Papa Francesco, l’ultimo leader “socialdemocratico” del mondo occidentale


La morte di Papa Francesco, statista politico non privo di contraddizioni, verrà colta dall’amministrazione USA di Donald Trump come una occasione per ricucire i legami strategici col Vaticano, storicamente un megafono del Pentagono nel rilancio delle “guerre eterne”.

La politica estera di Papa Francesco potrebbe ruotare attorno ad una duplice interpretazione: la rilettura della “sinistra neoliberale” statunitense, la quale cerca di ricondurre il pontefice alla globalizzazione dell’ideologia “dem” e una rilettura, compendiata in Italia nel libro dello storico Diego Siragusa, “Papa Francesco marxista?”, che riconduce Bergoglio al rilancio della dottrina peronista nel ventunesimo secolo.

Nell’agosto 2019, su L’Interferenza, il prof. Siragusa tracciava alcuni aspetti della geopolitica di Bergoglio, delineando la matrice ideologica della “guerra mondiale a bassa intensità”, una disamina nuovamente attuale nel decifrare il fenomeno trumpiano, ma debole rispetto alla complessità dell’unilateralismo “dem”:

Francesco è l’unico che ha parlato dello stato attuale del mondo come uno stato di guerra “a bassa intensità”, mentre tutti i capi dell’Occidente tacciono e recitano il loro ruolo di servi miserabili. Egli sta lavorando per evitare l’esplosione di conflitti generalizzati. L’era di Trump è un terribile presagio: la prima potenza militare nelle mani di uno scriteriato, un uomo privo di valori. L’attacco alle tesi dei neoconservatori americani è evidente. 1

Accerchiato dalle lobby clintoniane, durante il mandato di Barack Obama, Premio Nobel per la Guerra, i cristiani progressisti hanno creduto che Bergoglio si rivolgesse a loro, occultando la matrice peronista della formazione culturale del pontefice. Hanno interpretato le encicliche Evangelii gaudium (2013) e Laudato si’ (2015) come una esortazione a globalizzare il “modello” capitalista occidentale, legittimando la dottrina dello “scontro di civiltà”, in realtà uno scontro fra modelli di sviluppo (nel caso occidentale di sfruttamento) differenti. Nei fatti, Papa Francesco non ha mai aderito all’eccezionalismo statunitense, considerando (un po’ come gli sciiti iraniani) il messaggio del profeta Gesù di Nazareth universale.

Joe Biden, dopo John Kennedy, è stato il secondo leader cattolico ad essere eletto presidente degli Stati Uniti; a differenza di Kennedy, il quale ribadì la propria indipendenza dal complesso militare-industriale, Biden si autoproclamò imperatore dell’impero americano d’Occidente in nome dello “stato profondo” rendendosi complice di due genocidi: nel Donbass per mano dei “nazionalisti integralisti” ed in Palestina, un massacro pianificato dal sionismo-revisionista. Una visione del mondo osteggiata dalla Teologia politica bergogliana:

“C’è un romanzo scritto nel 1903 da Robert Hug Benson, “Il padrone del mondo”, che sogna il futuro in un governo internazionale, antinazionale propriamente, che con misure economiche e politiche governa tutti i Paesi. Quando si dà questo tipo di governo si prende la libertà delle patrie e si cerca di fare un’uguaglianza livellata fra tutti e c’è una superpotenza che detta i comportamenti culturali, economici e sociali”.” 2

“La vera risposta dunque non sono altre armi, altre sanzioni. Io mi sono vergognato quando ho letto che non so, un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il due per cento, credo, o il due per mille del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta succedendo adesso. La pazzia! La vera risposta, come ho detto, non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato – non facendo vedere i denti, come adesso –, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico-militare” (Ibidem)

Critico del deep state e dell’élite transumanista di Davos, Papa Francesco (da leader “socialdemocratico” digiuno di conoscenze militari) non ha colto la centralità della guerra iniziata nel 2022 dalla Federazione Russa contro i mercenari al servizio della NATO; intervenuta nel Donbass per difendere i propri figli, Mosca ha dichiarato guerra ad una “banda di drogati e neonazisti”, coloro che ritengono di dover instaurare una dittatura liberal-globalista, sottomessa al “potere economico-tecnocratico-militare” mondiale.

La critica di Bergoglio è rimasta circoscritta alla distopia trumpiana, ma non al “capitalismo di quinta fase” egemonizzato dai “dem” per alcuni aspetti ancora più pericolosi di Trump; alla destra israeliana, ma non al sionismo; al neoliberismo, ma non al capitalismo. In tutto ciò, stanno i limiti di questa specie di “Charles De Gaulle” – impegnato a disaccoppiare l’Europa dagli USA – del mondo cattolico.

Per Siragusa, Bergoglio avrebbe dovuto:

Francesco I deve dare una risposta originale e autonoma della Chiesa ai mali che egli ha elencato. Dopo la condanna del liberismo, cosa egli propone? L’economia di Comunione. La chiama così, sull’esempio del Movimento dei Focolarini. Questo è il limite entro il quale il papa può agire aggregando forze diverse ma sensibili al destino dell’uomo. “

Una prospettiva che non collima con quella della sinistra statunitense, storicamente Cavallo di Troia dell’imperialismo con una visione del mondo che considera l’Uomo antiquato. Papa Francesco è stato, con tutta probabilità, l’ultimo leader socialdemocratico del mondo occidentale, una rilettura (forse) efficace della sua eredità.

https://www.sollevazione.it/2022/03/papa-francesco-la-nato-il-globalismo-e-il-grande-reset-di-o-g.html

Fonte foto: da Google

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