Riarmo UE


Sull’argomento esistono già numerose pubblicazioni reperibili anche sul web, per questo andiamo direttamente al sodo ossia alle sei direzioni strategiche a sostegno del Riarmo Europeo. Ma prima ancora è bene soffermarci sulla recente audizione in Parlamento del Ministro  della Difesa Guido Crosetto che mette in guardia i paesi Europei e Nato dalle iniziative militari Russe contro l’Ucraina con la conquista di ampi territori e, al contempo, denuncia l’aumento delle spese belliche di Putin e degli organici delle forze militari di Mosca.

L’Italia sostiene la coalizione dei volenterosi, afferma la necessità di rafforzare il dialogo europeo con gli Usa  ma, al pari degli altri paesi Europei, è convinta che solo inviando nuovi aiuti militari a Kiev si possa raggiungere una pace stabile per l’Ucraina.

Sempre nella audizione in Parlamento Crosetto  chiede il rafforzamento della presenza europea nel continente africano e vede l’Europa dell’Est sotto costante minaccia di Mosca.

Chi pensava ad un ruolo italiano defilato rispetto a Francia, Inghilterra e Germania dovrà quindi ricredersi alla luce delle dichiarazioni di Crosetto che seguono il classico impianto del documento strategico definito la Bussola Europea.

Ma quali sono i pilastri del Riarmo Europeo.

  • potenziare e promuovere le capacità industriali in tutta l’UE anche con la riconversione a fini militari di produzioni civili oggi in crisi;
  • garantire l’approvvigionamento di metalli rari, risorse del sottosuolo ed energetiche al fine di ridurre le dipendenze del Vecchio continente, andandosi a prendere direttamente quanto serve in ogni paese del Globo
  • creare un ampio e strutturato mercato europeo per le attrezzature di difesa attraverso sinergie e associazioni temporanee di impresa tra le principali aziende del settore;
  • rivedere il sistema normativo esistente per consentire continue deroghe ; dagli appalti alla capacità di spesa, centralizzare i processi decisionali  evitando ogni forma di confronto sulle scelte strategiche nei Parlamenti nazionali e europeo.
  • promuovere la ricerca  di tecnologie duali in campo pubblico e privato, adeguare scuola e università alla economia di guerra 

E per raggiungere questi obiettivi le scelte all’orizzonte sono esplicitate con la massima chiarezza

  • aumentare la spesa per la difesa a livello comunitario e di ogni singolo paese
  • mettere a disposizione risorse economiche comunitarie
  • deroga al patto di stabilità per accrescere la spesa militare
  • attingere dai prestiti della Banca Europea
  • attrarre  Investimenti e mobilitazione del capitale privato
  • favorire le operazioni finanziarie che hanno permesso alle aziende di guerra il raddoppio del valore azionario, nell’arco di pochissimi anni, 

audizione ministro

https://infodifesa.it/se-litalia-subisse-un-attacco-come-israele-sarebbe-in-grado-di-difendersi-il-video-dellaudizione-di-crosetto-alle-commissioni-esteri-e-difesa/

Fonte foto: ANSA (da Google)

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