L’antisemitismo di Israele verso i Palestinesi


Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Chiunque abbia difeso finora il governo di Israele, si arrampica sugli specchi in modo goffo e maldestro per avallare le assurde “ragioni” di uno Stato rivelatosi terrorista e criminale. Ma è impensabile, oltre che immorale, avallare una linea strategica priva di qualunque fondamento razionale, per cui rischia di ritorcersi contro chi la sostiene. Nessuno che davvero conti all’interno della “comunità internazionale” ha osato condannare gli atti di terrorismo di Stato commessi da Israele contro popolazioni inermi come quelle presenti nella striscia di Gaza. Nemmeno l’attuale pontefice ha assunto una posizione di netta esecrazione morale e politica nei riguardi dell’aggressiva e spregiudicata politica israeliana che si è spinta davvero oltre ogni limite accettabile. Quando si parla di “antisemitismo” ci si riferisce ovviamente all’antisemitismo storico, convenzionalmente inteso, cioè al classico razzismo contro gli Ebrei, vittime dell’Olocausto nazista. Ma esiste anche un antisemitismo commesso contro il popolo palestinese, anch’esso appartenente alla stirpe “semitica”, anch’esso vittima di una politica di persecuzione e di aggressione imperialista, di atti ostili e terroristici, di cui si conoscono i responsabili. Il peggior “antisemitismo”, non semplicemente ideologico, ma brutalmente politico e militare, è quello messo in pratica da coloro che rappresentano i veri assassini e terroristi, vale a dire il regime sionista di Israele e i suoi soci anglo-americani. Altrimenti, come si potrebbe definire la politica di persecuzione e sterminio portata avanti dallo Stato di Israele con l’appoggio, più o meno tacito, degli USA e delle altre nazioni occidentali, contro popolazioni inermi che vivono confinate nella striscia di Gaza? Occorre ricordare alcune cifre impressionanti che indicano lo stato di grave miseria e disperazione in cui versa la popolazione palestinese di Gaza. Secondo i dati ufficiali forniti dalla Banca Mondiale, oltre il 40% dei bambini della Striscia di Gaza soffre di fame e di malnutrizione, oltre il 70% degli abitanti giace sotto la soglia della povertà, sopravvivendo a stento con meno di 2 dollari al giorno. Tali condizioni di vita intollerabili sono la conseguenza diretta di un embargo economico disumano imposto da Israele contro la gente di Gaza. L’Occidente ha sempre decantato le virtù liberatorie della propria democrazia, ma quando un popolo sceglie di autodeterminarsi, com’è accaduto anche nel caso dei Palestinesi, e l’esito elettorale non è gradito alle potenze occidentali, queste intraprendono immediatamente una serie di manovre tese a vanificare qualsiasi fondamento di legalità. Non a caso, dopo le elezioni legislative palestinesi vinte nel gennaio del 2006 da Hamas, la comunità internazionale impose un ignobile embargo al fine di ricattare i Palestinesi e costringerli a pentirsi di aver votato per Hamas. La vittoria elettorale di Hamas venne ostacolata fin dall’inizio dai paladini della tanto osannata “democrazia”, gli USA. I quali ostentano una presunta superiorità di ordine morale nell’ambito dei diritti e delle libertà democratiche, che non corrisponde nemmeno lontanamente alla realtà dei fatti. Basti pensare solo che la pena capitale, vigente in vari Stati della Confederazione USA, è un “nobile” esempio della civiltà giuridica e politica statunitense, per cui gli USA presumono di avere le carte in regola per “esportare la propria democrazia” nel mondo. A riguardo gli islamisti non hanno torto quando accusano la cosiddetta “democrazia occidentale” di essere una “foglia di fico” usata allo scopo di occultare la natura feroce e sanguinaria ed i crimini dell’imperialismo made in USA. D’altronde, gli stessi concetti sono formulati dai teorici marxisti, sia pure in termini differenti, in chiave comunista, cioè su una base ideologica e un’impostazione ateistica e storico-materialista. In particolare, Lenin e Rosa Luxemburg definirono la democrazia parlamentare come un “involucro” dentro cui si annida la violenza della dittatura di classe della borghesia imperialistica. La logica manichea che oppone la “democrazia” liberale borghese alla “teocrazia” islamistica è l’ennesima trappola propagandistica ed ideologica escogitata dalle potenze imperialiste per mistificare la realtà ed ingannare l’opinione pubblica internazionale, distraendola dai problemi e dalle emergenze reali e, in questo caso, dalle contraddizioni presenti in Medio Oriente o in altre aree geo-strategiche del pianeta. Non c’è dubbio che Hamas rappresenti un’organizzazione culturalmente retrograda e politicamente retriva ed islamico-fascista. Ma è altrettanto ineccepibile che la politica praticata dal governo israeliano nei riguardi delle popolazioni palestinesi di Gaza sia oggettivamente crudele ed aggressiva, criminale e terroristica. A questo punto sorge spontanea la seguente domanda: ma i Palestinesi, come le altre popolazioni arabe, sono o no di origine “semitica”, come gli Ebrei? Secondo l’antica narrazione biblica, il genere umano sarebbe suddivisibile in tre filoni o in tre macro-gruppi etnici, discendenti dai tre figli del patriarca Noè: Sem, da cui discenderebbero i popoli “semiti”, come gli Ebrei e gli Arabi; Cam, da cui deriverebbero i popoli “camiti”, quali Egiziani ed altri popoli africani; infine, Ar, da cui avrebbero avuto origine i popoli di stirpe “ariana”, altrimenti noti come “indoeuropei”, incluse le popolazioni italiche e via discorrendo. Quanto finora affermato, sarebbe accreditato dalla stessa tradizione biblica. Da questo punto di vista, ciò che comunemente si tende ad identificare come “antisemitismo”, ovverosia il razzismo e la persecuzione contro gli Ebrei, dovrebbe ricevere un’estensione semantica, oltre che storico-politica, nel senso che dovrebbe includere gli atti di ostilità e di terrorismo perpetrati dal regime di Israele, con la complicità dei governi anglo-americani, ai danni di un altro popolo di stirpe “semitica”, vale a dire il popolo palestinese. I principali responsabili di questa nuova versione dell’antisemitismo sono il governo israeliano, cioè il sionismo internazionale e i suoi tradizionali alleati anglo-americani. In effetti, temo che il nuovo “antisemitismo” consista proprio nella politica di sterminio, pulizia etnica e persecuzione terroristica condotta da Israele e dall’intero establishment sionista, che fa capo alle potenti lobbies ebraiche statunitensi, nonché al Mossad, i servizi segreti israeliani, a discapito di un altro popolo di origine “semitica”: i Palestinesi confinati all’interno di un enorme lager cinto da un gigantesco muro, che è la Striscia di Gaza.

Fonte foto: Zeitun (da Google)

2 commenti per “L’antisemitismo di Israele verso i Palestinesi

  1. Andrea Vannini
    14 Luglio 2024 at 22:38

    Se vogliamo ancora usare la vetusta dicotomia semitismo-antisemitismo, a essere assai più etnicamente Semiti sono proprio i palestinesi che non hanno conosciuto la diaspora. Gli ebrei, viceversa, sono etnicamente oggi eterogenei avendo, nei passati millenni, con la diaspora perduto l’ omogeneita’ originaria. Gli ebrei non sono un popolo, sono i credenti di una religione. Esiste un popolo cristiano o cattolico?
    Essere contro il fascismo sionista non é antisemitismo. Auspicare la fine della esistenza stessa di Israele non é odio per gli ebrei ma per i fascisti. Perché i fascisti sono i sionisti. Certo non HAMAS.

    • Giulio Bonali
      15 Luglio 2024 at 16:08

      E comunque anche l’ ebraismo correttamente inteso cone religione (variamente declinata fra chiese, ortodossie, eresie, scismi, ecc., come quasi tutte le religioni) o anche più genericamente “cultura” é altra cosa che il sionismo.
      Confondere ebraismo (per la cronaca: non sono seguace del giudaismo, lo dico da ateo) e sionismo (che é un pessimo razzismo suprematistico e imperialistico, principalmente ma non solo antisemita), é come confondere germanicità e nazismo (con altri, i comunisti tedeschi che per primi conobbero le carceri e i campi di concentramento nazisti -gli Ebrei vi furono internati dopo- erano tedeschi e antinazisti).

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