A causa di problemi emotivi maturati nel corso dei decenni, sempre celati ma costantemente attivi, e in occasione di una qualsiasi causa scatenante, un vulcano apparentemente spento erutta inaspettatamente nel nostro animo, travolgendo tutto ciò che incontra per strada, e spazzando via l’intero tessuto indispensabile alla vita normale. Oppure, e parallelamente, in virtù di esperienze traumatiche improvvise, che possono coincidere con la perdita dei punti di riferimento fondamentali, l’essere umano rischia in entrare in un altro mondo, un mondo infero: allora, un vero e proprio abisso svuota l’esistenza del depresso in maniera tale da “dislocare” la sua mente all’interno di “universi” lontanissimi quanto ignoti.
È un vero e proprio campo di battaglia, pertanto, lo scenario che imprigiona il depresso e, se noi lo vediamo appollaiato su un divano o poltrire in un letto, non dobbiamo ingannarci: egli, proprio mentre apparentemente poltrisce, è più attivo di chiunque altro. Sta infatti combattendo la sua battaglia, potendo contare su forze che rischiano di diventare ogni giorno più deboli, mentre il nemico diviene viceversa sempre più forte.
In questo senso, il depresso, quando assume uno sguardo distorto sulla realtà, quando cioè nella sua mente si formano idee dolorose o emozioni auto-distruttive, mostra di esser penetrato nel “vuoto” e di non esser “ancora” riuscito a trovare la giusta espressione per “padroneggiarlo, conferendogli un volto “domestico”.
In quello stato, necessariamente, il soggetto depresso perde il proprio con-tatto con il mondo.
Per quanto terribile sia, e pochi sanno fino a quale punto essa possa esserlo, la depressione è tuttavia una ricchezza straordinaria. Essa permette di fare esperienza di una dimensione essenziale della vita: chi l’ha provata e poi superata non sarà mai più lo stesso. Come uno sciamano, egli ritorna dal viaggio “nel luogo dove la notte è più buia”, con capacità e livelli di comprensione del reale che nulla hanno a che vedere con quelle di un uomo normale.
Chiedo a tutti coloro che leggeranno queste righe di tener conto del fatto che, avere a che fare con un depresso, è una fonte di sofferenza, indiscutibilmente, ma anche una grande possibilità. Egli è un bene prezioso: nella sua fragilità si cela un mondo “meraviglioso” che la persona depressa, come un esploratore, si è generosamente incaricato di comprendere anche per noi …
Chiedo, parallelamente, a tutte le persone che vivano stati di depressione di sfuggire ad ogni costo alla tentazione di fare del proprio disagio una gabbia “dorata” o magari una posizione “privilegiata” da utilizzare come strumento ricattatorio nei confronti delle persone vicine. Nulla è più sterile e distruttivo di questo. Dalla depressione occorre uscire. Assolutamente!
E’ bello e necessario ritornare alla luce della primavera, portando con sé – al di fuori di qualsiasi abbraccio mortale – anche le persone che ci vogliono bene.