In tutto il mondo occidentale, l’unico capo di stato a non essere azzerbinato ai diktat di Washington e Londra (e Tel Aviv) è Papa Francesco. C’è da riflettere, poco ma sicuro.
Quello che fino a qualche decennio fa era il più grande alleato del sistema capitalista occidentale – per lo meno finchè era in piedi il blocco sovietico e il movimento comunista – cioè la Chiesa cattolica, vive oggi una crisi profonda, spirituale innanzitutto.
Le cause di ciò sono molteplici e richiedono un’analisi approfondita che in passato abbiamo anche abbozzato. Ci torneremo.
Per ora mi limito a rilevare come anche questo fatto ci dia il polso di come la situazione sia mutata dagli ultimi trent’anni e più a questa parte, cioè dal crollo del muro di Berlino ad oggi. La Chiesa cattolica, alfiere del più bieco antisocialismo e anticomunismo, alleata di ferro del blocco occidentale, sia oggi, con l’attuale pontefice, l’unica voce dissonante (parlo, ovviamente, ad un certo livello) rispetto al coro belante atlantista.
Nello stesso tempo – questa la contraddizione che sta vivendo – nel tentativo di recuperare consensi, ha operato un sostanziale cedimento ideologico, diciamo così, nei confronti dell’ideologia neoliberale e politicamente corretta attualmente egemone nel mondo occidentale. Un tentativo di rincorrere lo spirito dei tempi, come si suol dire, nella speranza, così facendo, di ricominciare a fare proseliti. A mio modesto parere, questo è un grave errore strategico, ma non è certo affar mio tentare di risolverlo.
Una contraddizione clamorosa, come dicevo, in cui anche Francesco è caduto. Ci si pone in una posizione critica (sia pure con le ambiguità del caso…) rispetto al sistema capitalista e imperialista occidentale ma nello stesso tempo si strizza l’occhio alla sua ideologia. Per ora mi limito a registrare la cosa. Un tema assai importante, sicuramente da approfondire.
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