Sono naturalmente vicino alle famiglie delle due giovani che hanno perso la vita a Roma pochi giorni fa travolte dall’auto guidata da un altro giovane di vent’ anni. Posso solo immaginare il dolore che stanno vivendo in questi giorni e che si porteranno con loro per tutta la vita.
Sono però vicino anche al ragazzo che le ha travolte. Una vita distrutta anche la sua. Un dramma che accompagnerà anche a lui, tragicamente, per tutta la sua vita. Mi auguro che sappia trovare la forza e le energie interiori per elaborare quanto accaduto e non colpevolizzarsi più del dovuto, per la semplice ragione che quanto accaduto non è di sua esclusiva responsabilità.
Conosco bene, come ogni romano, quel tratto di strada. E’ praticamente un’autostrada, con tanto di guardrail, per di più di notte anche con una scarsa visibilità. Attraversare di notte quella strada scavalcando il guardrail, per di più in una serata piovosa, equivale ad attraversare di notte mentre piove un’autostrada particolarmente trafficata. Il comportamento delle due ragazze è stato, quindi, a dir poco incauto. E’ ormai acclarato che l’auto che le ha travolte andava ad una velocità di 70 km. orari. Una velocità assolutamente normale per quel tratto di strada anche se il divieto è formalmente di 50 km. all’ora. Sfido qualsiasi romano a dirmi che su quella strada la velocità media delle auto è inferiore ai 70 km. orari.
Ma la questione che crea discordia nell’interpretazione dei fatti è un’altra e cioè il fatto che Il ragazzo che le ha investite è risultato positivo al test alcoolico (ma non a quello dell’uso di stupefacenti).
Sappiamo tutti perfettamente che tutti o quasi i ragazzi e le ragazze che escono il venerdì e il sabato sera fanno uso e spesso abuso di alcool e sostanze stupefacenti. Direi che è la normalità, se non vogliamo mettere la testa sotto la sabbia e raccontarci delle balle per rassicurarci. Ora, il giovane che ha investito le due ragazze – sempre se non vogliamo prenderci in giro – aveva soltanto bevuto qualche bicchiere di troppo e nulla più, cioè quello che fanno pressochè quasi tutti i giovani la sera quando escono. Anzi, moltissimi, come già detto, fanno abuso sia di alcool che di droghe varie.
La vera questione, dunque, è questa. Il sistematico uso e abuso di alcool e droghe da parte dei giovani, con tutte le conseguenze – ivi compresi gli incidenti stradali – che questo uso e abuso comporta. E’ su questo che bisogna interrogarsi. Sul fatto cioè che i giovani per divertirsi abbiano la necessità di stordirsi, ubriacandosi e/o drogandosi.
Criminalizzare (o responsabilizzare oltremodo) il giovane investitore, quindi, oltre che sbagliato, è depistante, non solo per la dinamica dei fatti ma soprattutto perchè è un modo per chiudere gli occhi di fronte ad una questione che va ben al di là del tragico episodio (quanti ne accadono di simili ogni anno?…) che ha avuto un’eco mediatica superiore a quanto accade normalmente per via del nome dell’investitore (figlio di un famoso regista cinematografico) e perchè il fatto è accaduto in una zona e in un ambiente della cosiddetta “Roma bene”.
Ma i capri espiatori servono a tante cose ma certamente non alla comprensione della realtà. Che è sempre più complessa di come appare o di come ce la rappresentiamo.

Fonte foto: Tgcom24 (da Google)