La geopolitica degli orrori di Matteo Salvini non conosce limiti. Emulando le pagliacciate di Renzi, la sua controparte di ‘’sinistra’’, il leader della Lega è volato in Qatar genuflettendosi ai Fratelli Musulmani, una organizzazione terroristica colpevole d’aver contribuito ad insanguinare la Siria laica e nazionalista.
Leggiamo le esilaranti dichiarazioni di Salvini: “Vi dico – aggiunge – che ho trovato un Paese stabile e sicuro dove l’estremismo islamico non ha futuro. In più da qua passano milioni di posti di lavoro per gli italiani”. Perché in Qatar, ha proseguito il vicepremier “ci sono tante opportunità per le imprese italiane. Abbiamo visitato una stazione della metropolitana enorme fatta da imprese italiane, ma ci sono anche prodotti agricoli italiani che arrivano qua, c’è tanta voglia di investire fondi quatarini in imprese italiane, dalla moda all’alimentare al bello, non snaturando le aziende, perché qui il made in Italy è amato“ 1. La verità è una: il Qatar fa gola alle fazioni più ciniche dell’imperialismo italiano che, essendo un imperialismo straccione non può adottare una strategia autonoma e deve rimanere nella sfera d’influenza del super-imperialismo USA. Che cos’è il Qatar? Promoter del terrorismo islamista ed inferno dei lavoratori; la stragrande maggioranza degli operai è sfruttata da imprese private, mentre le condizioni dei lavoratori immigrati sono di tipo schiavistico. Una volta entrati nel paese gli viene addirittura sequestrato il passaporto. E’ questo il ‘’modello’’ leghista di repressione dei migranti.
La Lega alterna la genuflessione alla Fratellanza Musulmana e all’estrema destra israeliana con posizioni anti-iraniane ostacolando di fatto la strategia geopolitica del Movimento Cinque Stelle, moderatamente critico verso il governo sionista, ed aperto nei confronti dell’Iran. Il giornalista Alberto Negri definisce ‘’anti-nazionale’’ questa politica sciagurata. Leggiamo: ‘’La Lega ha bloccato senza nessuna giustificazione una proposta di Unioncamere e Cinquestelle per insediare una banca dedicata all’Iran con l’obiettivo di evitare le sanzioni americane e assicurare 1,7 miliardi di euro di esportazioni delle piccole e medie imprese italiane. Più o meno la stessa proposta comparsa nei giorni scorsi, a livello europeo, sul Financial Times. E’ chiaro che la Lega, allineata, dopo tanto blaterare, anche nelle sanzioni alla Russia, è filo-israeliana e filo-americana: in realtà il gruppo dirigente è composto di sovranisti da strapazzo. Dispiace per i loro elettori in buona fede. Rispetto al passato cambia poco: l’ennesimo inutile governo italiano’’ 2. Salvini è un finto filo-russo, soltanto la sinistra zombie poteva credere alla bufala confezionata dalla CIA sulla nuova destra ‘’putiniana’’; il manipolatore leghista finge di voler allungare una mano alla Federazione russa proprio mentre intreccia strette relazioni politiche, commerciali e di intelligence con i nemici del presidente Putin: Qatar, Fratellanza Musulmana, estrema destra israeliana ed ora anche il nazi-sionista Bolsonaro. Che piaccia o no, l’asse euroasiatico sino-russo è strategico, ivi compresa la cooperazione con la Repubblica Islamica dell’Iran. Un manutengolo di Steve Bannon non può scalfire un’ alleanza solida militarmente e, prima d’ogni cosa, consolidata ideologicamente.
La Lega si colloca nel campo del nazionalismo neo-liberista e sub-imperialista i cui ispiratori sono Israele e l’Alt Right. Il nazionalismo territoriale ebraico ha egemonizzato l’Internazionale neofascista di Bannon la quale vorrebbe, su basi americano-centriche, disintegrare il polo imperiale europeo. Qual è il male minore? Fra Soros e Netanyahu, citando Slavoj Zizek, entrambe le scelte sono peggiori.
Il governo ‘’giallo-verde’’, giorno dopo giorno, va verso l’inevitabile rottura geopolitica. Soltanto degli sprovveduti possono tacere l’incompatibilità fra chi si accompagna con Bolsonaro e chi dialoga, trovando importanti convergenze, com il socialdemocratico radicale Rafael Correa. Proprio in Conversando con Correa, Beppe Grillo ha ribadito che (sottolineatura mia): ‘’Oggi, se 10 persone, se 60 famiglie nel mondo hanno la stessa ricchezza di 3,5 miliardi di persone, qualcosa non va. Non funziona più. Si tratta di un capitalismo morto basato sul furto e sulla trasformazione di un povero in un semplice file. Devono vincere con i poveri, sono i poveri che li fanno vincere. Sono quindi totalmente d’accordo con te e con il povero Lula. L’ho incontrato qui in Italia, era un sindacalista. Abbiamo partecipato insieme ad una marcia per la pace, è un uomo straordinario, un uomo che ha intrapreso molte politiche per i poveri, ha creato un reddito per i poveri, per questo è successo quel che è successo. Spero davvero che lo riabiliteranno perché capisco tutti i meccanismi. Questi sono gli effetti collaterali. Dobbiamo renderci conto che siamo fastidiosi. Tu mi stai preoccupando in questo momento, e io sto preoccupando anche te …”’’ 3. L’ideatore dell’eclettico movimento non è esente da colpe, alcune anche gravi, ma in questo caso riscuote l’approvazione di Correa. Il M5S è una organizzazione interna all’orizzonte capitalistico, keynesiana in economia e con una strategia geopolitica multipolare malgrado qualche incertezza. Non può reggere l’alleanza fra un movimento relativamente pulito (Grillo non ha mai parlato di guerre ed interventi militari) ed i promotori del mondo unipolare nella variante più agressiva e anche abietta: lo Stato etnico. Certamente ci vorrebbe ben altro radicalismo, ma rimanendo nel campo delle analisi la politica estera è l’ago della bilancia: l’attuale esecutivo è composto da due movimenti con una prospettiva internazionale inconciliabile; non può reggere. La Lega è decisamente ‘’trumpista’’, anti-iraniana e filo-israeliana, lunga mano dei neoconservatori USA, per anni sguattera di Berlusconi e dei partiti post-neofascisti. L’imperialismo USA è il nemico principale, nessuna forza in Europa ha i mezzi per ostacolarlo ed i Partiti comunisti tradizionali dalla caduta del ‘’campo socialista’’ sono ridotti ai minimi termini; soltanto la costituzione di blocchi egemonici alternativi (latino-americano, unione africana ed unione euroasiatica) potrebbe mettere il neocolonialismo americano-sionista con le spalle al muro. All’interno di questo conflitto, che vede la compresenza dell’elemento nazionale e di classe, tutto ciò che proviene da Washington nuoce alle forze progressiste; la Lega Nord (membro, anche se solo ufficiosamente, dell’Alt Right) è un calice avvelenato per il patriottismo democratico. Il Fronte Antimperialista ha importanti alleati: Julian Assange, Cuba ed Iran, più quello che rimane del socialismo del ventunesimo secolo (socialdemocrazie radicali ed anti-americane), ma soprattutto Russia e Cina. Che cosa faranno gli attivisti del M5S i quali, in passato, hanno sostenuto il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese di fronte alle posizioni filosioniste, tanto volgari quanto ciniche, di Salvini? Lo spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme rappresenta una provocazione per l’Europa e per la Federazione russa mentre il mondo arabo-musulmano è stato profondamente oltraggiato. Non può esistere un fronte unico, fra populismo di destra e populismo di sinistra.
E’ necessaria una de-mondializzazione rispettosa dei diritti civili, sociali e democratici, quindi l’Alt Right va combattuta con una strategia geopolitica antimperialista coerente nella lotta all’unilateralismo di Washington. Una sinistra popolare e nazionale deve volgere lo sguardo, con consapevolezza storica fiera del proprio passato, rigettando qualsiasi sciovinismo etnico e colonialistico. L’attuale esecutivo adesso si trova ad un bivio: indipendenza o catastrofe.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/30/il-qatar-fiancheggia-i-terroristi-anzi-no-salvini-cambia-idea-ora-che-gli-serve/4731611/
http://contropiano.org/news/aggiornamenti-in-breve/italia/2018/09/22/iran-la-lega-contro-gli-interessi-italiani-0107792?fbclid=IwAR00ACD0vzQq72qgQSdxKS3wARUF6UbjeXZi7adTVulX_f1Nz27aRjxDBcA
http://www.beppegrillo.it/conversando-con-correa/