Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Pandemia della verità
La pandemia è occasione per capire la verità del contesto in cui siamo. Ci sono circostanze in cui il dominio scioglie ogni discrezione e fumisteria per mostrarsi nella sua cruda verità. La TV di Stato è TV degli oligarchi, non è un servizio pubblico, in quanto la voce unica a suon battente ripete i suoi slogan, e ogni contradditorio è sostituito dalla presenza di una pluralità di voci e opinioni che ripetono lo stesso messaggio. La struttura di dominio ha dismesso i suoi panni ingannevoli, ha terrore della verità, si rifugia in un mondo onirico in cui tutto è falso. In tempi convenzionali il contradditorio è ammesso, le critiche blande e generiche fanno parte del gioco della falsa democrazia. La situazione contingente spinge alla voce unica: gli interessi inconfessabili con le multinazionali del farmaco, la rovina scientemente organizzata del settore pubblico, in particolare della sanità, ed il timore che il sistema con un altro confinamento possa diventare impopolare, fa in modo che il dominio si mostri nella sua tracotante verità. Chiunque dissenta o non voglia essere oggetto di una vaccinazione sperimentale è chiamato “disertore”, si invita ad una crociata contro i dissidenti. Il dominio spinge ad una guerra orizzontale: vaccinati contro non vaccinati, indica in coloro che non si vaccinano i nuovi nemici. Si occultano le responsabilità delle oligarchie e specialmente il servidorame giornalistico e politico con linguaggio triviale ed aggressivo invoca l’ultima battaglia contro i non vaccinati, li demonizza in una nuova caccia alle streghe in cui ad essere bruciate sono la verità e il confronto dialettico. La democrazia brucia e con essa la Costituzione vilipesa ed offesa, negata nei suoi principi fondatori: libertà di opinione (articolo 21) e rispetto della volontà personale (articoli 13 e 32). La TV pubblica pagata dai cittadini rappresenta solo coloro che sono in linea con le direttive del mainstrem, non è più TV pubblica, in cui vi è un libero confronto di posizioni, ma la voce del padrone che intima ed impaurisce. Il linguaggio è di tipo popolare, si rincorre il linguaggio del popolo, per scimmiottare il cittadino medio che nei loro calcoli astratti è linguisticamente depotenziato e intellettualmente debole in un evidente disprezzo verso i ceti popolari che non devono essere informati, ma conquistati al nuovo ordine usando il loro linguaggio. La TV mostra la sua verità: non è al servizio della Repubblica, ma della classe politica di turno, a sua volta esecutrice degli ordini che arrivano dall’esterno. Si procede con mezze verità, si afferma che il virus non muta con le vaccinazioni, ma si occulta che le vaccinazioni potrebbero produrre varianti, come si può constatare in qualsiasi testo scientifico. Si obbligano i medici al vaccino sperimentale, pur sapendo che possono, comunque, infettare i pazienti. I vaccinati restano veicolo del virus pur avendo la probabilità di sviluppare la malattia in modo meno virulento. Le parzialità sono innumerevoli. La menzogna per essere credibile deve eliminare la totalità-verità per sostituirla con la parzialità ideologica con cui addomesticare i cittadini, ormai sudditi. La distruzione della scuola negli ultimi decenni sta mostrando i suoi frutti velenosi. Cittadini poco istruiti ed educati ad essere consumatori e competitori cadono vittime della informazione ideologica. Sono stati formati alla deverbalizzazione, a vivere la riflessione e il concetto come un limite alla loro libertà pulsionale, pertanto sono smarriti, e nel contempo chiedono di ritornare alla vita precedente con i suoi incanti. D’altra parte forze politiche e sindacati non danno ad essi voce, né consentono la partecipazione. La chiesa cattolica distribuisce vaccini ai barboni, fa appello all’inclusione totale declinando in modo melenso il linguaggio del dominio globale e nel contempo rende impossibile la messa in latino. Non ha colto l’occasione per riflettere sul senso dell’esistenza e sulla morte, ma si è allineata sostituendo l’acqua benedetta con i disinfettanti. L’omogeneità e l’omologazione sono un corpo unico che si esprime in tutte le istituzioni. Ladecadenza è palpabile in ogni parola, il nichilismo economicistico ha inquinato l’ambiente e le menti egualmente.
Nuovo tesseramento
Il green pass a sfregio del regolamento europeo 2021/953 al paragrafo 36 indica chiaramente di non discriminare i non vaccinati:
“È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate. Pertanto il possesso di un certificato di vaccinazione, o di un certificato di vaccinazione che attesti l’uso di uno specifico vaccino anti COVID-19, non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione o per l’utilizzo di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri quali linee aeree, treni, pullman, traghetti o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati”.
Si è europei solo nei tagli ai diritti sociali e alle pensioni, ma si è pronti a disattendere le indicazioni contro le discriminazioni, se vi sono interessi economici in gioco. L’economia è superiore alla libertà e alla vita delle persone.
Il green pass è invece usato per sperimentare un nuovo tesseramento sullo stile fascista. Il capitalismo delle oligarchie ha consigliato al governo di legiferare sul licenziamento dei lavoratori non vaccinati. La confindustria ha mostrato, ancora una volta, il suo volto nel silenzio dei sindacati. Propone il tesseramento del ventennio, coglie l’occasione dopo decenni di diritti negati per l’ultimo balzo contro i lavoratori che privi di guida e consapevolezza subiscono l’ennesimo affronto. La politica è dipendente dai potentati esattamente come nel ventennio fascista. Le iscrizioni al Partito fascista ebbero un’impennata, il 29 marzo 1928, poiché gli iscritti al P.N.F. avrebbero avuto la precedenza nelle liste di collocamento, anzi gli iscritti della prima ora avrebbero scalato le liste. Nel 1930, il tesseramento lungo un lustro divenne condizione fondamentale per ricoprire incarichi scolastici dirigenziali (presidi e rettori) e dal 1933 per il concorso a pubblici uffici. La tessera divenne poi obbligatoria nel 1937 per qualsiasi incarico pubblico.
Il green pass introduce nuove discriminazioni, divide la popolazione, alcuni hanno proposto l’interdizione dei mezzi pubblici regionali e comunali ai non vaccinati, lo scopo è occultare le contraddizioni del sistema che diverranno sempre più palesi con lo sblocco dei licenziamenti. Dinanzi alla disinformazione che avanza tra paura ed indifferenza (i giovani, in media, vogliono tornare alla vita precedente, non hanno altro obiettivo con soddisfazione del sistema che li vuole sudditi e consumatori) non resta che constatare lo stato presente e diventare veicolo di informazione.
Nuovo mercato all’orizzonte
La libertà di vaccinarsi o non vaccinarsi è personale, ma la libertà senza una corretta informazione non è libertà, ma manipolazione e trasformazione dei cittadini in sudditi. Siamo ad un passaggio fondamentale per capire il dominio nel suo dinamismo capillare, il futuro della democrazia è responsabilità di tutti, la democrazia è un bene invisibile comune, mentre il capitalismo è in una fase in cui non tollera neanche gli spazi comuni di condivisione, tutto dev’essere appiattito sulla sola logica acquisitiva e manipolativa. Si sta inoculando, il sospetto è lecito, un nuovo bisogno mediante la paura dell’infezione, ovvero il bisogno di vaccinarsi, perché l’altro è un potenziale pericolo, in tal modo le multinazionali potrebbero avere in futuro un largo mercato:[1]:
“Quella della necessità di creare bisogni è stata una scelta consapevole e i mezzi impiegati allora per raggiungere l’obiettivo furono gli stessi che oggi impiega la televisione quando fa desiderare un paio di scarpe da tennis di cui nessuno ha davvero bisogno per indurre la gente a vivere nella società del lavoro salariato. Questo schema si ripete continuamente nella storia del capitalismo. La storia del capitalismo mostra infatti che le persone devono essere indotte a comportamenti che poi vengono presentati come parte della loro stessa natura. Ma se c’è una cosa che il capitalismo ha mostrato davvero è che questi comportamenti tutto sono meno che naturali, tanto che devono essere indotti artificiosamente”.
Non resta che capire il potere per potersi difendere, e tale resistenza dev’essere individuale e comunitaria. Nel frattempo si sperimentano nuove tecnologie per l’atomizzazione dei cittadini in nome della sicurezza: al policlinico di Modena una videocamera parlante misura lo spazio che intercorre tra i presenti e li avvisa, nel caso il distanziamento non è rispettato. La tecnologia tutta italiana potrebbe essere usata anche sugli autobus, ovunque vi è il pericolo di assembramenti. Vi è anche un’app che avvisa il cliente qualora il luogo nel quale si sta recando è affetto da assembramento. Deve sorgere la domanda sul futuro che vogliamo, se una società del consumo e della sicurezza sia a misura di essere umano, o si profila un nuovo totalitarismo, siamo tutti implicati nel sistema, le zone grigie non sono ammesse come ci ha insegnato Primo Levi.
[1] Noam Chomsky, Capire il potere, Marco Tropea Editore, 2002 pag. 136
Fonte foto: La Stampa (da Google)