I potentati anglofoni ed i neoconservatori hanno occultato una petizione che ha visto protagonisti ben seicentodieci (il numero cresce giorno dopo giorno) giornalisti, per la scarcerazione immediata di Julian Assange. Come notano gli analisti in questione il caso: “è al centro del principio della libertà di parola. Se il governo degli Stati Uniti può perseguire il Signor Assange per la pubblicazione di documenti classificati, potrebbe aprire la via ai governi nel perseguire i giornalisti ovunque, un precedente allarmante per la libertà di stampa nel mondo”. I media in questione, tuttavia, rimangono indifferenti; in Italia pochissimi giornali online hanno difeso in modo incondizionato il fondatore di Wikileaks (l’Interferenza, Scenari Globali, Contropiano, PandoraTV, Fulvio Grimaldi, ecc …), mentre su scala internazionale segnaliamo grandi nomi come James Petras, John Pilger, Chris Hedges ed il sito Web Site Socialist Word. Su Google News, alla voce ‘’lettera dei socialisti di Assange’’, compaiono soltanto gli articoli del sito web ‘’socialista mondiale’’ (WSWS). Il ‘’giornalismo di regime’’ è diventato un prolungamento dello Stato profondo USA e, in Italia, il Partito democratico continua ad essere il megafono dei clan Bush e Clinton.
I ‘’giornalisti’’ Gianni Riotta (‘’fallaciano di sinistra”) ed Andrea Romano, direttore di Democratica, hanno esultato dinanzi all’arresto di Assange, schierandosi con la “Gestapo” anglo-statunitense. L’accusa? Essere una ‘’spia di Putin’’. Sono gli stessi zerbini della lobby israeliana che, da decenni, addomesticano il ceto medio semicolto (dagli accademici al giornalismo liberale) alla linea dei neoconservatori: la guerra permanente. Da almeno 15 anni, il centro-sinistra europeo è una costola dell’imperialismo ‘’cosmopolita’’ USA, la fazione più aggressiva del neocolonialismo yankee, mentre la destra neonazionalista – meno munita in termini di Stato profondo – è un prolungamento dell’Alt Right e del nazionalismo territoriale israeliano. L’informazione, essendo una costola dell’industria capitalista, ne risente producendo ‘’mostri’’.
Secondo Rampini, per la ‘’sinistra’’ Assange si sarebbe trasformato da eroe a ‘’sicario digitale’’. Ma le opinioni di Rampini contano ben poco; la sinistra zombie non conosce il neoconservatorismo radicato all’interno del clan Clinton e perfino nella fazione ‘’democratica’’ di Bernie Sanders. Entrambi gli schieramenti dichiarano guerra al mondo non globalizzato. Rampini è un guerrafondaio (per di più politicamente ipocrita), il sociologo Carlo Formenti ne ritrae le maggiori ambiguità:
“Nostalgia delle sinistre socialdemocratiche al tempo della guerra fredda, che mai si sarebbero sognate di mettere in discussione l’egemonia americana, né avrebbero imboccato la via dell’austerità, suscitando la reazione populista. Nostalgia di politiche che solo la guerra fredda, evocando lo spettro di un’alternativa globale al sistema capitalista, aveva reso possibili. Ecco perché Rampini fa di tutto per resuscitare quello spettro, coltivando un’ideologia che potremmo definire “anticomunismo senza comunisti”. Così la Russia di Putin e la Cina di Xi Jinping vengono arruolati per evocare l’immagine di un nuovo “Impero del male”, sorvolando sul fatto che a giocare il ruolo di aggressore e provocatore, in questa nuova sfida planetaria, sono gli Stati Uniti assai più di questi Paesi. Così il tentato golpe contro Maduro, inspirato da Washington e affidato a una figura priva di ogni legittimazione democratica, viene presentato come un intervento “umanitario” per restaurare la democrazia, e non come l’ennesima interferenza in un Paese latinoamericano per mantenere il controllo sul “cortile di casa” senza sottilizzare sui mezzi (do you remember Allende?). Così Snowden e Assange, da eroi della lotta per la trasparenza dell’informazione (come venivano descritti fino a qualche anno fa anche dalla maggior parte dei media occidentali), diventano infami spie russe’’ 1.
Il centro-sinistra è di fatto una agenzia della borghesia e, citando Trotsky, non poteva che diventare una agenzia della borghesia più forte: quella americana. La destra nazionalista e razzista è, semplicemente, l’altra faccia del capitalismo ‘’cosmopolita’’ e dell’imperialismo umanitario promosso dalla “neo-sinistra” anticomunista e antisocialista.
Il complottismo delle elite offende l’intelligenza dei popoli; per la ‘’sinistra’’ guerrafondaia, Assange sarebbe una ‘’spia russa’’, mentre la destra neofascista (es. Daniel Estuling) ritiene d’aver smascherato un ‘’agente del MOSSAD’’. “Radical chic” e “National chic” sono due facce della stessa medaglia: la disgregazione capitalista, un processo involutivo che ha trasformato gli intellettuali in un ceto parassitario al servizio delle differenti fazioni oligarchiche. Il fascista Estulin e gli scribacchini del Pd si collocano sullo stesso piano morale ed intellettuale.
Il mobbing pubblico è, in termini giuridici, tortura psicologica; verrà il giorno che la stampa di regime dovrà rispondere penalmente del tentato omicidio di un informatore (nel senso leterale della parola) con la schiena dritta. Il giornalista del WSWS, Oscar Grenfell, delinea diverse analogie (pertinenti) col caso Dreyfus. Leggiamo: ‘’Gli operatori dei media che hanno firmato la lettera non traggono ispirazione dalla scuola del giornalismo “giallo” che seguì il caso Assange come un dipartimento della propaganda della CIA, ma da Émile Zola, l’autore francese che rischiò tutto quando prese posizione scrivendo il “J’accuse …!” nel 1898 per sostenere il perseguitato ufficiale Alfred Dreyfus. Questo è un anatema per gli editori corrotti, i redattori e i giornalisti di tutto il mondo, che hanno messo mano a migliaia di articoli per calunniare Assange con qualsiasi cosa, dal “criminale sessuale” ad “agente russo” e persino ad uno che presumibilmente non si prendeva cura del proprio gatto. Tali storie furono un punto fermo del Guardian, del New York Times e del Washington Post. Non sorprende che nessuno dei loro principali redattori abbia firmato la lettera dei giornalisti’’ 2. Le calunnie anti-Assange offendono il mondo del lavoro il quale ha pagato, a suon di licenziamenti, il passaggio dallo Stato sociale allo Stato di guerra; i profitti dei capitalisti si sono pompati a dismisura col saccheggio delle risorse delle nazioni ‘’indipendenti’’, mentre – a crimini comprovati – Bush è ancora a piede libero.
Il 12 dicembre 1969 ricorre il cinquantesimo anniversario della Strage di Piazza Fontana, simbolo della morsa nord-americana contro la Costituzione democratica. Quali sono le interconnessioni fra la Strategia della Tensione e le guerre imperialiste, lanciate dal Deep State, in Medio Oriente? Il lavoro di Wikileaks e quello di magistrati anti-establishment, come Ferdinando Imposimato, sono complementari per la ricerca della verità; la regia, dal dopoguerra, è rimastra invariata.
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Fonte foto: Il Manifesto (da Google)