A pochi giorni dal 25 aprile, sono in divertita attesa di vedere quale sarà il triplo salto carpiato che la premier Giorgia Meloni sarà costretta a fare per celebrare la ricorrenza che sancisce la nascita della Repubblica Italiana.
Sarà difficile cavarsela in corner, parlando del Risorgimento o della prima guerra mondiale, di Enrico Toti o Nazario Sauro. Ancora più improbabile bissare la doppia giravolta con la quale ha recentemente (e maldestramente…) dribblato la questione delle Fosse Ardeatine.
L’Italia è una Repubblica nata dalla guerra contro il nazifascismo e la sua Costituzione – alla quale la stessa Meloni ha giurato fedeltà nel momento in cui è stata nominata Presidente del Consiglio – è figlia di quella lotta.
Come se la caverà?
Tutto ciò a prescindere dal fatto che la ricorrenza più importante di questo paese è stata ridotta, come il Primo Maggio, ad una kermesse retorica e strumentale da parte delle forze politiche e delle istituzioni. Ma questo è un altro discorso.
Che dirà Giorgia Meloni? Che Cristo è morto di freddo?
Fonte foto: La Stampa (da Google)