Un lettore ci ha inviato questo articolo di Israel Shamir che volentieri, su sua richiesta, pubblichiamo. Si tratta di una provocazione, non c’è dubbio, che contiene però degli spunti interessanti e anche condivisibili.
Con alcune importanti eccezioni, per quanto ci riguarda, che teniamo a sottolineare.
Ovviamente non pensiamo affatto, come sostiene l’autore che, cito testualmente “Gli uomini normali sono disgustati dalle relazioni omosessuali. Al giorno d’oggi sono costretti ad accettarle come cose ordinarie, ed a considerare il rapporto uomo-donna quasi criminale”.
Non accettiamo né la distinzione fra uomini “normali” e gay (e troviamo grave e sessista soltanto il concepirla) né tanto meno crediamo (comunque noi non lo crediamo) che gli uomini eterosessuali “siano disgustati dalle relazioni omosessuali”. Noi non solo non ne siamo disgustati ma riteniamo che l’omosessualità sia un fatto assolutamente naturale né più e né meno dell’eterosessualità e che come tale debba essere vissuta liberamente e senza nessun impedimento da parte di chicchessia.
Il secondo punto che non condividiamo è il richiamo dell’autore ai ruoli tradizionali a cui sia gli uomini che le donne dovrebbero fare riferimento. Cito testualmente: ”In realtà, anche le donne russe preferiscono le cose fatte alla maniera russa. Gli uomini pagano la cena, tengono la porta aperta, aiutano a mettere il cappotto, insomma, continuano a fare quello che i signori americani ed europei facevano una cinquantina di anni fa”.
Noi riteniamo invece che questi ruoli siano stati delle gabbie, delle imposizioni sociali e culturali che con il tempo si sono sedimentati fino a diventare dei veri e propri archetipi che hanno contribuito a logorare e ad inasprire la già difficile relazione fra i sessi.
Per il resto, come ripeto, sia pure con un linguaggio volutamente provocatorio e politicamente scorretto (e questo non ci spaventa senz’altro…), l’articolo pone delle questioni che meritano di essere analizzate e riflettute con attenzione.
Di seguito l’articolo:
“Una donna corpulenta e poco attraente sulla cinquantina o sessantina, i capelli tinti, i lacci delle perle attorno al collo rugoso, che racconta in lacrime una storia di indesiderata attenzione sessuale che forse si è verificata molti anni fa, è uno spettacolo abbastanza imbarazzante. Forse Beverly Young Nelson una volta era giovane e carina, e poteva risvegliare la passione nei lombi di un uomo, ma è stato molto tempo fa. Eppure questa creatura imbarazzante è riuscita ad impedire al sospettato, Roy Moore dall’Alabama, di vincere un’elezione.
Se questo vecchio corvo avesse detto di aver prestato a Moore un centinaio di dollari trent’anni fa e ora glieli chiedesse indietro con gli interessi, sarebbe stata derisa. Dov’è stata fino ad ora, dov’è la prova, la gente direbbe. Perché nessuno fa queste domande adesso, quando è in gioco la carriera politica di un uomo? Com’è stato possibile che alcune affermazioni infondate abbiano rovinato un uomo?
Questa persona ha un nome e un volto, ma in molti casi l’accusatrice rimane anonima, nascosta da una lettera, mentre l’accusato ha un nome e una faccia, e spesso aveva un lavoro fino all’accusa. Solo l’Inquisizione aveva caratteristiche simili, fonti anonime e accuse oscure. Ora abbiamo la sessquisizione.
È un fenomeno puramente americano? Una rivincita per Salem, dove una simile paranoia di massa ha portato una piccola città del New England ad appendere una ventina di donne accusate di stregoneria?
A Salem, gli uomini cacciavano le streghe; sono passati solo trecento anni ed ora son le streghe a cacciare gli uomini.
Ahimè, no, è un’epidemia mondiale. Gli Stati Uniti sono il modello dell’intera Pax Americana, la gente ne imita musica e film, ed ora imiterà questa tendenza. Nessun uomo di alcuna confessione o età è al sicuro da tali persecuzioni.
In Israele, la piccola anima gemella dell’America, un rabbino è stato incriminato per aver stuprato e sodomizzato un’adolescente sette anni fa. Il caso venne affidato ad una poliziotta femminista. Il rabbino trascorse un mese in carcere e quasi un anno agli arresti domiciliari, perse il lavoro, il suo nome infangato per sempre. Alla fine emerse che la ragazza non riusciva nemmeno a ricordare e ripetere le sue stesse bugie. La Procura della Repubblica ritirò l’accusa presentata contro il rabbino David Harrison, che venne liberato. Qualcuno gli ridarà un anno della sua vita, il suo buon nome, il suo lavoro? L’accusatrice e la poliziotta pagheranno? No.
E comunque ha avuto fortuna. Il presidente israeliano Moshe Katsav ebbe meno fortuna. La sua prima accusatrice, nascosta dietro la lettera A., si è rivelata essere una bugiarda, e le sue richieste quindi respinte. Nel mentre, però, altre donne si unirono alla caccia reale, e alla fine Katsav venne imprigionato. I giudici in Israele sono prevalentemente donne, per cui gli uomini sono condannati.
L’Europa segue docilmente gli Stati Uniti. Lì, l’accusato è Tariq Ramadan, un professore di Oxford musulmano e di origine svizzera, uno che ha lavorato per far sentire europei i musulmani in Europa. Una serie di donne lo ha accusato di averle violentate o di aver fatto avances sessuali indesiderate qualche anno fa. Ha dovuto prendere un congedo dall’università.
In breve, nessun uomo, cristiano, ebreo o musulmano, è al sicuro da tale accusa, purché abbia un nome, una posizione e un po’ di soldi in banca. Per un misterioso motivo, i lavoratori normali, i conducenti di taxi, gli operatori di ascensori o gli addetti alla catena di montaggio non sono mai stati accusati da donne come la Nelson. È plausibile che chi appartiene alla classe operaia non sia mai stato molesto verso una ragazza? Che solo quelli ricchi e famosi lo sono?
Questo attacco agli uomini coincide con la campagna #MeToo sui social. Molte donne sono state costrette ad unirsi: se non ti è mai successo vuol dire che sei racchia. E quelle si sono unite in massa. Anche gli uomini sono ricettivi all’isteria di massa, ma le donne molto di più. I social network sono terreno fertile per tali tendenze.
C’è qualche barlume di verità in quelle storie dolorose? Fino a un certo punto. Azioni normalissime possono essere sensazionalizzate. Invece di dire “mi ha abbracciato e baciato”, si può dire “ha forzatamente introdotto la sua lingua nella mia bocca tenendomi stretta”, e poi “col suo peso mi ha tenuto inchiodata al letto”. Il sesso può essere descritto – da un puritano, da un misantropo, da uno psicopatico – in modo tale da richiedere la condanna a morte per l’autore.
La parola “stupro” ha ben poco del suo significato originale. Il mio amico Julian Assange è stato imprigionato per anni, ed il suo sesso perfettamente consensuale con due delle sue groupie è stato descritto come “stupro” per via di alcuni aspetti tecnici (un preservativo rotto ed una condizione semi-dormiente). In entrambi i casi è stato per ripicca, perché lui non le aveva richiamate. Lo state attorney, una donna che odia gli uomini, lesbica autoproclamata, ha insistito per mandare Julian in prigione. A suo avviso, il carcere è un buon posto per qualsiasi uomo, anche se la denuncia è infondata. Anche dopo aver fatto una dichiarazione così discriminatoria, non è stata licenziata.
La Svezia ha avuto molte denunce di stupro di recente. Alcuni lettori hanno collegata la cosa con l’immigrazione di massa dal Medio Oriente. E in effetti un mediorientale potrebbe interpretare male le parole e le azioni di una ragazza. No significa no, dicono le femministe, ma gli uomini europei non lo capivano neanche negli anni ’50. Una ragazza doveva insistere sul suo “no”, altrimenti sarebbe stato interpretato come un normale modo femminile di fare la timida. In Svezia, così tante azioni ordinarie vengono bollate come ‘stupri’ che la parola è stata totalmente svuotata.
Tutto può essere descritto in modo nauseante. Mangiare carne può essere paragonato al cannibalismo, il flirt come un orribile stupro. Allo stesso tempo, azioni che danno la nausea ad una persona normale possono essere descritte come normali. Gli uomini normali sono disgustati dalle relazioni omosessuali. Al giorno d’oggi sono costretti ad accettarle come cose ordinarie, ed a considerare il rapporto uomo-donna quasi criminale.
Gli americani hanno votato Trump sperando che avrebbe messo fine alla tendenza effeminata nella loro società. Può ancora essere fatto, applicando due semplici regole, date per scontate finché la Corte Suprema degli Stati Uniti non le ha rimosse.
Uno, basta con le reminiscenze. La Bibbia, grande fonte di buon senso, ci dice cosa sia lo stupro e come affrontarlo. Se il crimine si è verificato in città, la donna dovrebbe sollevare un putiferio, piangere e gridare. Se non ha funzionato, o se il crimine è avvenuto fuori città, dovrebbe andare sùbito alla polizia. Non vent’anni dopo, non una settimana, neanche un paio di giorni, ma sùbito. Se lei tace, il problema è suo.
Questo atteggiamento risolverà la domanda se la donna voglia intendere “no” quando dice “no”. Se chiede aiuto, sicuramente lo intende.
E non ci saranno mine dormienti pronte ad esplodere in qualsiasi momento.
Due, nessun anonimato per le accusatrici. Se accusi un uomo, sii pronta a difendere le tue ragioni, non nasconderti dietro il velo dell’anonimato.
Queste due semplici regole ripristineranno la sanità mentale e renderanno di nuovo lo stupro l’orribile crimine che era ed è.
Per quanto riguarda le molestie, questa è spesso un’invenzione di quelle che odiano gli uomini. Non dovrebbe neanche esistere nel codice penale. Se una donna sente che gli sguardi di qualcuno la infastidiscono, lo denunci. Oppure chiami un poliziotto se si tratta di più di qualche sguardo. I poliziotti sanno come comportarsi con questi tipi.
Ricordi di molestie non hanno valore, anche se sono veri. Se la donna non agisce sùbito, che lasci stare.
Altrimenti, presto gli Stati Uniti non avranno più uomini politici normali; solo donne e uomini effeminati. E poi la malattia si diffonderà in tutta Europa, fino a quando il Vecchio Mondo ed il Nord America saranno pronti per il suo ripopolamento da parte dei virili africani.
La Russia rimane una zona sicura per i maschi. Sebbene molte tendenze americane arrivino a Mosca, la femminilizzazione non è una di queste. Quando, alcuni anni fa, i russi vietarono la propaganda omosessuale per i minori, ruppero con il suddetto trend. In realtà, anche le donne russe preferiscono le cose fatte alla maniera russa. Gli uomini pagano la cena, tengono la porta aperta, aiutano a mettere il cappotto, insomma, continuano a fare quello che i signori americani ed europei facevano una cinquantina di anni fa.
La Russia ha avuto la sua campagna #MeToo un anno fa (#янебоюсьсказать, credo si dica in russo), e molte donne hanno recitato o inventato storie sulle proprie molestie subìte. Ma la cosa è rimasta su Facebook, perché la legge non permette di lamentarsi anni dopo il presunto crimine.
I russi inoltre considerano il sesso tra uomini e donne come una cosa normale. Non hanno orrore dei rapporti tra insegnante e studente o tra capo ed assistente. Sono increduli quando racconti loro le severi punizioni che i giudici americani comminano per atti del genere. Di cinquanta storie recenti di questo genere probabilmente neanche una verrebbe punita in Russia. Neanch’io capisco quale sia, per uno studente di 17 anni, il danno di essere sedotto dalla insegnante di 23 anni. Il ragazzo dovrebbe essere invidiato, semmai. Questo atteggiamento tradizionale nei confronti del sesso è la ragione principale dell’attuale attacco dei mass media alla Russia, non i mitologici “hacker russi”.
È molto difficile difendere Weinstein, con la sua ossessione per l’olocausto e il suo desiderio di vendicarsi delle bionde. Il suo caso ha aperto le porte dell’Inferno. Cerchiamo di chiuderle prima che crolli lo Yin e lo Yang, l’equilibrio universale tra uomo e donna.
Perché gli Stati Uniti sono stati colpiti da questo strano problema? Io lo interpreto come un attacco alle rivoluzioni del ’68, compresa quella sessuale. Per noi bambini degli anni ’60, la vita era facile, e il sesso gratuito ed abbondante – in California, in Crimea, in Costa Azzurra. Ne facevamo un sacco, anche non protetto, spesso con estranei. Quello era il comunismo. Aver paura di sesso libero e disponibile vuol dire aver paura del comunismo.
I ragazzi e le ragazze ricchi che sono saliti al potere in séguito hanno trasformato tutto in denaro, e con questo scopo in mente hanno creato penuria, persino di sesso, una controrivoluzione sessuale. Le ricorrenti per molestie sono le soldatesse della controrivoluzione sessuale, ne aumentano la scarsità per monetizzare il proprio fascino. Non avranno sucesso, poverine; speriamo che lo capiscano prima di rovinare il mondo”.
Israel Shamir
Fonte: www.unz.com
Link: http://www.unz.com/ishamir/sexquisition/
19.11.2017
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG