La cautela è sempre una dote apprezzabile nella vita, sia chiaro, tanto più nelle questioni politiche e geopolitiche.
Tuttavia, fatta questa doverosa premessa, ritengo che quanto avvenuto in Niger sia da salutare nel complesso positivamente. Il fatto che la principale potenza neocolonialista in tutta l’Africa settentrionale, cioè la Francia, sia stata messa alla porta, sia pure in seguito ad un golpe di alcuni settori dell’esercito (ma, pare, con un notevole seguito fra la popolazione civile), è un fatto oggettivamente “progressivo” che “muove la classifica”, come si usa dire in gergo calcistico. Dopo di che ci sarà tempo e modo per capire la natura politica dell’attuale giunta al potere, per analizzare la situazione ancorchè complessa e il contesto politico nel quale è maturata. E’ evidente che ci sono moltissimi interessi in ballo, dal momento che stiamo parlando di un paese fra i più ricchi al mondo di materie prime, in particolare oro, uranio e silicio. Basti pensare che il Niger è il primo fornitore di uranio dell’UE nella misura del 24% del fabbisogno totale europeo grazie a due miniere fino a pochissimi giorni fa controllate dai francesi (con tanto di truppe al seguito). Una ricchezza che però gli è stata regolarmente sottratta, cioè rubata, dalla Francia e da altri stati europei, compresa l’Italia (presente anch’essa con proprie truppe, formalmente impiegate per combattere le organizzazioni integraliste locali che fanno riferimento ai vari burattinai fuori del continente africano). Del resto la povertà dei paesi sottoposti a dominazione coloniale è la condizione essenziale per la ricchezza degli stati colonialisti. Chi pensa che sia possibile sviluppare i paesi del cosiddetto terzo mondo, e quindi ridurre le diseguaglianze con i paesi occidentali e imperialisti, mantenendo gli attuali assetti geopolitici è un illuso o, perlopiù, un opportunista in malafede.
Certo, in ballo, ci sono anche gli interessi degli altri attori geopolitici, principalmente i russi e i cinesi. Ma questo è del tutto normale e non deve scandalizzarci. Del resto i russi sono già da tempo attivi in loco, controllano di fatto i governi del Mali e del Burkina Faso e hanno garantito ai nuovi governanti nigerini che gli forniranno i cereali di cui il paese ha urgente bisogno ad un prezzo molto basso rispetto a quanto sia stato fatto finora da qualsiasi altro governo. I cinesi, dal canto loro, sono impegnati a costruire in vari paesi africani, con propri capitali, infrastrutture di vario genere, strade, ferrovie, porti e aeroporti; del tutto logico che siano interessati ad un ritorno economico soprattutto in termini di materie prime.
Ora, resta da capire quale sarà la reazione non solo della Francia ma di tutto il blocco occidentale che certo non è contento di essere preso a schiaffi pubblicamente e di rinunciare all’egemonia e al controllo diretto su una parte di mondo tanto importante per ragioni economiche e strategiche. Improbabile, al momento, ma affatto da escludere a priori, un intervento militare soprattutto da parte della Francia, a condizione però di essere politicamente sostenuta dall’UE, dalla NATO e dagli USA.
Difficile fare previsioni. La cosa però importante è che le cose in quella parte di mondo si stiano muovendo. Diversi paesi africani (e non solo) guardano con sempre maggiore attenzione alla Russia e, soprattutto, alla Cina.
Questo è di difficile comprensione per la gran parte della popolazione occidentale che è stata educata ad osservare il mondo con le lenti, appunto, occidentali. E non è in grado di capire che per tanti paesi e popoli del pianeta, il mondo occidentale non ha rappresentato e non rappresenta libertà, diritti e democrazia, ma sfruttamento, saccheggio, colonialismo e guerra (imperialista). Dobbiamo imparare a toglierci quelle lenti per capire e studiare il mondo con maggiore equilibrio e lucidità e per favorire il processo di transizione pacifica verso un mondo multipolare. E’ nell’interesse della grande maggioranza della popolazione mondiale, quella che non fa parte delle elite dominanti.
Fonte foto: Rivoluzione.red (da Google)