Intervista alla storico Diego Siragusa a cura di Stefano Zecchinelli per l’Interferenza.info
- Professor Siragusa, come prima domanda le chiedo di introdurci alla figura di Udo Ulfkotte. Quali sono le principali esperienze professionali, tanto come corrispondente esteri quanto nel ruolo (delicatissimo) di inviato di guerra, del grande giornalista tedesco?
Udo, voglio chiamarlo così, come fosse un amico, fu uno dei più importanti giornalisti tedeschi. Il pubblico lo conosceva anche per le sue frequenti partecipazioni a eventi televisivi. Fu corrispondente di Guerra dall’Iraq, durante la guerra con l’Iran,e rivelò fatti che l’opinione pubblica tedesca e mondiale non conosceva. Perché Ulfkotte scrisse il libro autodenunciandosi? Vi sono diverse ipotesi: alcune lo presentano come un narcisista in cerca di pubblicità e di protagonismo, l’eroico salvatore del mondo; altre mettono in rilievo il fatto che egli fu vittima del “suo lavoro” ammalandosi di tumore per aver inalato, mentre era inviato nei campi di battaglia in Iraq, il gas tossico di fabbricazione tedesca venduto a Saddam Hussein che lo usò nella guerra contro gli iraniani. Doveva, quindi, vendicarsi di qualcuno o di qualcosa. Si pensa anche che questo libro sia stato il suo testamento, il dono ultimo da lasciare in eredità ai buoni giornalisti, consapevole che non sarebbe vissuto a lungo a causa della sua patologia cardiaca.
Di grande interesse è il racconto sui reportage dai paesi arabi governati dalle petromonarchie. Parecchi suoi colleghi ammorbidivano i loro articoli dopo essere stati trattati in modo principesco dal sultano dell’Oman e aver ricevuto costosi regali. La descrizione che Udo ci offre del sistema dell’informazione occidentale è agghiacciante. In ultima analisi: sono poche le fonti di informazione oneste, prevale, invece, una accorta e spietata regia che premia il servilismo dei giornalisti disposti a vendersi e distrugge il lavoro di quelli onesti che vogliono solo servire la verità. Udo si è ribellato autoaccusandosi di essere stato per molti anni nel libro paga della CIA. Non per caso il libro si apre con questa citazione di Christian Friedrich Hebbel, Drammaturgo e poeta tedesco: “Se tutti i giornalisti,in quanto tali, fossero in carcere, non ci sarebbero certo tanti innocenti rinchiusi più di quelli che già ci sono”.
- Ulfkotte ha denunciato il ruolo degli apparati accademici impegnati, quanto meno nelle università più prestigiose, nel reclutare i ragazzi più promettenti ed inclini alla collaborazione. Come viene comprato un giovane ricercatore? Possiamo parlare della nascita di vere figure intermedia fra gli apparati accademico-giornalistici e le intelligence: es. accademici spia o i giornalisti spia?
Tutto questo è raccontato nel capitolo “Nella morsa dei servizi segreti” dove Udo spiega come fu reclutato negli anni ’80 dalla BND (Il Bundesnachrichtendienst – BND – Servizio Informazioni Federale),. quando era studente, in un’università attraverso un professore. Ascoltiamo le sue parole: “Dal 1999 sono stato docente anch’io in un’università. E precisamente a Lüneburg. Lì ho insegnato per molti anni Gestione della Sicurezza nel Dipartimento di Amministrazione Aziendale. E io ero presente all’università insieme ad altri relatori (come Rolf-Wilhelm Dau, l’ex responsabile della sicurezza della Philips) tutti studenti segretamente selezionati che, per la struttura della loro personalità, le loro attitudini politiche e la loro capacità, interessavano il BND. Questo era facile da capire nei seminari che organizzavo. Abbiamo parlato molto di politica. Abbiamo fatto giochi di ruolo. E nei seminari avevo anche interrogato scherzosamente gli studenti sui loro hobby e attitudini personali. Molti dei miei studenti ricorderanno ancora bene che ogni tanto vedevamo un film di James Bond e poi chiedevo loro chi avrebbe immaginato di lavorare per i servizi segreti in seguito. Tutti ridevano. Gli studenti lo trovavano infinitamente divertente. Nessuno sospettava la verità. La BND voleva che fosse così. E l’università era d’accordo”.
- Qual è stato il ruolo del mass media ‘’comprati’’ dinanzi al processo d’integrazione europea? In che modo ai cittadini è stato imposto, con l’inganno e la manipolazione, lo strapotere del ‘’super-stato’’ europeo?
Questo è uno dei capitoli più interessanti e di vibrante attualità sulla scena politica europea. Tutti i sondaggi rilevavano che in Germania l’opinione pubblica era contraria all’Unione Europea e al passaggio dal marco all’euro. Tutto il sistema dell’informazione fu mobilitato con trucchi concettuali ingannevoli per estorcere il consenso dei cittadini. Udo s’indigna perché nessuno protesta contro questo omologato e idiota rovesciamento concettuale. E a un certo punto la gente ci crede persino, anche se si sa che è corretto il contrario.
Lei ha, più volte, espresso seri e ben argomentati dubbi sulla strana morte di UdoUlfkotte. Può darci qualche elemento in più di riflessione?
Il boicottaggio del suo libro e le minacce a cui fu sottoposto ci riportano alla vicenda paradossale e crudele di Julian Assange. Se tocchi gli Stati Uniti, la NATO, il Capitalismo selvaggio, l’alta Finanza, i Servizi segreti o se riveli la verità sull’11 Settembre 2001, firmi la tua condanna a morte. Ecco perché nessuno ha voluto tradurre il suo libro…. tranne il sottoscritto. Udo aveva problemi cardiaci e la sua morte improvvisa fu presentata come conseguenza di quella patologia. Questa versione, però, non risponde alla domanda: Perché il suo corpo fu subito cremato e non fu fatta alcuna autopsia? Considerata l’importanza del personaggio, la domanda mi sembra legittima e siamo autorizzati a pensare che, in verità, Udo fu assassinato. Gli agenti dei servizi segreti hanno una specie di manganello che emette una scarica elettrica in grado di fermare il cuore. Una tecnica semplice e “pulita” per assassinare un personaggio scomodo.
- In che modo la denuncia di Ulfkotte si correlazione alla persecuzione-tortura di Julian Assange? Secondo il fondatore di Wikileaks, l’attuale generazione sarà l’ultima generazione parzialmente libera perché l’establishment imperialista ha pianificato la transizione dal capitalismo di sorveglianza ad una autentica dittatura orwelliana-cybernetica (pensiamo anche al ruolo dei social media). Lei concorda con la posizione, politicamente rivoluzionaria, di Assange?
Non c’è dubbio che la vicenda di Assange è la cartina di tornasole del sistema di potere oligarchico che governa l’occidente capitalistico e tutti gli stati asserviti a tale sistema. Quanto prima uscirà il mio libro sulla censura di Facebook che blocca tutte le notizie che non piacciono ai sionisti ma tollera tutte le notizie e le plateali menzogne che i sionisti e i loro protettori americani divulgano attraverso i social media. Ho ricevuti blocchi a ripetizione e vere e proprie intimidazioni. Allo stesso modo tanti altri militanti antimperialisti. I burattinai che gestiscono le nostre vite e il nostro futuro, sanno benissimo che la paura, l’inerzia e il lavaggio del cervello costante dei cittadini attraverso i media, alla fine produrrà l’asservimento soffice e, forse, anche il consenso. Alcuni aspetti controversi della gestione e della diffusione del Covid19 ci inducono a sospettarlo. La codardia dei governi occidentali, con quello italiano in buona posizione, facilita questi processi orwelliani che hanno bisogno della consapevolezza e della mobilitazione costante delle masse per essere esorcizzati e sconfitti.