Arrivo ultimo.
In tanti, e tutti più autorevoli di me, si sono già espressi per motivare la scelta di sostenere Fabrizio alle prossime elezioni amministrative.
Non mi dilungo, quindi, nel tesserne le lodi o nel ripercorrerne il percorso politico, l’attività lavorativa da docente, giornalista e saggista, il ruolo trainante nella QM, la produzione intellettuale.
Niente peana bis, ter o quater, perdonami Fabrizio.
Lo voto per il motivo più semplice e al contempo più concreto: perché pensa quello che penso io e vuole ciò che voglio io, ma soprattutto perché ho la garanzia che farà quello che farei io se fossi in Consiglio Comunale.
Sembra poco? Per me è tutto.
In una politica che premia l’appiattimento al politically correct ed ha dimenticato gli ideali per strizzare l’occhio all’opportunismo, serve un elemento di rottura.
Fabrizio Marchi lo è, assolutamente: costituisce l’esempio paradigmatico di cosa dovrebbe essere un consigliere comunale (ma identico principio varrebbe a qualsiasi livello, sindaci, deputati, senatori, parlamentari europei) per il popolo che lo elegge a proprio rappresentante. La voce degli elettori che è scomoda e sa di esserlo, vuole esserlo e non ha paura di esserlo.
Più volte, nei filmati e negli scritti, Fabrizio Marchi ha illustrato i temi che intende portare alla ribalta politica capitolina. Niente di nuovo eppure tutto innovativo.
Niente di nuovo perché gli argomenti sono ampiamente dibattuti, analizzati, sviscerati nel profondo e documentati da anni, dalla discriminazione antipaterna alla storpiatura del principio di pari opportunità, dall’analisi critica del femminismo alla sete di equità.
Tutto innovativo nella scelta di uscire coraggiosamente dal limbo del web e portare temi impopolari nelle stanze dei bottoni.
Le istanze che costituiscono la colonna portante della produzione intellettuale di Fabrizio Marchi – e di tutti noi che lo votiamo – non hanno mai trovato spazio nell’agenda politica, troppo occupata ad autoincensarsi inaugurando panchine rosse.
È nell’agenda politica che devono trovare una collocazione, è li che Fabrizio le porterà.
Altro elemento più che innovativo, direi rivoluzionario nell’accezione più alta del termine, è la scelta della lista con la quale candidarsi. Fabrizio ha dedicato la vita ad aprire un dibattito nella sinistra, o di ciò che ne resta, sulla questione maschile in generale e paterna in particolare; un percorso in salita, costellato di porte chiuse poiché la sinistra è femminista per definizione, intrappolata in quell’estremismo di genere occultato ipocritamente dal paravento della retorica fintamente progressista ma intrisa di qualunquismo, slogan e luoghi comuni; e intrisi di dogmi femministicamente corretti. Lo sono anche i cocci e coccetti della sinistra che da tali vincoli non hanno saputo emanciparsi.
Ora la costanza di Fabrizio è stata premiata, con la forza delle idee ha aperto una breccia storica.
Se hai perso tempo a leggere queste righe devi sapere che Fabrizio in Campidoglio farà quello che faresti tu.
Con Fabrizio Marchi possiamo farlo.
Facciamolo.
(Fabio Nestola)
Oggi è la volta del mio amico Fabio Nestola è Direttore del CSA (Centro Studi Applicati) ed un consulente tecnico nelle cause di separazione, divorzio e affido minori. In questo ambito è autore di saggi, ricerche ed oltre 500 articoli pubblicati, nonchè membro del comitato scientifico ANFI – Associazione Nazionale Familiaristi Italiani, già curatore del centro studi Ecpat Italia più una dozzina di altri incarichi minori.
Si occupa di separazione e affido minori fin dal 1993, ha preso parte a tutte le fasi propedeutiche al varo della Legge 54/2006 (affido condiviso), comprese una dozzina di audizioni parlamentari in commissione giustizia sia alla Camera che al Senato, alla Commissione affari sociali e alla bicamerale Infanzia depositando relazioni e dossier su false accuse, allontanamento dei minori dalle famiglie d’origine, sottrazioni internazionali, bigenitorialità e tanto altro ancora.
Come potete capire, non è certo casuale il fatto che abbia scelto di sostenermi attivamente in questa battaglia politica di eguaglianza e giustizia che ci vede uniti e sulla stessa lunghezza d’onda.
Il suo contributo, da un punto di vista tecnico e professionale, è stato per me preziosissimo in tutti questi anni, perché ha costituito una fonte indispensabile inesauribile di dati, numeri, statistiche, percentuali, ricerche, indagini studi ad hoc (anche sull’atteggiamento dei media in queste materie, separazioni, minori, violenza di genere ecc.) e in ultimo, anche alla definizione del mio programma elettorale.
Lo ringrazio per il lavoro prezioso – sottolineo, indispensabile – che ha fatto e continua a fare sin da quando ci conosciamo, cioè da almeno una ventina d’anni.
(Fabrizio Marchi)