Oppress* e discriminat* ma felici


Il solo partecipare ad un Gay Pride mette allegria. Anche ai più tristi e depressi. Anche se il giorno prima ti è successa una disgrazia basta che vai al Gay Pride e, come d’incanto, vieni pervaso dalla gioia. Non si spiega altrimenti l’atmosfera di felicità (per lo più sconosciuta alla stragrande maggioranza degli umani se non per brevi attimi della loro esistenza…) che caratterizza queste manifestazioni e che pervade tutt* * partecipant*. La qual cosa è quanto meno singolare per chi vive una condizione di oppressione e discriminazione per definizione.

A meno di non considerare la gioia una condizione ontologica delle persone lgbtq; miracoli della “diversità”, anche se oggi più omologata (e sponsorizzata…) che mai.

Generalmente, invece, quando si va ad una manifestazione di metalmeccanici, di cassintegrati o disoccupati (o in procinto di esserlo) si vedono facce a dir poco incaxxate e poco propense alla festa e ai balli. Ai Pride invece anche un grigio, incolore, goffo e triste personaggio come il sindaco di Roma Gualtieri viene travolto dalla magia dell’atmosfera e si mette a ballare – insieme ad un* ancor più festante Elly Schlein (ma per quest’ultim* è scontato) – sulle note di Lady Gaga. Miracoli del Pride!

Momenti e sensazioni che a noi tristi, depressi, scontati, rozzi e banalissimi maschi cisgender (oppressori e privilegiati per definizione…) può forse dare uno scudetto o una Coppa dei Campioni vinti dalla propria squadra del cuore oppure l’incontro del tutto casuale e insperato con una donna che dopo averti rimorchiato di sua iniziativa e insistito per offrirti la cena (naturalmente vincendo la nostra naturale e ben nota ritrosia maschile…) ti porta a casa sua per fare del sesso. Fantascienza? No, perché…

Fonte foto: Repubblica Milano (da Google)

7 commenti per “Oppress* e discriminat* ma felici

  1. Federico Lovo
    16 Giugno 2024 at 11:59

    “dopo averti rimorchiato di sua iniziativa e insistito per offrirti la cena”… altro che fantascienza, siamo ben olttre!!

  2. Francesco
    16 Giugno 2024 at 13:03

    In realta’per un puo’di buon umore andrebbero cacciati con la forza.Per ora non siamo in grado ma arrivera’ quel momento.

  3. Piero
    16 Giugno 2024 at 20:57

    Mah io questi comunisti occidentali li capisco…
    Per anni hanno servito il padrone nel tenere buona la classe operaia ( come i preti che tenevano buoni i contadini quando l’economia era agricola) nell’economia industriale, promettendo il paradiso socialista.

    Poi dopo la caduta dell’ URSS si sono riconvertiti per non perdere le prebende.

    Chi affitta uteri di donne povere, ma di qualità californiana, chi ruba i profumi dopo essersi domandati se abbiamo una banca, chi con il maglione di cachemire non vuole pagare l’IMU per la magione umbra dopo essersela fatta rifare con i finanziamenti per il terremoto, chi tra una vendita di armi e una speculazione edile in Albania con i compagni socialisti, compra vigneti in Umbria del vitigno CALISPONE, vendemmia con i negri delle COOP e si attacca alle fontane di acqua pubblica per risparmiare.

    Che volete che sia cantare e ballare con i LGBTIQ+/[(senx)^2-ctgx]

    Che poi non ho mai capito, a differenza di una coppia etero, il ruolo nella coppia, ovvero chi fa che cosa.

  4. Giovanni
    17 Giugno 2024 at 0:43

    Nel mondo liberale post ’89 l’unico orizzonte possibile di senso della vita è la festa continua.

    Un sempiterno carnevale di cui gli gli USA si fanno garanti.

    Ma giacché è impossibile si ricorre alla mistificazione, si impone un regime di allegria coatta e chi non si adegua che sia psichiatrizzato.

    Questo forse ne è l’esempio più vistoso.

    • Giulio larosa
      19 Giugno 2024 at 8:07

      Esatto, il carnevale come il Capodanno ed altre scemenze comandate sono solo dei gaypride di vecchia data, allegria idiota e fondamentale ricerca della possibile scopata per chi può e della sbronza per tutti gli altri.

  5. Fernandez
    17 Giugno 2024 at 10:20

    Piero, leggi una Giornata di Ivan Denisovic di Solzenicyn; i veri Comunisti furono i più perseguitati e uccisi dalla polizia zarista di Stalin, il controrivoluzionario del ‘900. Lo stesso in Italia, Togliatti fu una spia dell’OVRA (vedi il libro di Festorazzi) e creò una rete che faceva passare per spie i trotskisti e i bordighisti.
    In sostanza, il comunismo è morto in Messico con Trotksy. Oggi c’è un Sud Globale antimperialista in attesa di un nuovo giacobinismo rivoluzionario ma pensare che la Schlein sia marxista è troppo!

    • Giulio larosa
      19 Giugno 2024 at 8:04

      Verità nient altro che verità.

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