L’aggressione di alcuni militanti neofascisti ai danni di alcuni studenti a Firenze, un episodio sostanzialmente irrilevante se pensiamo che ogni settimana davanti alle discoteche, fuori degli stadi, nei quartieri di periferia accadono episodi di violenza infinitamente più gravi e spesso letali per motivi che definire futili è un eufemismo, è stato oltremodo e artatamente ingigantito dai media.
Vero e proprio cacio sui maccheroni per una “opposizione” divisa e frammentata (non su argomenti seri ma sulla competizione per la leadership) che magicamente finge di ritrovare la sua unità sull’antifascismo.
PD, Italia Viva, M5S, Sinistra Italiana hanno marciato tutti insieme allegramente al canto dell’ormai inflazionatissima “Bella ciao”, trasformata da tempo da icona della lotta partigiana a canzonetta buona da ballare al concertone del Primo Maggio – anch’esso ridotto a kermesse mediatica e “arcobalenica” – tra uno spinello e l’altro.
Per l’ennesima volta l’antifascismo viene spudoratamente strumentalizzato per fini che nulla hanno a che vedere con l’antifascismo stesso. Questi signori e queste signore fanno mostra di scandalizzarsi per quella che è stata poco più di una scazzottatura ma hanno chiuso gli occhi per dieci anni mentre i nazifascisti ucraini terrorizzavano le popolazioni russofone del Donbass. Un fenomeno di consapevole strabismo.
La manifestazione di Firenze è stata solo una “prova tecnica di trasmissione”, come si suol dire, che è servita alla neosegretaria del PD come vetrina per accreditarsi in quanto leader della “sinistra” e dell’”opposizione” al governo Meloni. Quale migliore occasione fornita su un piatto d’argento da un gruppetto di teppisti neofascisti?
E così, mentre da una parte sfila al corteo antifascista, dall’altra vota per inviare le armi ai nazisti ucraini.
L’essere donna, giovane e lesbica non è, di per sé, garanzia di coerenza.
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