Omicidi

L’omicidio di Alika di Civitanova Marche è l’ennesima conferma del degrado antropologico in cui versa l’Occidente liberista e l’Italia in particolare. Senza partiti di massa e valori comuni, la popolazione regredisce ad uno stadio semibestiale. Politica e religione sono sostituite dallo società dello spettacolo e dall’economia della rendita. Il liberismo nel suo integralismo censitario dimostra la sua incapacità di produrre ricchezza comune, precarizza e riduce le masse in plebi sognanti e frustrate.

Le  oligarchie sono i nuovi feudatari del mercato deregolamentato, accumulano plusvalore e controllano i mercati con la precarietà dei popoli.

Nel vuoto assoluto tutto può accadere, siamo dinanzi ad un episodio che turba, ma nel contempo riproduce similmente altre tragedie già accadute e consumate nei media, episodi che si dimenticano in breve tempo. La  violenza è stata naturalizzata, è parte della banalità quotidiana: sul lavoro si muore, i tagli sociali riducono i più deboli a scarti da smaltire.  Le tensioni sociali  sono sapientemente neutralizzate con la descrizione pruriginosa e meravigliata della violenza, un abile modo per evitare di discutere della crisi sociale che sta consumando l’Occidente. Nella rappresentazione giornalistica sembra quasi che una società verginale sia turbata da quanto accade, essa, in fondo, è il migliore dei mondi possibili…

L’episodio di Civitanova Marche può essere interpretato come un evento della società dello spettacolo e della riduzione del popolo a plebe. L’uomo assassinato ha subito la rabbia sociale di una popolazione resa misera dall’incapacità di pensare ed agire sul suo presente. L’ambulante è vittima di una logica classista che le oligarchie hanno inoculato. Solo il denaro ostentato conta assieme ad un aspetto da vip, un uomo di colore che per sopravvivere fa l’ambulante rappresenta socialmente un paria, non ha potere e non ha denaro, è un nulla sociale, pertanto su di lui la rabbia può indirizzarsi. La furia bestiale è stata incentivata da coloro che hanno assistito all’episodio, filmavano, il tutto si è trasformato in un set, in uno spettacolo, in cui il picchiatore, anche lui, socialmente “poca cosa” secondo le logiche liberiste, finalmente si è sentito protagonista della sua vita anonima ed ha potuto scaricare le sue frustrazioni in modo orizzontale, su un innocente che nel classismo generale vale meno di nulla, perché è un migrante che sopravvive chiedendo denaro. Ancora una volta è davanti a noi la verità, ma non vogliamo pensarla, ci si limita alla registrazione di episodi che si susseguono sempre più numerosi senza categorie per poter capire la deriva in cui siamo, e specialmente senza la motivazione a volerne uscire.

I partiti dell’arco parlamentare al servizio del dominio atlantista e liberista non sono punti di riferimento, la scuola e le Università riproducono il sistema, il papa esalta la qualità del liberismo di Draghi e dei banchieri. Estate di solitudine e violenza, dunque, che dobbiamo pensare per trasformare in prassi e trascendere i processi di derealizzazione e reificazione in cui siamo intrappolati. Riemergere dal nichilismo liberista che ha  frantumato non solo la comunità, ma anche gli individui soppesati per il loro valore economico e muscolare non sarà semplice, è banale ma vero, ma solo la libertà libera.

Il primo gesto rivoluzionario può essere spegnere la lussuria delle immagini per guardare la realtà con il nostro sguardo e non sfuggire al dolore che ci causa. Chi miete nel dolore raccoglierà nella gioia…

Civitanova Marche, nigeriano ucciso a colpi di stampella in centro. Fermato  l'aggressore, un 32enne italiano: “Importunava la mia fidanzata” - La Stampa

Fonte foto: La Stampa (da Google)

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