La manifestazione nazionale per la pace che si terrà oggi a Roma presenta forti elementi di ambiguità e genericità. Formalmente promossa da varie associazioni cattoliche e laiche, vedrà la partecipazione di quasi tutte le forze politiche di opposizione – meglio sarebbe dire non al governo – dal M5S a Unione Popolare, passando per il PD.
Avete capito bene, il PD, il partito della guerra e della NATO per definizione.
Ciò è stato possibile perché la manifestazione è stata convocata con una piattaforma volutamente generica, proprio per dare la possibilità a quante più forze politiche di aderire. Lo stesso segretario dem, Enrico Letta, ha annunciato la sua presenza in piazza ribadendo che non lascerà che i temi della pace vengano egemonizzati dai “grillini”. E’ evidente che è già iniziata la competizione fra il PD e il M5S di Conte per la leadership dell’area di “opposizione” al governo di centrodestra.
La manifestazione nasce, dunque, con una impronta “politicista” e strumentale, oltre che generica e molto, molto ambigua. Si parla infatti di pace senza spiegare le vere ragioni della guerra, di cessare il fuoco e di solidarietà con il popolo ucraino e con tutti i civili colpiti dalla guerra. Detto così, chi è che potrebbe non essere d’accordo?
Nondimeno oggi tante persone parteciperanno sinceramente animate dalla volontà di porre fine al conflitto e questo è un fatto sicuramente positivo. E sono convinto che tanti di coloro che scenderanno oggi in piazza hanno idee e posizioni più chiare e meno (falsamente) generiche rispetto a quelle della gran parte delle forze politiche presenti. E’ questa la ragione per cui parteciperò a titolo personale a questa manifestazione, pur con tutte le evidenti e macroscopiche contraddizioni che presenta.
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