Luigi Mangione e il sistema sanitario americano


In un paese come l’America dove è diventato un fatto usuale che qualcuno “sbrocchi”, salga su un tetto e cominci a sparare sui passanti oppure entri in una scuola e faccia strage di chiunque gli si trovi davanti, fa notizia un giovane che invece di sparare a casaccio sceglie con cura il suo bersaglio e lo elimina con fredda determinazione. La vittima non è un tizio qualsiasi ma l’amministratore delegato di una megacompagnia di assicurazioni sanitarie, la United Healthcare, uno dei colossi del sistema sanitario americano, un’azienda con un fatturato tra i primi al mondo, uno dei tanti simboli dell’ultracapitalismo mondiale.

Insomma, al di là delle motivazioni personali e delle condizioni psicologiche e psichiche che hanno spinto il giovane ad un simile gesto, è evidente che la questione è tutta sul piatto. L’atto in sé è certamente criminale ma lucido nello stesso tempo. Negli Stati Uniti infatti la sanità è forse l’ambito in cui più di altri la diseguaglianza sociale miete vittime e dove il solco fra ricchi e poveri è più profondo. In parole povere, negli USA se hai i soldi puoi curarti, se non li hai puoi anche morire, e infatti tanti muoiono abbandonati a loro stessi nell’indifferenza del sistema sanitario nazionale, del governo, dei ceti sociali ricchi e/o benestanti e ovviamente delle compagnie di assicurazione la cui unica finalità è il lucro.

Naturalmente, a scanso di equivoci e per evitare le possibili speculazioni dei soliti noti, diciamo subito che non è certo con questi folli gesti che si risolvono le cose. La via maestra da seguire è sempre quella più lunga e faticosa (e dolorosa), ed è quella della lotta, dell’organizzazione e della mobilitazione di massa.

Chiarito questo, ricordo che stiamo parlando di un paese di trecento milioni di abitanti dove circolano circa quattrocento milioni di armi da fuoco – l’industria delle armi è tra le più fiorenti come quella delle assicurazioni sanitarie – dove decine di migliaia di persone si sparano e si ammazzano per traffico di droga, per guerre fra bande o per futili motivi. Nei casi degli “sparatori folli”, quelli appunto che salgono sul tetto di una casa o entrano in un supermercato e cominciano a sparare all’impazzata su tutto ciò che si muove, gioca un ruolo importante – come spiegano molti psicologi – il fattore emulazione. Normalmente chi di dovere se ne frega ma in questo caso non credo, perché il “fattore emulazione” potrebbe diventare assai rischioso. Per chi di dovere…

Fonte foto: Newsweek (da Google)

6 commenti per “Luigi Mangione e il sistema sanitario americano

  1. Piero
    13 Dicembre 2024 at 20:59

    Certo che la strada è la mobilitazione di massa.

    Resta il fatto che il concetto di padrone è da eliminare… e chi è stufo di chiacchiere (magari quelle fatte nei parlamenti borghesi), passa all’azione da solo. Non è vincente, ma se ne accadessero di più di questi fatti, forse qualcuno ci penserebbe 2 volte prima di sentirsi “padrone” con il servo a servizio.

    P.S. è in atto una guerra di classe molto crudele, che non farà prigionieri!

    • Luca Massimo Climati
      14 Dicembre 2024 at 3:59

      Il commento di Piero è molto realista e non lo sottovaluto.
      Non è facile in una società post- democratica,liberista e non più liberale, dove l’ascensore sociale è stato interrotto da anni, dove la bolla delle élite non fa entrare nessuno ed è disposta anche ad un conflitto termonucleare,piuttosto di rinunciare a 20 troie e 10 panfili a testa, continuare e ricostruire, come tenta il sottoscritto, un conflitto di massa ed una svolta.
      Qualcuno vide l’esecuzione del proprio fratello,
      anarchico, per conto del potere zarista.
      Dedicò la sua breve vita alla distruzione di quella autocrazia reazionaria..
      Mangione è mio fratello minore: ma i gesti anarchici non bastano,pur essendo parte della nostra storia.

      • Giulio Bonali
        14 Dicembre 2024 at 16:54

        Perfettamente d’ accordo.
        Come a Gaetano Bresci e al fratello di Lenin, così anche a Mangione va tutta la mia comprensione umana (e anche un po’ di ammirazione), pur nella consapevolezza che ci vorrebbe ben altro che atti di giustizia individuali: morto un re (o un monopolista finanziario; o quelli che quando sono russi i mentitori professionali di stampa e TV chiamano “oligarchi”, quando amerikani “tycoon”) se ne fa un altro, purtroppo.
        Significativo, oltre ai commenti di approvazione sui social già qui rilevati, il fatto che, probabilmente per l’ approvazione riscossa da parte di astanti e testimoni scarsamente o per nulla collaboranti con la “giustizia”, non sia stato catturato immediatamente né senza difficoltà.

  2. Dan
    14 Dicembre 2024 at 0:18

    Come si vede il mainstream si è concentrato strumentalmente sul lato disperato della vicenda individuale, sui problemi personali, evitando accuratamente di approfondire la questione sociale e di classe da cui discende l’atto individuale. É una vicenda che ci dice molto della crisi verticale e profonda della società americana. Da notare che il ragazzo proviene da una famiglia della buona borghesia americana e la sua scelta è politicamente motivata. Da segnalare anche quanta simpatia ha raccolto sui social, ciò dimostra quanto sia profonda e diffusa la rabbia e il rancore sociale che purtroppo si esprimono in forme istintive e impotenti. Qualche testa pensante delle elité forse guarderà con attenzione a questo piccolo e per ora impotente gesto.

    • Panda
      14 Dicembre 2024 at 12:26

      Sì, mi pare che qualche attenzione ci sia: https://x.com/kenklippenstein/status/1867716636918395280

      Ciò detto, unendomi agli altri commenti, se si è svolto realmente come è stato riferito (premessa d’obbligo: vedi dopo), prima di tutto se c’è una chiara motivazione politica, non credo che questo gesto possa essere definito “folle”: è stato un atto di terrorismo individuale, in quanto tale, come dice Massimo, tutt’altro che senza precedenti nella storia del movimento dei lavoratori. Oltre a tutta una serie di problemi già menzionati e ben noti (forse può essere utile rileggere Marxismo e critica del terrorismo di Roberto Massari), nella critica politica ve tenuto conto anche dell’enorme margine di manipolazione/infiltrazione che questo tipo di attività offre agli apparati repressivi.

  3. Giovanni
    14 Dicembre 2024 at 23:55

    Non posso fare a meno di pensare al film Joker, se ne parlò abbastanza a suo tempo nell’area del dissenso, riporto un articolo apparso su sollevazione.

    Il protagonista è un antieroe, cosa di cui la cinematografia americana ci ha riempito, una “vittima incompresa di una società non meno marcia, patologicamente ingiusta e violenta, lugubre proiezione di quella nordamericana attuale” mostrata in maniera da “spingere lo spettatore ad immedesimarsi in un emarginato disgraziato che suo malgrado innesca la rivolta sociale degli oppressi come lui. Una sollevazione senza alcun fine che non sia quello della vendetta sociale [..] No future… Un racconto che non lascia scampo, non c’è niente oltre il presente. Nessuna speranza.”

    I dominanti sanno perfettamente “quello che ribolle nella pancia degli Stati Uniti d’America” e del mondo, contemplano vari scenari e cercano di imbrigliare il dissenso per i loro fini, del resto lo hanno fatto anche negli anni ’70 e ahimé gli è andata pure di lusso a lorsignori.

    Questo evento, pur non essendo il Mangione uno psicopatico come il Joker del film, presenta in fondo una affinità sulla linea generale.

    Calzante anche il paragone che fece Giorgio Bianchi (non ho il link sottomano) con il film “V for vendetta”, perfetto paradigma delle rivoluzioni colorate ma ormai poco adeguato ai tempi e quindi da aggiornare all’oggi.

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