Sulla questione femminile l’ex numero 2 del Governo ha fatto tutto quanto era in suo potere, certa di essere annoverata tra le femministe che negli ultimi anni hanno contribuito a cambiare la mentalità (arretrata) dell’Italia, faro di Civiltà per secoli. Quando il Cavaliere l’aveva rimproverata di aver fatto poco per le donne, Lady Montevarchi, aveva postato un memo ineccepibile: “Grazie al nostro lavoro i centri anti violenza sono passati da 188 nel 2013 a 296 nel 2017; le case rifugio erano 163 nel 2013, oggi 258; per le politiche di contrasto alla violenza sulle donne sono stati stanziati nel biennio 2015/2016 oltre 30 milioni di euro e nel 2017 oltre 22 milioni per nuove misure di contrasto alla violenza; Altri 30 milioni sono stati inseriti nella legge di bilancio a decorrere dal 2018 per il piano contro la violenza sulle donne. Destinato 5 milioni a progetti nelle scuole contro la violenza sulle donne”. Lady è in campagna elettorale e utilizza il business nato intorno al tema della Violenza di Genere per fare propaganda. Attraverso la “bolla speculativa” delle case rifugio e i centri antiviolenza finanzia enti ed associazioni riconducibili a gruppi aggregati ai partiti, assegna posti di lavoro per incassare voti. Dopo ilboomdelle Agenzie interinali e degli agriturismi c’è il boom delle delle Case rifugio che il Lord meneghino pensa di gestire nella prossima Legislatura.
Dal post si apprende anche che, per la prima volta in una ministeriale del G7, ci si era occupati del tema della violenza di genere ascoltando direttamente la voce di Lucia Annibali. Chiediamo: perché non, anche, William Pezzullo, Pietro Barbini, Stefano Savi, Giuliano Carpanelli, uomini che come la Annibali, sono stati aggrediti e resi invalidi dall’acido? Loro, inquantouomini, non avrebbero potuto contribuire a dare un quadro completo sul fenomeno della violenza?
Non ci si stancherà mai di ripetere che l’emergenza “violenza sulle donne” è un cavallo di battaglia usato a sinistra e a destra per garantirsi voti alle elezioni. Di una vera emergenza, la Mafia, non si parla molto però a fine legislatura è arrivata l’applicazione del codice antimafia agli indiziati (non condannati) di stalking con confisca immediata dei beni mobili ed immobili poi i finanziamenti ai figli orfani di donne vittime di femminicidio (niente a tutti gli altri), mentre la Corte di Cassazione con la sentenza n. 55481/17 del 13.12.2017 dichiara che se un uomo si porta a letto una donna tirandosela da “sborone” potrebbe incorrere nel reato di violenza sessuale. Quelle che fingeranno orgasmi, spacceranno per vere le tette finte o si “faranno” di botox per sembrare più giovani non rischiano niente! Tana libera per tutte quelle che fino ad ora, con false accuse, hanno mandato in galera uomini/padri/mariti/pretendenti. A disposizione c’è un’altra scusa per rovinare l’uomo/maschio/bianco/eterosessuale.
La campagna mediatica che ha come obiettivo la distruzione del maschio rappresentato come malvagio, violento, laido e inutile intanto continua finanziata con soldi pubblici attraverso rassegne stampa e cronache che riportano ogni giorno molestie sessuali, femminicidi, stalking e violenze compiute da uomini eterosessuali.
Non si vorrebbe essere fraintesi, la violenza è sempre da condannare. Negli ultimi decenni però la battaglia culturale avviata con il femminismo moderno è stata quella di estendere tra la popolazione femminile, una nuova forma di mania di persecuzione che ha “condizionato” molte donne a “sentirsi” vittime a prescindere. Al femminismo austero delle suffragette di inizio Novecento e al femminismo sbracato e isterico delle femministe urlanti degli anni Settanta, ora succede il femminismo patinato delle riviste, delle redazioni, dei salotti televisivi, delle divette molestate anni prima. Il femminismo moderno perbenista, rancoroso, sprezzante agisce in perfetta sintonia con il genderismo (teoria queer). Il suo obiettivo è la messa discussione del ruolo del maschio in tutte le sue forme, la destrutturazione della famiglia in nome di una sorta di “egualitarismo” individualista perennemente rivendicante, la “laicistizzazione” (da non confondere con il concetto di laicità) integrale della società, il rigetto di qualsiasi spirito comunitario e di ogni legame sociale costituitivo. Il suo ideale è la tabula rasa, il suo fine è la dissoluzione integrale dell’identità maschile e femminile e di qualsivoglia comunità portatrice di senso. Per realizzare questo obiettivo le Boldrine, le Boschi, le Fedeli, le Botteri, le D’Urso le Maggioni (l’elenco è infinito) esercitano una persistente, quotidiana manipolazione sulla coscienza di tutte le donne. Una massa gigantesca di femmine, con le più dotate ed intelligenti sedute sugli scranni di Ministeri, Aziende ed Istituzioni. Arrivate ma insoddisfatte, perché hanno scoperto la causa originaria del loro malessere: l’uomo, inteso come il maschio. Finita la caccia alle streghe, è iniziata la caccia al maschioinquantouomo. Un plotone di donne diventate un aggregato di iene, pronte a sacrificare tutto: figli, mariti, padri.