In un paese come l’America dove è diventato un fatto usuale che qualcuno “sbrocchi”, salga su un tetto e cominci a sparare sui passanti oppure entri in una scuola e faccia strage di chiunque gli si trovi davanti, fa notizia un giovane che invece di sparare a casaccio sceglie con cura il suo bersaglio e lo elimina con fredda determinazione. La vittima non è un tizio qualsiasi ma l’amministratore delegato di una megacompagnia di assicurazioni sanitarie, la United Healthcare, uno dei colossi del sistema sanitario americano, un’azienda con un fatturato tra i primi al mondo, uno dei tanti simboli dell’ultracapitalismo mondiale.
Insomma, al di là delle motivazioni personali e delle
condizioni psicologiche e psichiche che hanno spinto il giovane ad un simile gesto,
è evidente che la questione è tutta sul piatto. L’atto in sé è certamente criminale
ma lucido nello stesso tempo. Negli Stati Uniti infatti la sanità è forse l’ambito
in cui più di altri la diseguaglianza sociale miete vittime e dove il solco fra
ricchi e poveri è più profondo. In parole povere, negli USA se hai i soldi puoi
curarti, se non li hai puoi anche morire, e infatti tanti muoiono abbandonati a
loro stessi nell’indifferenza del sistema sanitario nazionale, del governo, dei
ceti sociali ricchi e/o benestanti e ovviamente delle compagnie di
assicurazione la cui unica finalità è il lucro.
Naturalmente, a scanso di equivoci e per evitare le possibili
speculazioni dei soliti noti, diciamo subito che non è certo con questi folli
gesti che si risolvono le cose. La via maestra da seguire è sempre quella più lunga
e faticosa (e dolorosa), ed è quella della lotta, dell’organizzazione e della
mobilitazione di massa.
Chiarito questo, ricordo che stiamo parlando di un paese di trecento milioni di abitanti dove circolano circa quattrocento milioni di armi da fuoco – l’industria delle armi è tra le più fiorenti come quella delle assicurazioni sanitarie – dove decine di migliaia di persone si sparano e si ammazzano per traffico di droga, per guerre fra bande o per futili motivi. Nei casi degli “sparatori folli”, quelli appunto che salgono sul tetto di una casa o entrano in un supermercato e cominciano a sparare all’impazzata su tutto ciò che si muove, gioca un ruolo importante – come spiegano molti psicologi – il fattore emulazione. Normalmente chi di dovere se ne frega ma in questo caso non credo, perché il “fattore emulazione” potrebbe diventare assai rischioso. Per chi di dovere…
Fonte foto: Newsweek (da Google)