A%2F%2Fricerca.repubblica.it%2Frepubblica%2Farchivio%2Frepubblica%2F1991%2F04%2F05%2Fho-adottato-tre-albanesi.html&usg=AOvVaw0XvFlaqLPtE1ov1B59spc4

  2. Patrizia
    10 Marzo 2019 at 19:16

    L’nterpretazione del “Non è razzismo” rende ancora più grave il fatto di respingere migranti. Rappresentare uomini donne e bambini come “ masse (post)umane” senza “strumento di mediazione” precede il linguaggio dialettico mettendo insieme e coltivando la paura di culture diverse rispetto all’Occidente globalizzato. Sei d’accordo almeno che questo costituisca un momento della narrazione razzista?
    In un certo senso, dal momento in cui esiste l’Occidente globalizzato, questo funziona respingendo a causa di una presunta (post)umanità, così come l’Occidente liberale funzionava segregando “a causa di una presunta inferiorità”. La narrazione razzista circoscrive il territorio, espunge la libertà di migrare e nega la discriminazione. Frantz Fanon parlava di schema storico razziale (v. F. Fanon, Pelle nera, maschere bianche, 1952 – sempre attuale).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.