Con un PD cartello elettorale ben piantato al centro dello schieramento politico con una fisionomia chiaramente Liberale, quindi di destra, e una Sinistra ridotta a un pulviscolo di sigle che sul piano elettorale stenta a superare perfino l’attuale soglia di sbarramento del 3%, il confronto sulle cause del declino della Sinistra dalla scena politica nazionale alimenta il dibattito.
Il quotidiano il Manifesto, unico foglio di sinistra rimasto in circolazione rispetto a ciò che era un tempo la produzione culturale in termini appunto di quotidiani, settimanali, mensili, saggi, case editrici e centri di ricerca e studio; ospita interventi sul tema. Certamente leggere termini come “isocrazia” serve solo ad allontanare quel popolo che la Sinistra vorrebbe in qualche modo tornare a rappresentare. Mi riferisco, nello specifico all’articolo apparso su il Manifesto a cura di Pier Giorgio Ardeni e Stefano Bonaga dal titolo “ Se la politica è impotente, i corpi intermedi possono rianimarla”. A mio modesto avviso la risposta al perché della crisi della Sinistra è quasi banale: nell’ opinione pubblica la Sinistra è percepita come l’ ideologia in difesa delle classi sociali alte. Nei decenni passati la Sinistra era il movimento che tendeva all’ utopia, ossia la prospettiva per la quale battersi. Era una visione capace di tenere insieme pezzi di società come la classe operaia per il raggiungimento di un sistema sociale più giusto. Oggi la Sinistra è, purtroppo lo è senza se e senza ma, ideologia della conservazione perché non è in grado di offrire una visione alternativa ad un sistema funzionale agli interessi delle classi alte. Ciò che la Sinistra, forse è più corretto dire le Sinistre, offrono è la difesa e l’ allargamento dei diritti individuali, ben poca cosa rispetto alle istanze che vengono da una società sempre più precaria, impoverita e priva di prospettiva. Diritti di libertà individuale che contengono la messa in discussione della società stessa e quindi dell’ identità, del senso di appartenenza ad una comunità. L’ individuo si trova ad essere sempre più solo ed isolato di fronte ad un sistema di regole che lo schiaccia. Altro che libertà. La Sinistra oggi non capisce che l’ individuo è sempre di più un naufrago in balia delle onde del mercato, ossia del relativismo economico, etico e politico, alla ricerca di un relitto al quale aggrapparsi per tentare di salvarsi. Essendo questa la Sinistra è del tutto evidente che essa appare sempre più una filosofia della conservazione se non addirittura della reazione. Per queste ragioni i richiami a riti, valori e personaggi del passato appaiono liturgie vuote incapaci di parlare e di interpretare i bisogni di protezione e tutela che vengono da settori sempre più ampi della società. La Sinistra, novella Maria Antonietta a chi chiede il pane ormai finito, offre la brioche. A coloro che vivono sulla propria pelle crisi economica, precarizzazione, povertà e disuguaglianza crescente non si può rispondere “dategli la transizione ecologica e i diritti di libertà individuale” ossia: utero in affitto, fine morte, Erasmus obbligatorio, voto ai sedicenni, welfare aziendale, precarietà spacciandola per esaltazione della libertà individuale, ecc ecc. La brioche non sostituisce il pane. Essendo questa, purtroppo, l’offerta politica della Sinistra è davvero difficile che possa in qualche modo tornare a parlare a quelle masse che a chiacchiere continua a dire di voler rappresentare ma dalle quali è lontana anni luce. Purtroppo il ceto politico e intellettuale di Sinistra parla un linguaggio incomprensibile ai più. E’ questa la supponenza e anche l’arroganza di un ceto politico ed intellettuale convinto di possedere la verità assoluta. Ignorando che la verità sbandierata è esattamente il contrario di ciò che essa dovrebbe essere e cioè una visione di società non fluida e nemmeno liquida, ma radicata, con una forte identità, strutturata e governata all’insegna di un’etica della giustizia e dell’uguaglianza sociale, dell’autorevolezza delle Istituzioni e della classe politica e intellettuale.
Fonte foto: Il Fatto Quotidiano (da Google)