ITALIA
ALITALIA
L’ultima offerta di alleanza è venuta da una società di call center.
“Grazie del pensiero; ma, arrivati a questo punto , c’è rimasta solo la nazionalizzazione”. Questo il parere unanime di governo, partiti, sindacati; e, poi c’è l’esempio della Lufthansa, avviata verso la stessa conclusione e con la stessa unanimità di vedute.
Ma le nazionalizzazioni non erano tabù ? Certo che lo erano. Vietato praticarle. E anche auspicarle. Ma ora, ci si dice, il tabù è sospeso. Momentaneamente. In attesa che tutto torni tutto come prima. Il che significa “per sempre”.
BANCHE E ASSICURAZIONI
Richiesto al governo l’uso del “golden power”; premono in particolare in questa le maggiori banche. Tutto il sistema è a rischio di essere preda di predatori stranieri
“SBLOCCARE I CANTIERI”
Era lo slogan che accomunava Renzi e Salvini. E, infatti, quelli che continuano a lavorare sono quelli in cui la stazione appaltante è pubblica – ponte di Genova e Mose. Al palo, invece, gli altri: per disposizione regionale – in particolare, tunnel del Brennero – ma soprattutto per difficoltà sul fronte dei fornitori – nel 77% dei casi – o legate al rispetto delle regole sulla sicurezza – nel 73% dei casi.
Nell’insieme, hanno chiuso il 70% dei cantieri.
FCA
Diminuita nettamente ( anche per la chiusura degli impianti americani ) produzione e domanda di auto; in vista la possibilità di rifornire gli ospedali di ventilatori.
PALLONE
Chiudere in qualche modo il campionato. Possibilmente giocando da metà giugno a metà luglio ( o, perché no, agli inizi di settembre). Ne va della sopravvivenza stessa delle società: già oggi con perdite quattro volte superiori a quelle dell’anno scorso ( da 60 a 240 milioni di euro); ma che rischiano un buco di circa 750 milioni se il campionato dovesse essere interrotto. Per il 10% appena in quota spettatori; il restante 90% diviso tra un 40% di sponsorizzazioni e un 50% di introiti Tv.
Si invoca allora l’intervento dello stato; disposti, al dunque ( ma proprio al dunque) a ridurre gli stipendi dei calciatori ( che assorbono, per inciso, poco meno del 50% degli introiti totali ). Dovrebbero esserlo anche i calciatori ma non ne siamo affatto sicuri.
SCUOLA
Rimangono e si prolungano i periodi di chiusura. E al Miur già si comincia a parlare di un rinvio a settembre. Nel frattempo come funziona l’insegnamento a distanza ? Secondo i dati diffusi dal Manifesto più nei licei ( al 70%) che nelle scuole medie ( 40%); ed era probabile che così fosse; e più in Emilia-Romagna ( 89%) che in Sardegna ( 46%); il che era ampiamente scontato.
FRANCIA
La campagna per “stare a casa”o, comunque per limitare al massimo i movimenti delle persone incontra, secondo Le Monde, notevoli difficoltà ( a partire dalla fuga da Parigi e da altre grandi città) in una popolazione “impreparata e scettica”. Perché le “misure collettive contro una malattia non rientrano nell’orizzonte delle persone”? O perché c’è “l’abitudine al rischio “?
Il giornale non approfondisce ulteriormente. Noi potremmo ricordare che i francesi sono tra i primi in Europa nel non credere all’efficacia dei vaccini.
IRAN
Per chi aveva scommesso sull’indurimento del regime in conseguenza del Coronavirus, due decisioni in controtendenza: la richiesta di un prestito da parte del FMI; e la liberazione di 85 mila prigionieri di cui la metà politici ( dichiarazioni ufficiali riportate dal Manifesto)
RECESSIONE
STATI UNITI
In Europa, la recessione generale e gli strumenti adottati per combattere hanno fatto saltare tutti i possibili parametri relativi al deficit e all’esplosione del debito. Ma negli Stati Uniti si va oltre ogni limite ( vedi Stampa e Repubblica): crollo dell’attività produttiva nel secondo trimestre rispetto al primo prevista tra il 12 e il 14%); disoccupazione che, secondo il segretario al tesoro Mnuchin, potrebbe arrivare al 20 % dal £.5% di inizio anni. A contrastare il tutto, un piano di spese di oltre 1000 miliardi di dollari, due terzi alle imprese un terzo nelle tasche degli americani, con un deficit destinato a superare il 5 %. Basterà a far vincere le elezioni ? I sondaggi dicono di no; almeno per ora
NEMESI
“La società non esiste; esistono solo gli individui”. Lo disse, agli inizi degli anni ottanta, Margareth Thatcher. Un’enormità; da ogni punto di vista; e in particolare dal punto di vista etico. Ma che non suscitò particolari indignazioni; almeno nei raffinati ambienti che leggono l’Economist e presiedevano alle sorti del mondo. Perché, tradotta in volgare, autorizzava la gente, raffinata ma anche comune, a vivere in un orizzonte individualistico sulle spalle di una società che avrebbe comunque garantito i suoi interessi collettivi.
Oggi però la corda si è spezzata; e nessuno, sano di mente, potrebbe ripetere questa frase in pubblico senza essere oggetto di una specie di quarantena personale.
MITBESTIMMUNG
Cogestione. Un’anticaglia, per giunta di destra. Ma è quella che chiedono i lavoratori, che siano rider, postini o occupati nell’industria: “se siamo costretti, o meglio obbligati a lavorare perché tutto il sistema continui a funzionare, vogliamo decidere insieme alla nostra controparte modalità e condizioni”. E non solo in linea generale; ma ad ogni livello.
Una volta, anzi ancora ieri, a scegliere il terreno di confronto e a formulare richieste molto spesso ultimative erano i padroni, pardon i datori di lavoro. Oggi non è più così. E domani nulla ritornerà come prima.