Il 20 gennaio di quest’anno Donald Trump ha assunto ufficialmente la carica di 47° Presidente degli Stati Uniti.
A sinistra stanno piagnucolando e denunciano un “ritorno del fascismo” usando una foto di Elon Musk che fa una sorta di saluto romano.
Il trumpismo non è altro che il prodotto, la risposta destrorsa e reazionaria, delle follie ideologiche di una sinistra, in tutte le sue sfumature, liberale, cespuglietti “rossi” all’AVS e quella “radicale” pseudo comunista, che si è fatta portavoce dell’ideologia genderista, LGBTQ+.
E e ci tengo a voler sottolineare che l’omosessualità e l’ LGBTQ sono due cose ben distinte, in quanto la prima è un orientamento sessuale mentre la seconda è un’ideologia che politicizza la prima a fini suprematisti e in ottica di scontro orizzontale.
Insomma, quell’ ideologia politicamente corretta liberale, base della cultura woke, “cancel culture”, asterischi e femminismo, di cui la maggioranza delle persone comuni non ne può più.
Ciò spiega l’Elezione di Trump a Presidente degli Stati Uniti, così come l’ascesa delle destre in Europa Occidentale e la fine ingloriosa in Canada di un fuoriclasse del woke quale Justin Trudeau.
Siamo in presenza di una “sinistra” che invece di pensare ai diritti dei lavoratori, alla difesa dello stato sociale e delle conquiste dei lavoratori si fa portavoce di tale ideologia politicamente corretta, che non è altro che un “confessionalismo” laico che divide la società in categorie “auto-ghettizzate” in perenne guerre settario-orizzontali e spinge la maggioranza delle persone a votare a destra
Il politicamente corretto, il woke, il genderismo,
l’ideologia LGBTQ andranno sempre più a declinare, anche perché l’ imperialismo
occidentale per mantenere la sua competitività nel Mondo Multipolare che si sta
configurando, dovrà necessariamente passare da un modello basato esclusivamente
sul Capitale finanziario a uno misto finanziario-industriale.
Ciò che non sparirà è il femminismo.
La destra, comprese le donne di destra, non vuole il ritorno
del “Dio, Patria e Famiglia”.
La donna di destra non è “l’angelo del focolare” come si immaginano le femministe di sinistra. Tutt’altro. Il prototipo della donna di destra è quello di una donna rampante, in carriera, decisionista, forte, ultra liberista e se necessario anche guerrafondaia, insomma un prototipo incarnato bene da Giorgia Meloni, Margaret Tharcher, Le Pen e Alice Weidel.
Il femminismo quindi non sparirà per niente, ma acquisirà un nuovo volto e una nuova narrazione, lontana dagli eccessi woke, politicamente corretti e verrà sdoganata sempre più una narrazione destrorsa del femminismo. Come?
Criminalizzando gli immigrati ma solo ed esclusivamente quelli arabi e in generale musulmani, tacciandoli di “patriarcato, maschilismo, omofobia ecc.”. Così come criminalizzando i paesi islamici ma solo quelli scomodi e anti-occidentali come l’Iran (e facendo silenzio assoluto sull’Arabia Saudita).
D’altronde la leader dell’AFD Alice Weidel oltre a essere dichiaratamente lesbica, è sposata con una svizzera di origine srilankese, hanno adottato due figli ed è profondamente islamofoba e filo-sionista. Perfetta incarnazione del modello di tante destre che però hanno un comune denominatore: l’ultra liberismo, il filo sionismo e l’imperialismo.
Oppure, rimanendo nei confini italici, basta pensare alle trasmissioni di Mediaset, megafono mediatico del Governo Meloni, che fanno sempre più servizi contro gli immigrati islamici, la cultura islamica che opprime le donne.
È necessario che i socialisti e i neo-marxisti contrastino l’ideologia politicamente corretta, di cui il femminismo è l’architrave, da una prospettiva socialista. Altrimenti le destre in Occidente potranno dormire sogni tranquilli e governare a lungo.
Fonte foto: LaPresse (da Google)