Oro di guerra


Ursula von der Leyen ha dichiarato che sarà possibile intervenire nei conti correnti degli europei, al fine di organizzare la difesa europea.  Non ha precisato il modo in cui l’Europa delle oligarchie guerrafondaie interverrà sui conti personali per favorire la difesa europea. La Russia minaccia l’Europa, si afferma, pertanto gli europei devono volenti o nolenti partecipare alla difesa della patria europea. All’improvviso abbiamo una patria, dopo che c’è stata tolta in nome della globalizzazione dei capitali.

 Nel 1935 gli italiani vissero la “giornata della fede”, erano invitati a donare l’oro in loro possesso sull’altare della patria. Era la “giornata della fede”, le fedi nuziali, simbolo del sacro vincolo del matrimonio, furono donate per sostenere la Guerra in Etiopia e contro le sanzioni della Società delle Nazioni”.

Oggi si chiede agli europei  di rinunciare ai loro risparmi per la guerra che potrebbe essere nucleare. I russi non hanno mai invaso l’Europa, ma sono stati invasi da Napoleone, durante la guerra civile tra Bianchi controrivoluzionari e Rossi e dai tedeschi con l’Operazione Barbarossa. Il loro territorio è di 17 milioni di Km con bassa densità di popolazione e posseggono ogni genere di minerali ed energia per “il nostro sviluppo”. Ai russi non mancano “le terre rare”. A noi europei manca tutto. Hanno sciolto il Patto di Varsavia senza colpo ferire,  mentre la NATO si estende e continua a costruire nell’Est europeo  “basi difensive”.  Ad oggi i russi posseggono seimila bombe atomiche che non hanno mai utilizzato. In Europa solo la Francia ne possiede circa duecento. La Russia spende molto meno degli europei per gli armamenti. In tale cornice si afferma che gli invasori sono loro e che dobbiamo difenderci, insomma si deve credere per “fede” negli oligarchi. Il “pensiero magico” è tornato nella laicissima Europa. Chiediamo loro “laiche prove” della minaccia russa, se le hanno in possesso le rendessero pubbliche.

Naturalmente l’Europa non ha le strutture industriali, per cui in attesa di convertire la produzione in armi, gli armamenti saranno comprati dagli Stati Uniti che ringraziano per il “sacrificio dell’oro” per i padroni.

Dobbiamo cambiare le parole, per indicare il nostro tempo nella sua tragica verità. Di morte e menzogna. Prima di tutto “non viviamo nel capitalismo”. Siamo oltre, in quanto il capitalismo presuppone la libertà di conservare e investire i propri risparmi e beni. Oggi il capitalismo con i suoi principi minimi di libertà formale è caduto, al suo posto vi è il neufedalesimo capitalistico. I padroni dell’economia, i nuovi imperatori, usano i “rappresentanti dei popoli” come i vassalli a cui è stato dato l’ordine di saccheggiare i “servi della gleba”. Noi siamo i servi della gleba: non stampiamo moneta, ci hanno tagliato i diritti sociali, hanno precarizzato il nostro lavoro che ormai è sfruttamento legalizzato, narcotizzato le nuove generazioni con la religione dei diritti civili e della lotta al patriarcato e ci stanno mutilando privandoci dell’identità. A un popolo senza identità e memoria si può chiedere anche l’inaudito.

Ora, la prima vassalla del Regno di guerra, Ursula von der Leyen, chiede ai fedelissimi di intervenire sui risparmi per finanziare la guerra. L’Europa è un regno di morte e, mentre tutto questo accade, la sinistra è andata in piazza il 15 marzo 2025 con finanziamento del comune di Roma, c’è un’indagine in corso in tal senso, la democrazia di cartone è dinanzi a noi. Tutto è posticcio. Sta a noi riorganizzare la democrazia e riprendere la lotta democratica ad iniziare dalla difesa della nostra Costituzione nazionale; sta a noi informare e avviare un processo di consapevolezza comunitaria. Ciascuno di noi può agire, la parola crea ponti di verità e dialettica in preparazione di un movimento che dal basso possa salvaguardare la democrazia dal suo declino oligarchico. La guerra è la fine di ogni civiltà. Con la guerra e la cultura annessa tutto diventa violenza e dominio: il linguaggio, le relazioni, i gesti e i comportamenti. Ciascuno di noi può essere punto ottico di pace e di pensiero, mentre le oligarchie guerrafondaie avanzano a passo di marcia con le destre e con le sinistre sul nostro futuro. Usiamo i mezzi della democrazia a nostra disposizione per sottrarci a tutto questo, il nostro sguardo sia rivolto al presente, mentre difendiamo il futuro delle nuove generazioni, le quali sono ammalate a causa della violenza  della competizione generalizzata e della cultura della cancellazione. La guerra è già all’interno dei confini, ora la vogliono estendere e ha già le sue vittime quotidiane nel coprpo e nello spirito. Dobbiamo cambiare rotta e direzione. Senza memoria e senza esperienza di pace si genera solo la guerra.

Fonte foto: ByoBlu (da Google)

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