Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
IL VIRUS DI WUHAN
Cina pasticciona o Cina criminale ?
Dipende dai tempi e dai punti di vista. Inizialmente, la prima ipotesi venne accettata da tutti. Anche perché la più realistica e la più ragionevole. La pratica tradizionale di commercio tra uomini e animali- pipistrelli compresi- determina il patatrac. Le autorità lo percepiscono in ritardo e tentano di nasconderlo sotto il tappeto ( ma i servizi americani ne vengono a conoscenza e lo comunicano a Trump, che fa finta di non aver sentito). Dopo di che reagiscono con estrema energia, così da tamponare la falla prima del previsto. Nel frattempo, però, pagano fino in fondo, e da soli, come è giusto e logico che sia, le conseguenze del loro errore: un intera regione in quarantena, il blocco della produzione e dei traffici, il taglio delle reti su cui si era pazientemente costruita la loro egemonia nell’ordoliberismo globalizzato.
Chi aveva sbagliato aveva anche pagato. E la cosa poteva e doveva finire lì. Con la reazione rivelatrice dell’amministrazione Trump: “speriamo che la pandemia duri ancora qualche settimana, così che i posti di lavoro potranno tornare negli stati Uniti”. Aggiungi una dose variabile di “dagli all’untore”e il gioco era fatto.
Oggi però la situazione sembra essersi rovesciata; la Cina ha battuto la pandemia ed è ripartita; e, ripetendo in forma ancora più aggravata gli errori e le inadempienze della sua rivale, l’America è nel bel mezzo di una gravissima crisi.
Ecco, allora, la necessità di alzare il tiro. Apparentemente l’accusa è di negligenza. In realtà siamo a pochi passi dall’accusa di guerra batteriologica. C’è il laboratorio; c’è l’errore di un operatore mentre l’angelo sterminatore è già uscito dal recinto e corre per le strade. E c’è un potere nemico mortale del mondo libero ( almeno così è definito, con altre parole, il Pcc da Pompeo) che non può non accorgersene e da subito ma non lo ferma, anche al costo di seminare la morte nel suo stesso paese e di procurare danni immani alla sua economia, né avverte nessuno, perché prenda le necessarie azioni di contrasto.
Un nemico ad un tempo criminale e folle, dunque; e in grado di realizzare i suoi progetti. Come l’Irak di Saddam Hussein; l’Iran degli ayatollah; la Russia sotto il letto; il tutto su scala infinitamente maggiore.
“Ma non volevamo dire questo…”. Ma l’avete detto; o almeno fatto intendere. Aprendo così un vaso di pandora, quello di una possibile e incombente ritorno ad una guerra batteriologica, con tutti gli incubi e paranoie che inevitabilmente lo accompagneranno. Un vaso che ritenevamo chiuso per sempre; ma che, temo, non si richiuderà mai più.
ODIO
E’ morto Luis Sepulveda. L’occasione per parlare di lui. Anche criticamente; ma con la pietas che non si può negare preventivamente ad ogni essere umano. Ma ecco un giornale di destra ( Verità, credo; ma potrebbero essere benissimo anche il Giornale e Libero) che si frega le mani, trattandolo come si merita. “Intellettuale rosso fucsia”: prima anarchico, poi comunista poi trasformatosi opportunamente in progressista per fruire del consenso dei salotti e degli immancabili “radical-chic”. Per finire con l’immancabile calcio dell’asino: ( cito a senso) “ma poi sei morto perché sei stato colpito dal virus dei comunisti cinesi; ben ti sta”.
Mi sono naturalmente indignato ma più che altro ho provato spavento. Lo spavento suscitato dalla manifestazione dell’odio.
E mi sono domandato perché la destra sia capace di odiare più della sinistra. Per paura ? Per via della “roba”? Per la brutale concretezza che le è propria ? Perché ha costante bisogno di un nemico ?
Qualunque sia la ragione non è un bello spettacolo.
TRUMPONE E TRUMPINO
La tendenza alla riapertura, per le industrie come per le persone, è naturalmente molto forte. Ed è in atto, con modalità diverse, un po’ dappertutto; e lo sarà, ben presto, anche in Italia. E aggiungo, pronto ad essere smentito, che, ancora nel nostro paese, dove l’autorizzazione a riaprire le imprese è data dai prefetti, non mi pare proprio che chi produce sia penalizzato rispetto al popolo bue ( per non parlare dei vecchi, protetti al punto di poter morire assieme ai loro coetanei o magari di poter rimanere nelle loro comode dimore sino al 2021).
Naturalmente il processo dà luogo a polemiche; quasi sempre tra autorità scientifiche e politici o tra una regione e l’altra. E rimane basato su di un presupposto lungi dall’essere dimostrato: leggi che l’auspicata ripresa economica si possa sviluppare senza ricadute negative sul piano della pandemia.
Sia come sia la tensione permanente tra quarantenisti e aperturisti si è tradotto in uno scontro politico aperto ( e di una violenza senza pari) solo in tre paesi: il Brasile ( ma lì siamo di fronte a un caso clinico), gli Stati Uniti e, di riflesso, l’Italia.
Negli Stati Uniti “è tutto vero”, terribilmente e colossalmente vero. La posta in gioco. La natura dei protagonisti; la loro visione del mondo e i mondi che rappresentano.
Qui da noi, invece, è tutto finto, costruito, strumentale. Uno spettacolo; e neanche poi tanto coinvolgente. Una regione che si sente martirizzata semplicemente perché qualcuno si permette di rimettere in discussione la sua gestione della crisi sanitaria. Un presidente dell’Assolombarda- e ora, era ora, della Confindustria- che chiama a raccolta le sue truppe contro un paese e un governo culturalmente nemico. E un leader che ritorna capo della Lega Lombarda e lancia intimazioni di sfratto a Giuseppi, con la benedizione, almeno così dicono di Trump.
Un ritorno, regressivo, all’infanzia. Lega Lombarda; poi Lega Nord, contro il Sud parassitario e corrotto; poi Italia contro il mondo brutto, sporco e cattivo; poi di nuovo Lega Lombarda , contro il governo, il Sud e l’Europa; tutti brutti, sporchi e cattivi.
Uno spettacolo oggettivamente indegno.
Una sfida, a rigor di logica, persa in partenza, anche dal punto elettorale. Ma anche una specie di guerra lampo, tutta giocata, sulla temporanea debolezza dell’avversario. E, nello specifico, sull’infantilismo di ritorno del M5S.
MES O PUNT’E MES ?
Qui, occorre partire, ancora una volta dal “nulla sarà più come prima”. E dalla certezza assoluta che questa previsione vale particolarmente per l’Europa. Qui continuare a dare i numeri non è necessario. Perché quelli, ufficiali, del Fmi, sono, in qualche modo definitivi. Un calo del 7.5% del Pil: deficit tra il 5 e il !0% e destinati a salire ulteriormente; debito su Pil mediamente superiore al 100%. E, ciliegina sulla torta, il 7.5% medio del Pil che diventa un 9 e 10%, per i due paesi già sottoposti alle amorevoli cure della Troika, Italia e Grecia.
In queste condizioni, e con impegni finanziari che si gonfiano ogni giorno di più, pensare ad un ritorno all’austerità e alle sue regole non è solo sbagliato ma è, intellettualmente parlando, criminale. Anche perché chi fa mostra di crederci, lo fa per un cinico calcolo politico ( vedi gli olandesi e vedi il duo Salvini/Meloni ). In quest’ultimo caso, gesticolare contro l’Europa cattiva, mentre l’Italia va in rovina, per qualche voto in più è fare opera di sciacallaggio. Niente di più, niente di meno.
Pretesto, anzi casus belli, di questa operazione miserabile, è il Mes. Simbolo odioso dell’austerity e delle sue regole, certo; e quindi da respingere in linea di principio. Ma anche, nella sua versione attuale, ridotto da avvoltoio a spaventapasseri; e quindi da accantonare in linea di fatto.
Accantonare non vuol dire rinviare. Vuol dire occuparsi d’altro. Vuol dire non sognare uscite dall’Europa ( magari per tornare, una volta per tutte,al regno longobardo) ma decidere di entrarci dentro. Per contribuire a creare, e intorno a temi concreti, quelle grandi coalizioni di stati sovrani su cui l’Europa, una volta eliminato il disastroso diritto di veto, potrà costruire, con le opportune mediazioni il suo futuro. E anche per rendere evidente che i suoi interessi e la sua visione dell’Europa e del mondo, sono condivisi e condivisibili da altri, se non dall’Europa stessa.
In questo quadro la questione decisiva oggi sul tappeto è quella degli eurobond, o di qualsiasi altra forma di impegno finanziario collettivo da parte dell’Europa; e della ampiezza della coalizione necessaria per ottenerla. E non ce n’è nessun’altra. Sempre che naturalmente il M5S non torni ad avere paura delle sue ombre.
Punto. E Mes.
TAV E MES
Un anno fa, la grande questione nazionale. Urgente. Urgentissima.
Oggi, cantieri vuoti. Silenzio tombale. In Europa, una mozione firmata da sinistre, verdi e M5S che sostiene la sospensione dei lavori, per manifesta inutilità. Nessuna reazione. E le madamine occupate a distribuire mascherine.
Tav e Mes
USA
Biden e Sanders
Sanders non si è soltanto ritirato; ma ha dichiarato di appoggiare Biden, anzi di voler lavorare assieme a lui, sul programma e nella campagna elettorale. Una cosa mai accaduta, dai tempi di Roosevelt. C’è da sperare , dunque.
DISTRAZIONI
E’ convinzione comune, almeno qui da noi, che, sulla reazione al Coronavirus si misuri la qualità dei nostri governanti e il civismo dei nostri governati. E però, almeno sino ad oggi ( lo dico incrociando le dita) Roma e Napoli, luogo, a quanto si diceva, delle peggiori nefandezze degli uni e degli altri, sono state relativamente risparmiate dal Morbo ? E, quindi, delle due l’una: o l’accusa nei confronti di queste due città è falsa o il Morbo vendicatore si è distratto; il che, però, è del tutto improbabile. E allora…
Scusate, me n’ero dimenticato: c’è sempre l’ipotesi della raccomandazione…
Fonte foto: Corriere (da Google)