Uomini e passeggini


Non si può non costatare  la mutazione dei costumi in atto. I padri spingono il passeggino, mentre le mogli/compagne seguono il padre che pare aver ritrovato  un nuovo senso alla propria paternità. Il cambiamento è stato veloce e quasi improvviso, al punto che è quasi impossibile trovare le tradizionali madri che spingono il passeggino. La libertà, ci hanno sempre spiegato i suoi ideologi, non conosce ruoli naturali o culturali fissi, essa  è lo scambio voluto, pensato e desiderato dei ruoli.

Ora che la rivoluzione sembra compiuta non possiamo non constatare che i ruoli si sono nuovamente sclerotizzati. I padri  tutti si ritrovano a spingere il passeggino, mentre le mogli e le compagne sembrano assurgere a ruoli che erano una volta dei padri. 

Da tali osservazioni facilmente appurabili anche ad uno sguardo superficiale si sollevano domande ed ipotesi. La prima domanda è se tale cambiamento è autentico, ovvero corrisponde ad un processo di riflessione individuale e collettivo sulla paternità responsabile o è il riflesso di una moda sostenuta dai media e dalla pubblicità che chiedono ai padri e agli uomini di dimostrare di non essere “patriarchi”.

La pressione sociale, lo sappiamo, fonda comportamenti ed abitudini nella società dello spettacolo. È solo una ipotesi che cerca di spiegare la motivazione di un cambiamento tanto repentino. Resta il dato oggettivo che il tanto auspicato cambio dei ruoli non pare esserci, in quanto si ripetono comportamenti sclerotizzati, anche se in modo ribaltato rispetto al passato. Ogni ruolo che si irrigidisce in comportamenti che diventano aprioristici denota che la libertà è stata sostituita da un nuovo codice culturale che prevede la ridefinizione fissa dei ruoli e questo è il segno, probabilmente, che non vi è stato un processo di trasformazione dei ruoli pensato e concettualizzato dai padri e dalle madri, ma è prevalso il condizionamento dei media, per cui certi cambiamenti potrebbero essere nuovamente superati, se i media lanciassero un nuovo modello di organizzazione dei ruoli all’interno delle famiglie. 

I processi di trasformazione sono profondi, se vi è stato un processo di formazione dialettico, che non pare esserci stato.  Le nuove generazioni di padri sembrano rivoluzionari, ma l’omologazione dei costumi denuncia che la rivoluzione in atto sia in realtà una rivoluzione passiva calata dall’alto e, dunque, non pensata. Naturalmente ciò vale anche per le donne-madri che devono rinunciare ad un gesto che è sempre stato associato alla maternità al fine di dimostrare che sono emancipate. Sono felici? Solo loro lo sanno, se lo sono non si può che esserne soddisfatti per loro.  Non sappiamo quanto al bambino questo faccia bene. Resta una riflessione che non si può non fare, ovvero che la libertà vera è scelta consapevole con annessi scambi dei ruoli, solo se i membri della coppia lo vogliono e ritengono il caso di farlo. Resta l’impressione che ancora una volta siamo dinanzi ad una omologazione che pare decisa dai media piuttosto che dai componenti della coppia in comune accordo.

Il futuro ci dirà, se siamo dinanzi ad un cambiamento di superficie o profondo, certo è che i bimbi necessitano di padri e di madri che con la loro complementarietà sono d’ausilio alla loro crescita. Naturalmente che ognuno faccia ciò che vuole, purché ciò che si fa sia sentito, pensato e desiderato. Solo in questo modo avremo coppie equilibrate e figli felici.

Fonte foto: da Google

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