Per secoli, l’Europa si è raccontata come la culla della civiltà, la patria della ragione e del progresso, la guida morale del mondo. Con le sue rivoluzioni politiche e industriali, con la sua cultura e la sua scienza, si è autoassegnata un ruolo di leadership, imponendo i propri modelli economici, sociali e ideologici ovunque riuscisse a estendere la propria influenza. Ma oggi, nel XXI secolo, il resto del mondo guarda l’Europa con occhi diversi: non più come una guida, ma come una congrega di criminali auto-assolti. E, forse, ha ragione.Era un fallimento annunciato. L’Europa non ha mai davvero incarnato i valori che proclamava. Ogni tentativo di universalismo europeo si è sempre accompagnato a una scia di violenza e distruzione. I secoli moderni hanno visto un continente devastato da guerre fratricide, in una sequenza di tragedie inenarrabili che ha raggiunto l’apice con le due guerre mondiali. L’Europa ha prodotto il nazifascismo, ha costruito i campi di sterminio, ha partorito l’ideologia razziale che ha sterminato milioni di persone. Ha visto nascere e fiorire i totalitarismi più spietati, e, quando ha avuto la possibilità di redimersi, ha preferito schierarsi dalla parte della bomba atomica. La prima esplosione nucleare su civili inermi non è stata solo una scelta americana, ma l’ultimo atto di una guerra che aveva radici profondamente europee.E il colonialismo? Secoli di saccheggio e sfruttamento spietato di Africa, Asia e America Latina, giustificati in nome della missione civilizzatrice. Popoli interi massacrati, culture annientate, ricchezze sottratte per alimentare il benessere di poche capitali imperiali. Ancora oggi le conseguenze di quel sistema persistono, mentre le ex potenze coloniali si ergono a giudici morali del mondo, pretendendo di dettare le regole del vivere civile.Eppure, dopo tutto questo, l’Europa si illudeva di poter diventare un modello. Creava istituzioni sovranazionali, parlava di diritti umani e democrazia, si dipingeva come l’alternativa illuminata ai nazionalismi. Ma a chi voleva insegnare la moralità? A chi ha subito la sua oppressione? A chi porta ancora i segni delle sue bombe, dei suoi stermini, delle sue economie di rapina?Oggi l’Europa si presenta fragile e divisa, incapace di tenere il passo con le grandi potenze, condannata a un ruolo periferico. I suoi ideali si sono trasformati in un guscio vuoto: un continente che si voleva faro dell’umanità e che ora non sa nemmeno difendere sé stesso. Il resto del mondo la osserva con un misto di scherno e diffidenza. Perché mai dovrebbero prenderla sul serio? Per loro siamo solo criminali che se la sono cavata. E la storia sembra dar loro ragione.
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