Non c’è dubbio che trent’anni di bombardamento ideologico e mediatico politicamente corretto abbiano prodotto la loro contraddizione, cioè il “neo populismo” di destra. Il capitale, in questa fase storica, ha scelto la “sinistra” come garante politica e ideologica della “governance”, cioè della pace sociale, che è la vera finalità strategica.
E’ evidente che dopo questo bombardamento, i ceti popolari, pur in totale assenza di una vera coscienza politica e di classe, hanno cominciato ad “odorare” e a capire la reale funzione della “sinistra”, quella cioè di copertura ideologica del sistema.
Il problema è che in totale assenza di una forza di classe e socialista, quegli stessi ceti popolari si sono rivolti a destra o al M5S, ed è del tutto naturale che ciò avvenisse, anche perché quelle forze sono state molto abili nel porsi come “antisistema” quando in realtà non lo sono affatto. Anzi, anch’esse, dal canto loro, proprio per questa ragione svolgono una funzione di depistaggio ideologico enorme. Una funzione che noi dobbiamo svelare, così come dobbiamo svelare quella della “sinistra”. Si tratta di due volti dello stesso sistema che, naturalmente, rappresentano anche interessi in conflitto fra loro. Il “sistema” capitalista attuale è una “macchina” estremamente complessa, con conflitti interni di vario genere, e non può essere ricondotto ad un “unicum”.
L’attuale governo rappresenta il compromesso fra quella parte di borghesia nazionale che non è riuscita ad entrare nel salotto del grande capitale mondiale e transnazionale e che aspira a recuperare l’egemonia politica perduta da una parte, e i ceti popolari impauriti dalla situazione che si è venuta a creare e desiderosi di protezione, dall’altra. Naturalmente è la borghesia nazionale ad essere trainante e i ceti popolari (sbrindellati ideologicamente e psicologicamente prima ancora che politicamente) ad essere subalterni e ad aggrapparsi al suo carro. Il punto di mediazione – o meglio, la merce di scambio – è appunto l’ostilità e la chiusura nei confronti dell’immigrazione. Il paradigma proposto ai ceti popolari dalla neo destra leghista, se mi passate i miei soliti esempi banali è il seguente: ”Io (imprenditore del centro nord) sono il padrone e continuo ad essere e a fare il padrone. Tu sei l’operaio e continui ad essere e a fare l’operaio, zitto e mosca, anzi, ti fai il culo anche più di prima perché qui non ci sono sindacati a rompere i coglioni e quello che conta è l’impresa (elevata quasi al rango di categoria filosofica…) di cui anche tu sei parte (sia pure in una posizione subalterna). Però io ti tolgo dalle palle gli immigrati e ti garantisco una stabilità e una sicurezza all’interno del quadro di cui sopra”.
Si tratta di un compromesso interclassista, fondato su di una logica protezionistica, neo corporativa, e neo reazionaria. Diciamo una sorta di capitalismo “autoritario”, con lo “stato-nazione” a fare da garante e soprattutto da guardiano…
Ma nella situazione in cui siamo, i ceti popolari (che hanno interiorizzato la sconfitta epocale e l’attuale status quo, cioè il dominio assoluto del capitale, come un fatto da cui non si può prescindere, senza neanche averne coscienza) vi aderiscono per paura, insicurezza, smarrimento, incapacità e impossibilità di concepire altro. Diciamo che se è sicuramente un errore definire la Lega un partito fascista tout court, quanto meno nelle forme tradizionali, sicuramente è quello che più lo ricorda o gli si avvicina. Diciamo che si tratta un partito neo reazionario di destra, fortemente identitario, esclusivista, protezionista e neo corporativo, che di fatto, anche se non formalmente, alimenta e coltiva al suo interno anche spinte xenofobe o razziste. Come definirlo correttamente in una parola non saprei, ma credo che ci siamo capiti…
E’, dunque, evidente, che stiamo parlando di un nemico, non certo di un amico…
Ed è altrettanto evidente come fra i compiti strategici dei comunisti e dei socialisti del XXI secolo ci sia oggi anche quello di svelare questa truffa ideologica e politica (oltre quella della “sinistra”…). Per cui non è possibile nessuno sconto e nessun cedimento e tanto meno nessun atteggiamento codista o indulgente nei confronti dell’attuale destra e dell’attuale governo che, naturalmente, vanno combattuti in modo intelligente ed efficace e non facendo ricorso alla brodaglia politicamente corretta di “sinistra” alla quale non crede più nessuno. Da sottolineare che questa “sinistra” del tutto organica al capitale è riuscita anche a ridicolizzare l’antifascismo, utilizzandolo in modo strumentale, ipocrita e opportunista; un fatto di una gravità inaudita, direi imperdonabile, che si aggiunge a tutto il resto.
Una obiezione che viene da alcuni amici a questa mia posizione è quella della famosa contraddizione principale (di maoista memoria) e che peraltro condivido, in base alla quale bisogna anteporre la lotta al nemico principale. Ma per essere corretta deve essere anche contestualizzata. I comunisti cinesi si allearono con le forze borghesi del Kuomintang in funzione antigiapponese perché la Cina era occupata militarmente dal Giappone (una occupazione feroce, milioni di morti, città rase al suolo, uomini e donne schiavizzati e schiavizzate e considerati alla stregua di “sottouomini”). I comunisti europei (italiani, francesi) si allearono con gli angloamericani perché l’Europa era occupata dal nazifascismo. Esempi banali ma spero efficaci. Oggi la situazione è completamente diversa, quindi non ha senso schierarsi per una parte contro l’altra. Non c’è dubbio che il nemico principale resti il grande capitale transnazionale, ma oggi questo non comporta assolutamente chiudere gli occhi di fronte ad una forza neo reazionaria come la Lega o considerarla una sorta di alleata tattica, sia pure momentaneamente e nella situazione contingente. Questo non farebbe altro che contribuire ad alimentare la mente già confusa della gente e il conseguente depistaggio ideologico.
Di seguito posto un mio relativamente vecchio articolo proprio sul tema, dove approfondisco meglio la questione: https://www.linterferenza.info/editoriali/dallideologia-politicamente-corretta-al-populismo-destra/
La funzione del M5S è ancora in parte diversa e in parte simile ma ne parlerò in altro momento.
Due parole, in conclusione, sul ruolo della Chiesa che in questi giorni sembrerebbe entrare in rotta di collisione con il governo e in particolare con la Lega, sulla questione degli immigrati. Il quotidiano della CEI e Famiglia Cristiana hanno utilizzato parole durissime nei confronti di Salvini. Ovviamente su un argomento di tale portata bisognerebbe scrivere un libro. Mi limito a dire che oggi la Chiesa ha un problema di riposizionamento strategico, ideologico e culturale. Bergoglio ha scelto in questa fase di aderire allo “spirito dei tempi” (cioè l’ideologia politicamente corretta) perché ha (aveva) capito che c’era e c’è un’esigenza di rinnovamento della Chiesa stessa. Hanno ritenuto in questo modo di riguadagnare il terreno perduto. Non so se ci riusciranno. La critica che gli viene mossa anche e soprattutto dall’interno del mondo cattolico è che questo cedimento non solo non porterà giovamento alla Chiesa ma contribuirà ad indebolirla ulteriormente. E’ chiaro che anche la dialettica interna al Vaticano e al mondo cattolico fa parte della dialettica politica complessiva. La Lega è un partito reazionario e naturalmente aderisce alle componenti tradizionaliste e ultra tradizionaliste della Chiesa e si trova in una posizione conflittuale nei confronti dell’attuale pontificato di Francesco. Ma anche le dichiarazioni di questi giorni rimandano – come dicevo – alla questione più generale del posizionamento della Chiesa nell’attuale fase storica. Una Chiesa capace di sviluppare una critica autentica del sistema capitalista dominante oppure una Chiesa che cerca un suo riposizionamento politico, funzionale al sistema stesso? La storia ci dice che papi e imperatori si sono combattuti per secoli ma alla fin fine si sono sempre spartiti il potere e la Chiesa (nelle sue varie e differenti declinazioni) ha finito sempre per svolgere il compito di coprire ideologicamente il dominio di classe.
Staremo a vedere…
Foto: Termometro Politico