Per comprendere l’attuale condizione bisogna integrare le categorie marxiane con nuovi paradigmi. Decodificare il presente con il semplicismo manicheo rischia di indurre in errore e di cadere in giudizi irrazionali. Il grande inganno in cui siamo è nel far apparire razionale l’irrazionale e nel far coincidere la libertà parola abusata e poco pensata in semplice esecuzione di scelte “apparentemente libere”, ma in realtà abilmente manipolate.
Spinoza ci viene in aiuto. Immaginiamo una pietra che possa volare, se le si chiedesse quale sia la causa del volo direbbe “se stessa”, in realtà è stata lanciata da una mano invisibile di cui non ha contezza. Oggi ci troviamo in una condizione simile e peggiore: molte scelte libere sono inconsapevoli, si è parlati dal sistema che in modo, assolutamente nuovo, induce a scelte di cui non si conoscono le cause. Siamo minacciati da un sistema che inibisce la formazione di spazi interiori che favoriscono la capacità di ricostruire la genesi delle scelte. Tutto ciò è favorito dalla formazione umana sempre più “blanda” e dall’azione continua degli slogan “libertari” che si ripetono senza essere discussi. La libertà è autentica o ha maggiori possibilità di esserlo se vi sono i corpi medi dove si può capire il contesto storico e discernere con chiarezza scelte, gusti e abitudini e uscire, in tal modo, dalla retorica manichea dei diritti universali. I corpi medi sono stati indeboliti fino ad essere presenze formali svuotate di ogni senso e contenuto. Senza i corpi medi e con una istruzione-formazione discutibile a cui bisogna aggiungere l’attacco continuo ad ogni forma di autorevolezza-autorità non vi è libertà ma una copia ben rimaneggiata di essa. L’autorevolezza-autorità non dev’essere associata in modo pregiudizievole a forme di autoritarismo: per crescere e formarsi bisogna essere contenuti e nel contempo è necessario avviare con gradualità un sano dialogo con i soggetti in formazione, in modo che possano comprendere la validità delle regole, le quali non sono finalizzate all’oppressione autoritaria, sempre da condannare, in quanto lede la dignità della persona, ma alla cura del soggetto in crescita.
In un momento, quindi, in cui regna il vuoto, le scelte libere possono essere dubbie. La libertà è pienezza ontologica e gnoseologica. La qualità delle scelte è fondamentale, esse dipendono dalla consapevolezza della complessità del contesto in cui siamo gettati e dall’ideologia in cui siamo situati.
Uscire dalla narrazione fiabesca del tempo presente non è facile per nessuno: in questi giorni si tifa per i mondiali del Qatar: sono 6.500, i numeri non sono certi, i lavoratori morti nei dieci anni di preparazione al mondiale. I lavoratori sono nei fatti in uno stato semischiavistico, dipendono dal sistema della kafala, ovvero lo sponsor gestisce le loro povere vite. Il padrone con la kafala è il tutore legale del lavoratore similmente ad un minore. Dietro la bandiera arcobaleno si consumano tragedie che non vediamo, ma sono tra di noi.
Essere liberi è praticare l’intero e non la parte. Nessun caso di cronaca o evento va giudicato, primario è capire e formare nuove categorie interpretative funzionali a razionalizzare la nostra realtà storica, se si utilizzano categorie storicamente superate si precipita nella derealizzazione e ciò non può che consolidare il sistema. Il compito è arduo, pertanto non possiamo che ringraziare coloro che si assumono l’onere di fondare spazi di discussione, anche e specialmente online, nei quali nessuno è sottoposto a giudizio, ma tutti faticosamente danno il loro apporto per decodificare il presente e formare insieme nuove categorie per razionalizzare il presente, ed essere, di conseguenza, meno vittime dello stato presente e avanzare verso una nuova forma di cittadinanza attiva e consapevole.
Il punto nodale del comunismo, a mio avviso, consiste nella partecipazione che prepara alla libera decisione nel pubblico e nel privato. Ogni forma di libertà e piacere impacchettato dall’alto e offerto alla mangiatoia dei sudditi non è libertà, ma un diverso modo di dominare i sudditi. Ritengo, è solo il mio giudizio, che spesso le persone che si reputano libere sono dei semplici esecutori del sistema. La sovrastruttura con i suoi slogan libertari è organica alla struttura economica che ci vuole consumatori e atomi di piaceri, scelte e progetti decisi in un altrove che non vediamo concretamente, ma che agisce in modo continuativo. Platone nel Filebo ci insegna che il piacere senza limiti nega se stesso, in quanto il soggetto non lo concettualizza. Oggi il sistema domina con l’illimitato, per cui il piacere è più un mito che una realtà.
Siamo tutti vittime e complici inconsapevoli, per cui dove vi sono spazi nei quali possiamo esprimerci, a volte il sottoscritto può essere frainteso, ma questo è parte della normale dialettica, dovremmo impegnarci per fare dell’ascolto la nostra stella polare con la quale condividere pensieri e opinioni che carsicamente possono contribuire a vivere in una comunità di persone che rigettano ogni forma di violenza e lo testimoniano con il dialogo e la fatica di pensare un presente che ci sfugge nella sua liquidità nichilistica, ogni nostro contributo può favorire la consapevolezza delle nuove generazioni e di tutti, pertanto abbiamo un lungo lavoro da svolgere senza la pretesa di essere la verità, ma possiamo contribuire ad essa.
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