Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Sono coloro che detengono il potere di decidere tra il bene e il male per
il popolo. Presumono rappresentarlo o quanto meno guidarlo per il suo bene. I
potenti hanno dalla loro parte la forza
o la violenza ’legittimata’ a seconda di come la si guardi. Tentano di creare
il tipo di realtà che meglio si accomodi al modello che hanno immaginato. Si
presumono indenni da perniciose ideologie che potrebbero disturbare la visione
dominante. L’ideale desiderato è un pensiero unico, egemonico e inconfutabile.
Perchè questo accada il modello di ispirazione militare è quello che meglio
risponde all’esigenza unificatrice. Così come in molti Stati africani il modello
del partito unico era sembrata la
strategia per uscire dal sottosviluppo dopo le indipendenze degli anni
’60. Non casualmente la quasi totalità dei Paesi che avevano operato questa scelta
‘totalitaria’ hanno strutturato la società in un senso disciplinare. I colpi di
stato ad opera dei militari non sono stati che l’espressione visibile del
genere di società nel frattempo creato. Il fascino delle uniformi ha resistito
alle seduzioni delle mode del momento. C’è chi ha sostenuto che il potere si
trova nelle canne dei fucili e nelle cannoniere.
I nemici cambiano e sono funzionali ad ogni regime. I potenti potrebbero
con difficoltà governare e mantenersi al potere senza di loro. Ci fosse da fare
monumenti e cambiare i nomi di strade, crocevia o luoghi pubblici, ad essere
onesti, bisognerebbe apporre i nomi dei peggiori nemici del popolo. Grazie a
loro i Potenti giustificheranno gli stati di eccezione, il coprifuoco, le spese
militari e soprattutto la loro transizione indefinita al potere. Nemici reali,
inventati, fittizi, occasionali, provvisori, precari, nocivi o semplicemente
funzionali appariranno come d’incanto al momento opportuno. Nei momenti di
crisi o di difficoltà che ogni tipo di regime incontra, magicamente, apparirà
un nemico qualsiasi per ridare fiato al sistema. Nemici interni e nemici
esterni che manipolano quelli interni che a loro volta sono pagati da forze
straniere che vorrebbero rendere vani gli sforzi di emancipazione faticosamente
conquistati dal regime al potere.
Gli opportunisti non mancano mai e appartengono alle due sponde. Da nemici
accaniti possono cambiare idea, pensiero, appartenenza e affiliazione. Così
come amici sinceri e indefettibili si troveranno, talvolta senza volerlo,
trasformati in nemici. Gli Opportunisti
osservano, scrutano, misurano, stimano e poi scelgono, provvisoriamente, il
campo nel quale mietere. Hanno la strardinaria capacità di capire chi vincerà
la battaglia e su chi puntare per un posto, una posizione, un avanzamento o una
semplice raccomandazione. Pregano che Dio li aiuti sempre a stare dalla parte
giusta e a essere illuminati per cambiare in tempo nel caso le cose dovessero
mettersi male.
Rimangono gli Altri. Non affiliati, non importanti, non utili, non loquaci, non riconosciuti e soprattutto non ascoltati. Gli Altri, la maggioranza che rifiuta di essere ridotta a una vittima collaterale del destino Gli Altri che non vogliono scomparire prima che siano scritte le storie che non hanno mai raccontate. Gli Altri che partono e tornano, a volte, solo per andare altrove. Gli Altri, i preferiti dal Dio sconosciuto che, quel giorno, si alzeranno. Allora i troni dei Potenti si rovesceranno e gli Opportunisti cercheranno una dimora. Gli Altri, quel giorno, inizieranno una festa senza fine e senza confini.
Mauro Armanino, Niamey, 8 dicembre 2024