Si sprecano le immagini e le interviste strappalacrime delle vittime civili della rivolta palestinese a Gaza. Immagini e drammi utilizzate cinicamente per giustificare il massiccio bombardamento sui civili palestinesi a Gaza, che non hanno voce. Ma loro sono abituati da decenni ad essere massacrati quotidianamente dalle bombe “civili” israeliane, che non distinguono tra donne, anziani e bambini; sono abituati ad essere arrestati di notte o cacciati dalle loro case senza potervi piu fare ritorno.Ci raccontano del dramma degli ostaggi catturati da Hamas, ma non ci raccontano dei 6 mila palestinesi rinchiusi come ostaggj e senza processo da anni nelle carceri lager israeliane. Si reclama il diritto di Israele alla esistenza con tutti i mezzi, ma non si denuncia con la stessa forza Israele che impedisce ai palestinesi di avere una propria patria e i palestinesi che si ribellano sono comunque terroristi. Si reclama il diritto al divertimento dei giovani occidentali alle porte del ghetto di Gaza, ma quel ghetto recintato con il filo spinato e dove sono rinchiusi due milioni di palestinesi non viene visto da quei giovani, dalle telecamere e dai giornalisti occidentali. Tanto quelli sono esseri subumani! Cinquant’anni fa nessun giovane occidentale avrebbe fatto un rave davanti ad un lager prigione. Al massimo ci sarebbero andati per solidarizzare con le vittime e per protestare contro i loro carcerieri. Ma i tempi sono cambiati. In peggio, e ai giovani di oggi sta bene così. Si reclama la giusta reazione di Israele al “terrorismo” di Hamas, ma non lo si qualifica, anche questo, come una giusta reazione al terrorismo di Stato di Israele sui civili palestinesi che lo esercita indisturbata da decenni con la complicità dell’Occidente. Ma già! L’esercito superarmato di Israele è composto da gente “civile” e fa la guerra, i palestinesi invece sono terroristi brutti sporchi e cattivi anche quando muoiono lanciando pietre contro i carri armati israeliani. Per i governi israeliani gli unici palestinesi buoni sono quelli disarmati, collaborativi, o in carcere. Nel frattempo liberate Khaled. Lo dico al ministro Tajani, cuore di leone quando deve difendere Israele, ma coniglio quando deve tutelare la vita di un italiano rinchiuso nelle sue carceri senza motivo.
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