Il cosiddetto “green pass” per il personale scolastico approvato dal recente Consiglio dei Ministri, condizione indispensabile per poter accedere ai locali scolastici, è un evidente obbligo vaccinale surrettizio.
La libertà di scelta del lavoratore è solo fittizia: la stessa della vittima della rapina dinanzi al classico “o la borsa o la vita”. O la vaccinazione o il lavoro (l’alternativa di un tampone ogni 48 ore non è una vera alternativa).
Non si contesta il potere e, in presenza delle condizioni, persino il dovere dello stato di imporre obblighi vaccinali, ma in questo caso lo si fa con un metodo inaccettabile e conseguenze gravissime.
In pratica, il nostro stato disconosce la condizione di lavoratori al personale scolastico.
Li designa come semplici individui e cittadini astratti, privi della determinazione essenziale della loro esistenza: il lavoro.
Il personale scolastico non sarebbe composto da lavoratori, ma da semplici “cittadini, come qualsiasi occasionali visitatori, i quali possono accedere ai locali soltanto muniti di “green pass”.
Non si impone un obbligo (vaccinale) a lavoratori determinati, ad una specifica categoria di lavoratori, ma si concede una libera scelta ad indistinti individui e cittadini.
Il lavoratore della scuola non avrebbe un obbligo specifico di vaccinarsi, ma, come un qualsiasi cittadino, di munirsi di “green pass”.
Il “personale scolastico” non è composto da lavoratori ma da individui-cittadini.
I lavoratori della scuola non esistono, non sono lavoratori legati al luogo di lavoro. No. Come gli spettatori di un cinema o i clienti di un bar, sono semplici cittadini, individui liberi di vaccinarsi o meno. Entrare nel cinema o nel bar ha la stessa valenza del recarsi sul luogo di lavoro. Se non hanno il “green pass” non bevono l’aperitivo in compagnia, non guardano il film o perdono lo stipendio e il lavoro. E’ la stessa cosa. E’ una conseguenza della libera scelta di individui.
Per l’ideologia ultraliberale fanatica sottesa a questo provvedimento esistono solo individui e astratti cittadini, con buona pace della costituzione fondata sul lavoro e sull’auspicata partecipazione dei lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese. Si seppellisce la costituzione che riconosce il soggetto sociale “lavoratore”.
Questo provvedimento è un duro attacco ai lavoratori. Non è la solita demolizione di diritti dei lavoratori; è qualcosa di più: la demolizione della figura stessa del lavoratore.
Fonte foto: IVG.it (da Google)