Della ‘ndrangheta se ne parla tutti i giorni. Praticamente è cambiata dalle fondamenta, a partire dagli anni ’90 fino ai recentissimi fatti di cronaca. Crediamo che oggi rappresenti la minaccia più grande per il nostro paese. Le ragioni sono diverse. Esaminerò, brevemente, qualche problema politico nel merito.
La ‘ndrangheta:
- Affonda le proprie radici nella cosiddetta cultura familiare.
- E’ in osmosi con il modo di pensare, agire, discutere e comportarsi di tutte le famiglie calabresi; ci riferiamo alla cultura generale di questa regione. La famiglia è considerata non soltanto l’agire positivo (gli affetti, il rispetto, la legalità, la solidarietà, le regole ecc … ), ma, rovesciando quest’approccio, quegli stessi valori subiscono una declinazione negativa. Se in una famiglia qualcuno sbaglia facendo affari non leciti, viene coperto dai familiari. Ovviamente, non tutte le famiglie sono mafiose, tutt’altro; ancora resistono significative aree dove la lotta alla criminalità organizzata è attiva, con coraggio e devozione.
- Lo spirito criminale è l’humus che genera una specie di cintura culturale dove la delinquenza è oggetto di normalizzazione. Sì, va bene lo stato, le istituzioni, ma questi strumenti sono utili solo per mantenere una parvenza (ipocrita) di democrazia, dove gli alti rappresentanti coprono le ingiustizie sociali.
- Una domanda diventa necessaria: lo stato può permettersi tutto questo? La ‘’questione’’ (oltre 334 arresti) di Vibo Valentia apre un confronto che non deve essere isolato dal, ben più ampio, contesto italiano; Vibo ne rappresenta un piccolissimo, ma importante, spaccato. Questa organizzazione, radicata nel tessuto sociale calabrese, ha colonizzato economicamente il centro-nord ricco economicamente con una borghesia truffaldina, per non parlare di alcuni paesi europei, tanti paesi dell’est, ed ha assunto un significativo ruolo di comprimario nella gestione della DROGA con i paesi produttori. Costoro, pare, vogliano trattare lo smercio solo con loro, in gran parte del mondo. Farebbero bene il governo, la presidenza della repubblica, e la polizia nazionale ad interrogarsi seriamente se è arrivato il momento della resa dei conti.
- La ‘ndrangheta gestisce, sia direttamente che indirettamente, miliardi di euro e di dollari. Controlla interi territori dal basso all’alto. Assume, ormai, i connotati d’uno stato a se stante che non va direttamente in guerra con le istituzioni, ma le gestisce in parallelo. La ‘ndrangheta e’ diventata camaleontica, sa coinvolgere tutto e tutti: pezzi del potere politico, della pubblica amministrazione, penetrando anche nei settori meno sospettabili: pezzi di polizia, carabinieri e magistratura. Lo scontro è diventato titanico; crediamo ed auspichiamo che i magistrati che sono in prima fila vengano tutelati dai massimi organi dello stato.
I compagni di Risorgimento Socialista devono essere accorti. Si sta, senza esitare, dalla parte della legalità costituzionale contro i politici conniventi col potere malavitoso.
Mimmo Metaponte (Risorgimento Socialista Calabria)
Fonte foto: L’Occhio (da Google)