Il Parlamento Ue obbedisce ai dettami di Washington e vota
per inviare sistemi d’arma tecnologici offensivi per alimentare la guerra in
Ucraina
La risoluzione votata a grande maggioranza dal Parlamento europeo, con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti è un passo ulteriore verso la intensificazione della Guerra in Ucraina.
Solo poche settimane or sono esponenti governativi e
parlamentari europei avevano scatenato polemiche nei loro paesi sui ritardi
delle forniture di armi all’Ucraina invitando le maestranze delle imprese
militari a intensificare i ritmi produttivi e rinunciando anche alle ferie per
assicurare sistemi di arma tecnologicamente avanzati in grado di portare
direttamente la guerra contro infrastrutture e popolazione russa.
Le premesse di questa (guerrafondaia) risoluzione sono molto espliciti: l’Ucraina deve difendersi pienamente e per questo ricevere non solo tradizionali sistemi di difesa missilistica ma aerei e sistemi tecnologici avanzati, missili a media e alta gittata per colpire infrastrutture russe. Si stigmatizza ogni eventuale diminuzione degli aiuti militari dei paesi Ue invitandoli a destinare quote crescenti del loro Pil non solo alla produzione di armi ma anche a investimenti tecnologici per costruire sistemi di ultima generazione.
Viene
poi chiesto l’inasprimento delle sanzioni contro la Russia e reiterata la
accusa diretta di crimini di guerra al fine di perseguire i vertici di quel
paese a livello internazionale. Non una parola viene invece spesa per i crimini
di guerra Ucraini ai danni della popolazione del Donbass.
La risoluzione votata dal Parlamento a sostegno
dell’Ucraina “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le
restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro
obiettivi militari legittimi sul territorio russo”, l’obiettivo dichiarato è
quello di garantire forniture di armi di ultima generazione per estendere e
rafforzare il conflitto attaccando direttamente infrastrutture e popolazione
civile in territorio russo.
Non
si tratta solo di rispettare l’impegno Ue già assunto nel marzo 2023 che
prevedeva la consegna di munizioni e sistemi di difesa aerea, oggi si va verso
la massiccia esportazione di armi tipicamente offensive e avanzate
tecnologicamente per portare la guerra sul territorio russo e bielorusso.
Nella
risoluzione approvata le sanzioni richieste sono rivolte non solo
contro la Russia ma anche verso altri paesi ritenuti alleati.
La Cina entra a pieno titolo nel mirino della Ue, e degli Usa, è proprio questo paese ad essere accusato di fornire aiuti militari e tecnologici alla Russia, analogo discorso vale per l’Iran che vogliono indebolire per rafforzare la potenza regionale di Israele. E l’arma delle sanzioni è stata da sempre un diffuso strumento economico e militare per piegare i popoli ai dettami Nato e Usa.
C’ è poi un capitolo meritevole di attenzione perchè la confisca dei beni statali russi congelati dall’UE si tradurrà in rifornimenti militari e aiuti economici al Governo Ucraino.
Il voto a questa Risoluzione ha spaccato i partiti italiani presenti nel Parlamento Europeo, da notare tuttavia l’assenso accordato da esponenti del centro sinistra che in politica estera sono ormai più guerrafondai dell’atlantismo imperante nel centro destra.
Fonte foto: Open (da Google)