Raccontare
bugie è ormai uno sport diffuso, sostenere che aumentano certe spese salvo poi
scoprire un’altra verità che resterà comunque ignota alla stragrande
maggioranza dei cittadini vista la subalternità ai poteri economici e politici
dominanti dei mass media, degli organi radio e televisivi che, non senza
imbarazzo, sono alla fine costretti a qualche piccola ammissione.
La legge di bilancio del governo Meloni non aumenta l’assegno previdenziale più basso se non di 3 miseri euro al mese e quindi, anche considerando una bassa inflazione, magari meno dell’1%, questi assegni perderanno potere di acquisto.
Dagli scranni del Parlamento c’è già chi grida al complotto, alla diffusione di notizie menzognere per mettere in cattiva luce l’operato del Governo ma facendo due conti si capisce la perdita delle pensioni minime che non potranno contare per il 2025 dell’ incremento “straordinario” del 2,7% valido nel 2024.
Una
volta realizzati i dovuti calcoli, le pensioni minime nel 2025 ammonteranno a
617,9 euro rispetto ai 614,77 attuali.
Dopo i salari da fame con aumenti contrattuali previsti pari a poco meno di un terzo dell’inflazione, arriveranno anche assegni previdenziali miseri.
L’ adeguamento del 100% all’inflazione, prevista all’1 per cento per il 2025, varrà per gli assegni con importo fino a 4 volte il trattamento minimo, per quelli tra 4 e 5 volte il minimo la rivalutazione sarà pari al 90%, scenderà al 75% per tutti gli altri con cifre superiori a questa soglia.
E ricordiamoci che il riferimento va alla inflazione certificata che poi non corrisponde mai al reale aumento del costo della vita.
Fonte foto: L’Antidiplomatico (da Google)