La galassia neofascista ha una sua destra, un suo centro e una sua sinistra. Come accade in qualsiasi agglomerato politico e ideologico. Tale ramificazione è inesistente nelle formazioni o nelle aree post-moderne le quali si suddividono in consorterie legate a una specifica personalità (i renziani, gli zingarettiani, i lettiani).
Roberto Fiore e il suo insignificante movimento politico, Forza Nuova, composto da uno sparuto drappello di fanatici palestrati, appartengono al ramo destro e liberista di quella paccottiglia nostalgica. Questo ramo fascista ha trovato il proprio momento di gloria in Cile durante la dittatura di Pinochet e in Argentina con il macellaio Videla. In quello strano – ma poi non così tanto strano – connubio tra fascismo squadrista e assassino e ricette economiche tanto care alle Bonino e ai Professor Monti. E a Sua Maestà Mario Draghi.
La storia personale del fascista Roberto Fiore racconta di un prolungato soggiorno a Londra tra gli anni 80 e 90, dove attraverso le sue agenzie di viaggio/studio ha ingrossato le proprie finanze. ha potuto rastrellare militanza e predicare il proprio razzismo con l’occhio sin troppo poco vigile della Patria della finanza internazionale.
Da quando è tornato in Italia, Fiore e il suo gruppettino di sciroccati ,tendono a restare silenti per mesi o anni o a restare parcheggiati in qualche curva calcistica dove provano, con scarsi risultati, a fare squallido proselitismo. Stranamente però, ciclicamente, ad ogni passaggio cruciale della vita politica nazionale, tornano sulle prime pagine dei giornali o compiono azioni per giustificare il mantenimento assoluto del Potere. In altre piazze il medesimo compito è svolto da qualche gruppettino anarchico sempre pronto a screditare lotte sacrosante sfasciando bancomat o vetrine.
Insomma Fiore Roberto è proprio coccolato dai giornaloni liberali. Nei pressi delle elezioni gli si concedono spazi pari a forze del 30%, per ammonire sull’imminente pericolo fascista. Che si risolve poi in un classico 0,1%. E può entrare al fianco di una quindicina di scagnozzi, pressoché indisturbato, nella sede di un sindacato in mondovisione. Cosicché oggi i Draghiani liberisti de sinistra possono appellarsi senza remore all’antifascismo militante. E porsi strenuamente alla difesa di quel mondo che, qualche decennio fa, assieme ai nonni di Roberto Fiore, attuava in Sudamerica i Piani Condor. Quelli in cui la finanza si serviva di assassini fascisti al potere per predare i popoli delle proprie risorse con le politiche “consigliate” dal Fondo Monetario Internazionale e per torturare, brutalizzare e far svanire nel nulla gli oppositori politici.
Davvero particolare il tempismo del lord inglese Roberto Fiore. Un fenomeno da approfondire.
Fonte foto: Corriere della Sera (da Google)