La “questione” lgbtq+, per lo meno per chi ha occhi per vedere (e al momento sono ben pochi, purtroppo), è andata ben oltre la legittima rivendicazione del diritto di vivere liberamente e senza nessun impedimento la propria sessualità, ed è diventata una vera e propria ideologia, che teorizza il superamento dei sessi che a sua volta si traduce nell’idea che il maschile e il femminile sarebbero dei meri costrutti culturali senza nessun fondamento biologico.
Questa concezione – detta, appunto, della fluidità di genere – punta a distruggere l’idea stessa che esista una natura umana, la qual cosa va a nozze con l’ideologia capitalista neoliberale postmoderna che si fonda proprio sull’idea che tale natura non esista. Ma allora, se così fosse, che senso avrebbe parlare di alienazione? Il concetto di alienazione parte proprio dall’idea che esista una natura umana che non deve o non dovrebbe essere alienata o violentata. Mi rendo conto che la semplificazione che sto facendo è terribile ma lo spazio e il tempo per un articolo fruibile da tutti sono quelli che sono.
Se consideriamo il maschile e il femminile come dei meri costrutti culturali, è ovvio che stiamo andando a passo spedito verso la prospettiva cosiddetta “transumana” che è proprio l’ultimo orizzonte del sistema capitalista, anzi “tecno capitalista” e della sua ideologia che ha necessità di superare ogni forma “solida”, sia essa sociale che umana, che potrebbe rappresentare un freno alla sua in linea teorica illimitata e infinita riproduzione. Non è un caso, ad esempio, che la pressoché totalità del mondo lgbtq+ sostenga fervidamente la maternità surrogata, cioè l’utero in affitto, anticamera dell’utero artificiale. Ma per arrivare a sdoganare la GPA (e ancor più l’utero artificiale, di qui a breve) è necessario preparare il terreno ideologicamente. Al di là del risvolto per ciò che mi riguarda abominevole di questo processo di mercificazione totale dell’umano (il che sarebbe già condizione sufficiente per opporsi a tale pratica…), che si fonda sulla compravendita delle donne e soprattutto dei bambini ridotti a merce (alcune donne che avevano prestato/venduto il loro corpo subito dopo il parto avevano cambiato idea ma gli fu fatto notare che avevano firmato un contratto che doveva essere rispettato) è evidente che per arrivare a sdoganare questa idea (e pratica) bisogna spiegare che i sessi sono indifferenziati, e quindi anche che è del tutto indifferente che un bambino o una bambina vengano cresciuti da una figura maschile e una femminile o anche da più figure maschili e da più figure femminili (del resto la famiglia ha assunto spesso forme diverse in base ai diversi contesti storici, ma sempre sulla base di necessità oggettive, non per scelta ideologica).
In ultima analisi la finalità di questa teoria è, come dicevo, quella di superare l’idea stessa che esista una natura umana, cioè che non esista nulla di umanamente e naturalmente fondato. Ma nel momento in cui non esiste tale natura, tutto diventa possibile e quindi anche e soprattutto negoziabile (e quindi mercificabile).
Contrariamente a quello che pensano molti critici neo (o vetero) conservatori e neo (o vetero) tradizionalisti, questa concezione non è affatto figlia del pensiero marxiano né tanto meno del movimento comunista e socialista che si è concretamente e storicamente determinato ma del “progressismo liberale” (di cui anche la “sinistra”, sia liberal che radical è parte integrante) che, in quanto ideologia del sistema capitalista nella sua fase apicale, ha necessità di distruggere ogni forma “solida”, non solo socialmente ma anche umanamente, naturalmente e biologicamente fondata. La maggioranza delle persone non ha ancora compreso il processo in atto proprio perché è abilmente camuffato dietro le bandiere ideologiche della libertà e del diritto (ripeto ancora, legittimo) di vivere liberamente e pienamente la propria sessualità. Questa è l’intelligenza che sta dietro a questa “operazione”. La finalità del movimento lgbtq – ovviamente non dichiarata e vissuta per lo più inconsapevolmente dalla maggioranza delle persone che ne fanno parte – è quella di essere la copertura ideologica, cioè la falsa coscienza, di questo processo già in atto. E’ questa la ragione principale – anche se non detta e camuffata – per cui il movimento lgbtq è da tempo sponsorizzato da tutte le più grandi aziende, multinazionali, banche, lobby e fondazioni del grande e grandissimo capitale internazionale nonché dai principali governi del mondo occidentale, a partire da quelli americano e britannico. Non si tratta quindi della mera conquista di una fetta di mercato in più, peraltro minoritaria rispetto al grande pubblico – come superficialmente pensa qualcuno – ma di un processo di trasformazione complessiva, economica e antropologica, del sistema capitalista, enormemente più ampio e sofisticato sia quantitativamente che qualitativamente.
Siamo di fronte al passaggio – ormai da tempo avvenuto ma di certo non ancora ultimato – dalla vecchia forma del dominio capitalistico declinato secondo i dettami religiosi e morali della ideologia vetero borghese, alla nuova, caratterizzata dalla ideologia “progressista e neoliberale” (di cui anche la destra è parte integrante ma con una diversa funzione rispetto alla “sinistra”, tema sul quale tornerò in un prossimo articolo) fondata sul valore cardine della “libertà” individuale illimitata (in tutti i sensi e in tutte le direzioni) e svincolata da qualsiasi legaccio di ordine etico e, come abbiamo visto, anche naturale. Del resto se la natura umana non esiste, è ovvio e implicito che tutto diventi possibile (quindi anche e soprattutto ogni forma di sfruttamento e di alienazione sotto le mentite spoglie della realizzazione della libertà individuale) e ogni desiderio diventi automaticamente un diritto. Ma questo concetto – il desiderio che diventa diritto – apparentemente molto seduttivo, nasconde in realtà la forma più sofisticata di “volontà di potenza” (il dominio “tecnocapitalista” è, a mio parere, volontà di potenza nella sua massima espressione). Ed è questo che non è stato ancora compreso.
E’ per queste ragioni che il movimento lgbtq è diventato nello stesso tempo un ariete e uno strumento ideologico del sistema capitalistico. L’auspicio è che sempre più persone riescano a comprendere la portata e la reale natura del processo in atto e che anche nel mondo lgbtq comincino ad emergere le contraddizioni anche se ciò è al momento estremamente difficile, per le ragioni appena spiegate. L’astuzia dell’attuale dominio sociale è proprio quella di vestire i panni della libertà contro l’oscurantismo, del desiderio realizzato o potenzialmente realizzabile contro la sua repressione. Un vero e proprio capolavoro nascosto dietro a un velo di Maya e per questo assai difficile da svelare.
Fonte foto: Istituto Beck (da Google)