Fabrizio Marchi, nel suo editoriale del 2 dicembre, “Chi e cosa sono le sardine”, su L’interferenza, segnala come una contraddizione l’indignazione delle sardine per il razzismo della Lega e per la diffusione “populista” di sentimenti di odio, considerando che la loro chiara area politica di riferimento (l’area liberal-democratica “progressista” piddina) sostiene guerre imperialiste, attacchi reazionari ai governi del Venezuela, della Bolivia, ecc., e porta avanti politiche di austerità neoliberiste europeiste.
A me sembra che la contraddizione sia tale solo se ci limitiamo al confronto tra le posizioni piddine e leghiste per come vengono esplicitate dagli interessati e si accetta come oggettiva la loro coscienza ed autopercezione soggettiva. Se invece si valutano queste posizioni all’interno del sistema di riferimento, nella fase capitalistica attuale, e della loro funzionalità ad esso, mi sembra che vi sia una vera e propria oggettiva complementarietá tra le posizioni della sinistra liberal-liberista “progressista” e le posizioni apertamente reazionarie e razziste.
L’appoggio dato dai piddini ai golpe reazionari (e razzisti) non è affatto semplicemente un’incoerenza, una contraddizione o un errore di questi settori. Sono da tempo convinto che PD e Lega, sulla questione immigrazione e razzismo, siano le facce della stessa medaglia anche per un motivo più profondo, alla luce del quale questi due pretesi poli politico-culturali sono complementari nella diffusione dell’ideologia razzista.
Non bisogna mai dimenticare che il razzismo nasce col colonialismo ed è indissolubilmente intrecciato ad esso; non è un moto dello spirito connaturato all’uomo che avverte le differenze come minaccia, in situazioni di insicurezza. Per rimanere in ambito non propriamente scientifico o accademico, questa cosa l’aveva capita perfettamente un artista come Robert Wyatt, che parlava del suo passaggio dall’antirazzismo solo morale alla consapevolezza del suo genetico intreccio con la questione coloniale e col capitalismo. Secondo questa impostazione, non vi può essere antirazzismo che non sia anticolonialismo. D’altro canto, il fascismo non è forse la continuazione della tradizione coloniale liberale?
Ebbene, quando l’area PD sostiene tutti gli interventi imperialisti neocoloniali e le guerre di aggressione imperialista “umanitarie”, dirittumaniste, per portare i “diritti umani” e la “democrazia” tra i popoli più “arretrati”, esattamente come i colonialisti intervenivano per portare la “civiltà”, o come Mussolini per rimuovere il “negus schiavista”, promuove la diffusione dell’ideologia colonialista della superiorità dell’occidente capitalista liberale e del suo diritto a intervenire ovunque. Tutto ciò avviene sotto la copertura dell’immancabile paternalismo verso i “popoli bambini” (espressione di John Stuart Mill), malcelata espressione della superiorità e del rapporto di dominio.
Come si vede, il pathos umanitario piddino o sardino poggia sulle fondamenta della bieca ideologia colonial-razziale , alla cui diffusione dedica ogni sforzo ideologico e propagandistico..
A questa azione colonialista “umanitaria” di base, corrisponde la diffusione rozza dell’ideologia razzista tra gli strati popolari in difficoltà da parte della piccola borghesia (il compito assolto da Lega & Co.), in funzione di divisione tra i lavoratori e di diversione dai veri obiettivi.
Il tutto, per entrambi, attraverso i megafoni mediatici padronali, che sono i beneficiari di tutto questo.
Si dividono oggettivamente i compiti: i piddini appoggiano le guerre, diffondono l’ideologia coloniale e accolgono la manodopera a basso costo, in un quadro di abbassamento generale del costo della manodopera e di eliminazione dei diritti dei lavoratori e sociali; i leghisti operano per mantenere ancora più deboli e indifesi i lavoratori migranti, agitando barriere contro l’accoglienza e rendendoli precari dal punto di vista del soggiorno, clandestini, e sottoponendoli a pressioni psicologiche di massa, come avveniva ed avviene per i neri negli U.S.A., per es.
I piddini accomunano i lavoratori stranieri poveri, precari e senza diritti, ai lavoratori italiani nella medesima condizione, che è la condizione generale attuale del lavoro da loro stessi perseguita e celebrata; i leghisti, nel quadro generale di debolezza del lavoro, si accollano il compito di dividerli e di additare i lavoratori stranieri sfruttati e gli stranieri poveri come causa della povertà degli italiani. E’ un tandem perfetto.
Particolare non trascurabile, i piddini appoggiano i neonazisti ucraini e le forze di destra venezuelane e boliviane, apertamente “bianche” e razziste (Chavez per loro era la “scimmia india”. Analogo giudizio è riservato gli indios boliviani di Evo Morales). Costoro appoggiano movimenti e forze razziste e fasciste e poi pretendono di dare lezioni di antirazzismo e antifascismo.
Con ciò non voglio dire che l’aperto razzismo e l’ipocrita antirazzismo siano equivalenti. No. Poiché l’ipocrisia è l’omaggio che il vizio rende alla virtù, questo omaggio implica necessariamente un riconoscimento ed una concessione alla virtù da parte del vizio. E’ pur sempre preferibile una ipocrita virtù alla sincera brutalità viziosa. Perciò, l’antirazzismo dichiarato è pur sempre preferibile al razzismo conclamato. Nonostante l’ipocrisia rechi con sé l’inconveniente negativo di celare le forze realmente in campo e funga da cavallo di troia nelle file dei sinceri e coerenti “virtuosi”.
L’altro tema agitato dalle cosiddette sardine è l’avversione per la demagogia “populista” e per i bassi sentimenti di odio diffusi.
Anche in questo caso, mi sembra che si possa dir loro: “De te fabula narratur”.
Questi giovani benestanti promotori e manipolatori del movimento sono squallidi reazionari, parte del processo di distruzione della democrazia moderna (o del processo di vera e propria fascistizzazione, secondo alcuni, in atto da tempo). Parte del problema, non della soluzione. Ciò che avviene adesso non viene dal nulla. E’ in atto da decenni un processo del quale la componente sociale e politica sardina è tra le principali responsabili (anche perché ne raccoglie i frutti, vista la base di classe del fenomeno).
Costoro si pongono in antitesi ad un fenomeno, il cosiddetto populismo-sovranismo particolarista e razzista, egoistico e violento, che è solo la logica conseguenza e la prosecuzione-continuità di tutti i valori alla base della loro concezione.
I loro padrini politici e culturali sono coloro che hanno distrutto i diritti del lavoro, le organizzazioni di massa dei lavoratori e la loro possibilità di farsi valere (leggi maggioritarie, elezioni dirette di sindaci, presidenti, “leaders” in rapporto diretto col popolo, marketing elettorale, distruzione dei partiti politici di massa, propagandisti della cosiddetta fine delle ideologie e fautori di tecnocrazie di “competenti”, U.E., e chi più ne ha più ne metta); hanno propagandato fanaticamente l’individualismo egoistico liberal-liberista, privatizzato, esaltato il mercato e la ferocia sociale della discriminazione di classe (sotto la veste del cosiddetto merito); hanno promosso le peggiori guerre di aggressione imperialiste sotto la veste di interventi dirittumanisti e democratici, rivalutando il colonialismo e intossicando il popolo con questa ideologia su cui poggia il razzismo leghista che dicono di contestare (dopo avergli fornito la base); hanno promosso i particolarismi socio-territoriali (riforma cosiddetta federalista e oggi l’autonomia differenziata emiliano-romagnola); diffondono il peggiore anticomunismo, che è sempre l’anticamera del fascismo, o, nel nostro caso, è sicuramente l’ideologia della negazione della democrazia moderna imposta dal movimento dei lavoratori (non concessa da un immaginario liberalismo che, nella sua essenza, invece, ne è la negazione).
Questi vorrebbero continuare come se nulla fosse, rimanendo sul piedistallo e rimuovendo ciò che percepiscono come interferenze plebee che disturbano la loro posizione di supremazia e di privilegi nel loro mondo perfetto. Tutto qua il loro afflato umanitario, a parte i meschini calcoli elettorali piddini.
Ci tengo a precisare che tutto quanto precede non è affatto una paradossale provocazione.
Fonte foto: Ravenna 24ore (da Google)