Laicismo femminista
Ci sono episodi apparentemente minori che rivelano e svelano la verità del nostro tempo storico. All’improvviso dei “dettagli di cronaca giudicata secondaria” squarciano il velo di Maya della menzogna quotidiana e ci consentono di guardare direttamente la verità occultata e manipolata. L’antiumanesimo laicista rappresentato normalmente come fondamento della libertà, difeso dal “circo mediatico” e dai suoi spadaccini si è mostrato nella sua realtà in un episodio accaduto a Roma il 7 marzo del corrente anno: un gruppo di sedicenti femministe in piazza Sempione dove è la chiesa dei Santi Angeli Custodi ha portato in processione una Madonna a forma di vagina nel momento in cui i fedeli uscivano dopo la messa. Si contesta, pare, l’opposizione della chiesa di spostare la statua della madonnina dal centro della piazza per trasformarla in un luogo di laico consumo e movida. L’episodio è inquietante, in quanto l’antiumanesimo del nuovo femminismo allineato al liberismo consumistico ha mostrato l’aggressività della sua ideologia, la quale invoca il dialogo e l’uguaglianza solo se ci si omologa agli imperativi del nuovo economicismo liberista. La parola è sostituita con un’immagine che rende evidente la nuova visione antropologica dell’essere umano secondo il radicalismo femminista: la persona è ridotta a solo realtà pubica, non si accetta limite ed etica alcuna in nome del piacere-consumo. Ogni realtà altra è aggredita con la volontà di umiliare e delegittimare senza che si possa replicare. Il riduzionismo del nuovo femminismo radicale è in linea con il liberismo imperiale e nichilista che non ammette la diversità, ma la esalta solo se è colore, spettacolo senza concetto e senza pensiero. L’unica realtà e verità è il consumismo illimitato a cui tutti sono chiamati ad obbedire ciecamente. Non vi è nessuna intenzione di costruire relazioni nella dialettica dialogica, ma quest’ultima è sostituita dalla barbarie dell’immagine che deve offendere coloro che “osano” opporsi al “pensiero capitale e laico”.
Anno zero
Siamo all’anno zero dell’umanità, la parola è sostituita dal calcolo e dalle immagini pubiche, le quali sono due volti della stessa moneta ideologica. Dinanzi ai barbari che sono all’interno del sistema e che “lavorano” per distruggere ogni forma di civiltà, storia e credo abbiamo il dovere di capire lo stato della nostra democrazia e di diventare veicoli di umanesimo. Senza relazione non vi è umanità, non vi è comunità, ma solo l’aggressività laicista che vuole rendere e omologare le relazioni a semplici transazioni economico-edonistiche. Le donne dovrebbero prendere coralmente la distanza da simili episodi, che mortificano la lotta di coloro che combattono contro la violenza. Se l’otto marzo diviene il giorno in cui le donne difendono la loro dogmatica adesione ai valori del mercato, la sconfitta è delle donne come dell’umanità tutta. Se il dialogo è sostituito da provocazioni senza logos non resta che la barbarie distruttiva di una libertà che in nome di se stessa annichilisce ogni relazione dialogica ed umana, ma specialmente il laicismo femminista e scientista ha in odio ogni discorso sulla verità a cui contrappone le ragioni di una libertà pubica e non più pubblica e razionale.
Laicismo nichilista
Dovremmo riflettere sulle parole di Costanzo Preve che ben aveva compreso cosa si celava dietro il laicismo illuminista ed “ateista”:
Il laicismo, che personalmente preferisco definire come “fondamentalismo illuministico”, si presenta come l’unico e vero discorso filosofico della modernità (cfr. J. Habermas, Il discorso filosofico della modernità, Laterza 1987). Habermas connota la modernità come abbandono della pretesa metafisica della conoscenza e della valutazione della totalità, ed è chiaro che qui siamo di fronte a un parricidio nei confronti del suo maestro Adorno, tanto migliore di lui (valutazione mia, CP). In questo modo Kant diventa il primo e anche l’ultimo vero autore moderno, mentre sia Hegel che Marx vengono esplicitamente connotati come “pre-moderni”, e cioè come metafisici secolarizzati della totalità. Devo personalmente ringraziare Habermas per la sua chiarezza, perché leggendo il suo saggio ho finalmente capito che non solo personalmente non ero “moderno”, ma non mi sarebbe mai più importato nulla essere considerato tale. Vale invece la pena individuare il nucleo di questa modernità laica, e diagnosticarne la povertà. La radice filosofica di questa “modernità” sta nella riduzione del problema della verità a quello della certezza del soggetto, o meglio alle modalità gnoseologiche del suo accertamento. Correttamente Lukács scrisse che la gnoseologia è la teologia dei tempi moderni e della società capitalistica. A partire dal Cogito di Cartesio fino all’Io penso di Kant si svolge un processo effettivamente “moderno” che riduce integralmente il problema della verità della totalità in certezza epistemologica del soggetto, un soggetto (non dimentichiamolo) de-storicizzato e de-socializzato. In questa concezione la ri-storicizzazione e ri-socializzazione del soggetto, operata da Vico, Fichte, Hegel e Marx viene paradossalmente considerata pre-moderna e non moderna. Ma non siamo che all’anticamera della comprensione del problema. La chiave del moderno relativismo laicista si trova a mio avviso in Max Weber, il “Marx della borghesia”, un neo-kantiano senza coscienza infelice ma consapevole della “gabbia d’acciaio” in cui il capitalismo stava rinchiudendo gli uomini. Come ha osservato una acuta interprete francese, l’esito relativista di Max Weber (il relativismo dei valori portato dal disincanto del mondo) è in realtà ambiguo, perché Max Weber è un comparatista relativista (tutte le religioni e le civiltà sono “valorialmente” egualmente vicine a Dio, e cioè al nulla) ed un epistemologo assolutista, perché la civiltà occidentale è considerata superiore a tutte le altre proprio in nome del razionalismo proceduralistico, il cui esito è appunto il relativismo dei valori e il disincanto del mondo[1]”.
Le parole di Costano Preve sono uno dei modi per agire e non reagire semplicemente ad un laicismo nichilista. Si devono tener strette le parole di senso, mentre imperversa il nichilismo ateistico ed economicistico, perché esse ci sono di ausilio per capire e non disperderci nella malinconia del presente.
[1] Costanzo Preve Teologia e filosofia per studenti della scuola dell’obbligo. Considerazioni su Joseph Ratzinger, Umberto Eco, Vito Mancuso e Telmo Pievani. Posted on 03/12/2011 da Miguel Martinez
Fonte foto: Notizioso (da Google)