In questi giorni i partiti stanno ultimando le liste di candidati e candidate nei vari collegi uninominali e nei listini proporzionali.
Fermo restando che legittimamente ognuno sceglie quel che vuole, sorgono spontanee alcune domande scorrendo qua e là tra i vari nominativi.
Nel Pd , anche se tali opzioni rappresentano la conferma del percorso politico intrapreso ormai da tempo, si accolgono una serie di candidature perfettamente in linea con le politiche ultramoderate e liberali di questo partito.
Come considerare altrimenti quella della ex segretaria della Cisl, Furlan, che contraddistinse il suo mandato quasi esclusivamente per lo scandalo sugli stipendi d’oro dei “sindacalisti” (compreso il suo) ? Non fu certo un bel biglietto da visita per chi doveva rappresentare una massa di lavoratori e lavoratrici, con salari progressivamente depauperati.
Che dire poi di quella di Cottarelli, colui che vanta un pedigree veramente di razza, provenendo addirittura da quella associazione caritatevole che risponde al nome di Fondo Monetario Internazionale. Per il Pd, non c’è alcun dubbio, è colui che incarna perfettamente la specie di “uomo sinistro”.
Nessuna sorpresa, invece, su quella di un’altra segretaria del sindacato, Cgil stavolta, Camusso : del resto, da anni a questa parte, la stretta correlazione, patto non scritto o filo rosso, tra quel partito (pci-pds-ds-pd) e quel sindacato ci ha fatto spesso commentare, tra il serio e il faceto, “in cgil non si muove foglia se il partito non voglia!” Io continuo a pensare, malamente, che nel momento in cui si scelga di stare onestamente dalla parte dei lavoratori (e basta) non si debba stare contemporaneamente in un qualunque partito politico come parte attiva, soprattutto dopo che si è acclarata l’intera politica come assoluta controparte nei fatti (senza eccezione alcuna, anzi). Forse bisognerebbe addirittura ragionare su una sorta di separazione delle carriere sulla falsariga dei magistrati. O di qua o di là. Se un inquirente non può essere giudicante, io sostengo che un sindacalista non possa essere il rappresentante di un partito. Capisco che tale affermazione può sembrare estrema, ma la commistione dei ruoli è una delle storture su cui, ripeto, auspicabile riflettere.
Nella lista Sinistra Italiana-Verdi, stanno facendo parlare soprattutto due nomi, Soumahoro e Cucchi.
Il primo, Aboubakar, sono quasi venti anni che lotta per i braccianti, per i loro diritti, per le loro condizioni, spesso ai limiti della sopportazione umana, in genere comunque, a fianco di migliaia di lavoratori di “ultima serie”. Il tutto stando in un sindacato, l’USB, che teoricamente rifiuta e combatte certi sistemi di potere, con certi partiti in testa. Ora va a prendere voti in uno di questi, Sinistra Italiana, appunto, che sta in coalizione con quel Pd (vedi sopra), artefice di gran parte delle controriforme che hanno determinato molte delle condizioni in cui si ritrovano milioni di lavoratori e cittadini, proprio quelle che vorrebbe cambiare, giustamente, Soumahoro. Chiedo, non ci si sente in imbarazzo in una coalizione in cui al fianco ci si trovano personaggi come quelli decritti poc’anzi, Cottarelli e Furlan ?
Sono contento, infine, che abbia trovato una candidatura, Ilaria Cucchi. Lottando anni e anni per la giustizia, qualora venisse eletta, spero vivamente possa portare avanti lo stessa tema al fianco delle famiglie di altre vittime molto “particolari” al pari di quella di suo fratello Stefano ( Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Aldo Bianzino…), solo per citarne alcuni.
Fonte foto: Firenze Post (da Google)