Lanzichenecchi tra di noi

“T-shirt bianca con una scritta colorata, pantaloncini corti neri, scarpe da ginnastica di marca Nike, capelli biondi tagliati corti, uno zainetto verde. E l’iPhone con cuffia per ascoltare musica. Intorno a noi, nelle file dietro e in quelle davanti, sedevano altri ragazzi della stessa età, vestiti più o meno allo stesso modo: tutti con un iPhone in mano. Alcuni avevano in testa il classico cappello di tela con visiera da giocatore di baseball di colori diversi, prevalentemente neri, e avevano tutti o le braccia o le gambe o il collo con tatuaggi piuttosto grandi. Nessuno portava l’orologio.

Io indossavo, malgrado il caldo, un vestito molto stazzonato di lino blu e una camicia leggera. Avevo una cartella di cuoio marrone dalla quale ho estratto i giornali: il Financial Times del weekend, New York Times e Robinson, il supplemento culturale di Repubblica. Stavo anche finendo di leggere il secondo volume della Recherchedutempsperdu di Proust e in particolare il capitolo “Sodoma e Gomorra”. Ho estratto anche un quaderno su cui scrivo il diario con la mia penna stilografica.

Mentre facevo quello, i ragazzi parlavano ad alta voce come fossero i padroni del vagone, assolutamente incuranti di chi stava attorno. Parlavano di calcio, di giocatori, di partite, di squadre, usando parolacce e un linguaggio privo di inibizioni.

Intanto il treno, era arrivato a Caserta. Non sapevo che per andare da Roma a Foggia si dovesse passare da Caserta e poi da Benevento. Pensavo di aver sbagliato treno, ma invece è così. Non ho mai rivolto la parola al mio vicino che o taceva ascoltando musica o si intrometteva con il medesimo linguaggio nella conversazione degli altri ragazzi”.

 

Il breve racconto di Alain Elkann, figlio di banchieri e sicuramente appartenente all’1% più ricco della popolazione mondiale, è oggetto di discussione in questa estate di guerra e fuoco. Il breve racconto pubblicizzato dal quotidiano Repubblica è astratto in quanto non emergono le contraddizioni sociali le quali sono il filo d’Arianna che conducono a capire il problema. I giovani viaggiatori sono definiti lanzichenecchi, i nuovi barbari che si connotano per indifferenza quasi autistica e per maleducazione. Il viaggio è rigorosamente meridionale.

La prima considerazione che verrebbe da fare è se le nuove generazioni tanto distanti dalla raffinata generazione canuta siano diventate tali per cause astronomiche o se siano il risultato delle politiche della classe sociale a cui lo stesso Elkann appartiene. Del rsto i banchieri non brillano per sensibilità sociale. Si possono elencare una serie di cause che hanno portato alla barbarie generalizzata del nostro presente, il sottofondo è unico per tutte, la finanza governa e taglia i diritti sociali e la formazione.

La scuola-azienda non deve formare ma preparare i futuri consumatori-lavoratori. Le attività richieste dal mercato si susseguono durante l’attività didattica al punto che contenuti e capacità di ascolto sono lese fortemente. Se i ragazzi sono sottoposti a continui cambi di classe, ad un movimento perenne al fine di insegnare loro la flessibilità, l’ascolto è la prima capacità a cadere. Per poter sviluppare tale qualità è necessaria la classe e la continuità in classe, la quale diventa luogo di comunicazione, riflessione e scambio  di contenuti. Al suo posto vi è la scuola delle chiacchiere e della sospensione programmata del tempo classe per consumare la poliedrica ed infinita, nel senso di informe, offerta formativa. I pedagogisti organici al capitale sostengono “pratiche educative” ostili all’impegno e ai contenuti. Se si punta a svuotare le menti non lamentiamoci nel constatare che i nostri adolescenti armeggiano continuamente con le tecnologie, le quali imperano a scuola a decremento della lettura e della scrittura. Gli alunni acquisiscono pochi contenuti, capacità comunicative contratte e disamore per lo studio. Apprendono, invece, un senso di onnipotenza, conoscono  l’organizzazione dell’azienda scuola, è preferibile mettere prima il termine “azienda e dopo scuola”, e si adattano al poco che viene richiesto. La promozione è assicurata, se vi sono bocciature, debiti o semplicemente si richiede impegno si chiude, sotto i 900 alunni l’azienda perde la direzione.

I lanzichenecchi sono tali perché vi è un altro vuoto, ovvero le famiglie, qualora vi siano i padri sono rigorosamente omologati al modello femminile. L’autorità paterna, vero katechon che limitava gli eccessi tipici degli adolescenti, è stata abbattuta con un sistema di caccia mediatica durata decenni. I padri sono tollerati se imitano gli adolescenti o se fungono da madre. Le aggressioni a scuola ai docenti non sono che una conseguenza del safari contro la figura maschile senza la quale non vi è comunità. Una società senza regole e senza percorsi formativi è sono un immenso ipermercato senza futuro.

La politica con i suoi modelli dialettici è scomparsa. I nuovi adolescenti vivono nell’indifferenziato politico: destre e sinistre sono differenze fonetiche. Non hanno modelli politici che possano compensare il grande vuoto che tutto pervade. La cultura dell’impegno gratuito è stata sostituita dai selfie e da un individualismo interessato che li alleva e addomestica per includerli nella solitudine del mercato.

Le emergenze continue (pandemia, clima, guerra) contraggono il loro tempo al solo presente. Non vi è futuro, per cui si consuma oggi ciò che domani potrebbe non esserci. I continui appelli alla catastrofe imminente non contribuiscono alla progettualità.

La Chiesa e il senso del sacro-limite è oggetto di derisioni scientiste. Tutto deve essere nel recinto immanente del mercato.

Il loro mondo è tutto nel finito della merce da consumare, non devono sollevare domande, non devono sospendere il tempo dei consumi, l’unico dio è la merce da desiderare e la competizione delirante.

Si potrebbe continuare,  pertanto lo scandalo di trovarsi dinanzi a dei lanzichenecchi e, quindi, a dei distruttori analfabeti dovrebbe indurre, noi, che apparteniamo ad un’altra dimensione sociale a dare risposte e a mutare il nostro comportamento con la prassi.

I privilegiati non scorgono le cause profonde dei fenomeni  in atto e non si assumono le responsabilità politiche. La domanda finale è:

“Chi sono i lanzichenecchi, coloro che hanno portato le nuove generazioni e non solo a vivere nel niente o di niente o le vittime di tale processo che sembra inarrestabile?”

Un ultimo dettaglio, il termine lanzichenecco significa “servo della terra”, i giovani maleducati, forse,  presagiscono il loro futuro di precari senza speranza. Dietro la loro inquietante maleducazione c’è, anche, la frustrazione di chi non ha strumenti culturali e politici per incidere in una realtà sociale che sembra fatale e ineluttabile. Non hanno modelli, non hanno padri, non hanno cultura, hanno tutto ma non hanno l’essenziale per diventare uomini e donne.

Le critiche per l' articolo di Alain Elkann sui giovani | Pezzo classista

Fonte foto: da Google

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