Il movimento di liberazione omossessuale, poi Lgbt, poi ancora allungato con vari plus, è stato fin dall’origine parte della più generale critica “bohemienne” di matrice artistica alla “vita etica” borghese della famiglia tradizionale (in cui a suo tempo molti omosessuali si rifugiavano per coprirsi dalla repressione) che si è alleata alla critica di classe al capitale fino a quando questo era ancora nella prevalente modalità produttivistica di massa che necessitava dell’etica borghese repressiva.
Ora che siamo nella fase ormai matura in cui prevale la modalità consumistica di massa, basata sul soddisfacimento mercificato dei desideri, il capitale come rapporto sociale e la vita individuale desiderante, tra cui i prima repressi rapporti Lgbtq+, si alleano nel nome del tutto permesso per tutti, e anzi promosso dal mercato stesso come merce.
Il tutto nel quadro di una realizzazione dei desideri erotici promossi sul mercato che è possibile nella vita reale quasi solo attraverso il denaro e/o lo status che ne consegue, come per esempio l’accesso ai club erotici trasgressivi d’èlite, le relazioni con giovani “sugar baby” e “toy boy”, etero e omo, che si auto-mercificano, il turismo sessuale esotico per tutti i gusti.
La massa senza potere d’acquisto erotico, che rimane frustrata dal gap tra desideri promossi e godimento reale, viene trattata con il metadone della prostituzione di basso livello e/o con il virtuale di porno, onlyfans, cam girls e cam boys, mentre alcuni si rifugiano in un neo-monachesimo laico dell’astinenza, dato in crescita dalle ricerche sul tema.
Lo scontro tra il capitale post-moderno “bohemienne” e il capitale vetero-moderno “borghese” (come il trumpismo) ha occupato la scena politica della società dello spettacolo rendendo difficile far emergere una posizione politica basata sulla critica ad entrambe le facce, “progressista” e “reazionaria”, del medesimo processo dialettico di trasformazione del capitale come rapporto sociale.
A causa di questa difficoltà reale c’è chi cade nell’errore di identificare le forme di vita etica vetero ma borghesi (per esempio la cosiddetta “famiglia tradizionale”) come strumenti di resistenza anti-capitalista mentre sono parte del polo reazionario funzionale allo stesso processo dialettico di sintesi del capitale mirato all’eliminazione dei rapporti sociali pre-capitalistici, prima con la sostituzione di quelli feudali con quelli borghesi, e ora con lo scioglimento graduale ma inesorabile anche di questi ultimi.
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