L’iraniano Abedini ha rischiato la vita nel carcere di Rossano Calabro, la Guantanamo italiana


Il sistema penitenziario italiano, con i terroristi qaedisti, gli stragisti neri e la ‘ndrangheta serviti e riveriti, è uno strumento nelle mani della CIA?

L’Italia è una nazione cobelligerante, suddita degli USA, nella guerra multidimensionale contro la Federazione Russa e la Repubblica Islamica dell’Iran. L’arresto di Cecilia Sala, al di là della violazione delle leggi islamiche (a Teheran, le giovani appartenenti alla borghesia metropolitana indossano raramente l’hijab), è una risposta di Teheran all’arresto illegittimo di Abedini, “trattato come una bestia” nella Guantanamo italiana, il carcere di Rossano Calabro.

C’è una questione di legittimità internazionale da chiarire: i Guardiani della Rivoluzione vengono considerati una “organizzazione terroristica” dagli Stati Uniti, ma non dall’Italia. In realtà, i Pasdaran sono una milizia d’élite dell’esercito iraniano che rispondono direttamente al Grande Ayatollah Khamenei; il loro obiettivo è quello di difendere gli sciiti dal terrorismo wahabita-sunnita. Come diversi analisti sanno, Al Qaeda e Daesh sono un “esercito segreto” della CIA contro lo sciismo ed i governi pluralisti d’orientamento baathista (Iraq prima e la Siria di recente). Roma, violando la legge italiana (prima di tutto la Costituzione repubblicana), ha arrestato Abedini chiedendogli di provare la propria innocenza, l’onere probatorio invertito, una mostruosità giuridica tutta statunitense.

L’Italia ha incarcerato Abedini nel penitenziario di Rossano Calabro, in mezzo agli stragisti sunniti, mettendo a repentaglio la vita dello scienziato iraniano. Leggiamo dal sito della Polizia penitenziaria (l’articolo è datato 2018) che nel carcere di Rossano:

Ci sono 50 detenuti stranieri accusati di terrorismo che non vengono mischiati con gli altri – racconta ancora Candido. A loro è dedicato un braccio particolare, la Polizia Penitenziaria ha spiegato che non capiscono quello che i detenuti si dicono e i contenuti della preghiera del venerdì organizzata all’interno di una sala allestita appositamente con un Imam che mi risulta essere uno di essi”. A Rossano manca anche inoltre la figura esterna di un mediatore e l’unico che si occupa di tradurre è un detenuto arabo che conosce un po’ di italiano. I carcerati lamentano ancora di non riuscire a comunicare nemmeno con le famiglie.

“È un luogo macabro – conclude Candido, in cui non si può dire nemmeno di essere vivi”. Costruita nel 2000, la struttura ad oggi ospita 231 detenuti (a fronte di una capienza di 215) e in passato è finita al centro delle denunce dei reclusi per le condizioni delle celle, le presunte torture e maltrattamenti. All’interno dei cubi di cemento di contrada Ciminata si trova anche uno spazio adibito a moschea, destinato agli oltre 70 reclusi di fede musulmana presenti.” 1

Fra loro c’è anche l’ex imam di Zingoia (Bergamo), il pachistano Hafiz Muhammad Zulkifal, arrestato nel 2015 con l’accusa di essere il capo spirituale di una presunta cellula di Al Qaeda con base operativa in Sardegna. Secondo le indagini della Dda di Cagliari, Zulkifal sarebbe anche coinvolto negli attentati di Stoccolma del 2010. Ed era lui il destinatario di una telefonata in cui si parlava della necessità di “pensare al loro Papa”.

“Da qui è passato anche Khalil Jarraya, il 46enne tunisino detto “il colonnello”, ex combattente nelle milizie bosniache, ora espulso dopo la condanna per associazione terroristica internazionale. E anche un altro tunisino, Dridi Sabri, condannato per terrorismo internazionale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ora anche lui espulso. Ma secondo Donato Capece, segretario del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe), in visita nella sezione speciale del carcere calabrese, “il livello di sicurezza è pari a zero”.”

Leggiamo, da un sito istituzionale, che “il livello di sicurezza è pari a zero” quindi uno sciita iraniano, recluso illegittimamente nella Guantanamo italiana, avrebbe rischiato la vita venendo quotidianamente trattato “come una bestia” da aguzzini qaedisti. Il governo italiano, calpestando le proprie normative democratiche (il Diritto costituzionale, Processuale penale ed il Diritto penitenziario), su richiesta della CIA, avrebbe potuto lasciar di provocare la morte di Abedini tenendo, in una prima fase della detenzione, il console e gli avvocati all’oscuro di tutto. Nei fatti, giuridicamente, si è trattato di un vero e proprio rapimento di Stato.

Il Prof. Alessandro Orsini ha chiarito alcuni aspetti giuridici della questione:

“La situazione di Abedini è migliorata soltanto quando il governo Meloni ha saputo che l’Iran aveva iniziato a trattare una nostra connazionale con gli stessi metodi con cui l’Italia stava trattando Abedini. È falso che, quando Abedini è stato arrestato, abbia avuto la possibilità di parlare con il console e con gli avvocati. Ha potuto parlare con loro soltanto quando l’Iran ha arrestato la giornalista italiana.

Siccome l’Italia trattava Abedini come una bestia, l’Iran ha detto al governo Meloni: “O rispettate i diritti umani di Abedini oppure si mette male”. Quasi tutto quello che i media italiani vi stanno dicendo sull’Iran, su ciò che l’Iran sta dicendo, facendo e chiedendo, è falso.” 2

Il governo filo-USA e filo-sionista della Meloni comprende soltanto il linguaggio della forza, nonostante ciò Teheran è intervenuta in difesa di un suo cittadino, muovendosi in conformità al Diritto internazionale. Per Giorgia Meloni, gli italiani sono carne da macello nella proiezione unilaterale del Pentagono; il sistema dell’informazione è corrotto e l’Ordine dei giornalisti (ODG) si è rivelato, anche in questa circostanza, una casta ipocrita al servizio dello “stato profondo”. Conclude Orsini:

“Se l’Iran non avesse contrattaccato, Abedini sarebbe ancora trattato in Italia come un terrorista-animale-bestia dimenticato da tutti in un carcere orrendo. Nella società libera, il dovere etico-professionale dei giornalisti è di essere fedeli alla verità sostanziale dei fatti. La verità sostanziale dei fatti è che l’Italia ha operato come uno Stato terrorista contro Abedini su ordine della Casa Bianca.”

Roma non è moralmente e giuridicamente superiore a nessuno, ma, anche in questa circostanza, si è rivelata una proiezione neocoloniale dei neoconservatori USA, un Super clan di tecnocrati che contempla la “guerra eterna”. USA ed Israele ordinano e l’Italia (al di là del colore politico dei governi) esegue, senza porsi troppe domande; un corpo politico senz’anima, degli autentici zombie istituzionali.

Il governo di Giorgia Meloni sta praticando, per l’ennesima volta, terrorismo di Stato su mandato USA, una prassi delinquenziale degna di ciò che Orsini ha più volte chiamato una “criminale politica”. Definizione, contestualizzata in un quadro geopolitico, corretta.

https://www.poliziapenitenziaria.it/public-post-nel-carcere-di-rossano-la-guantanamo-daposapositalia-forse-50-i-terroristi-di-varie-organizzazi-5922-asp/

Fonte foto: Corriere della Sera (da Google)

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