L’orrenda strage di Parigi – secondo molti un nuovo 11 settembre – ha avuto come diretta conseguenza l’aggressione dell’imperialismo francese contro la Siria baathista. Se la Russia è intervenuta in Siria con il permesso del governo di Damasco – un po’ come intervenne l’Urss in Afghanistan nel 1979 – all’interno di una coalizione patriottica anti-ISIS, l’esercito francese colpisce in modo indiscriminato civili innocenti. Hollande non lascia dubbi: la Francia vuole tornare ad essere una potenza neocolonialista.
Un progetto anacronistico e fuori dalla storia: a parole Hollande rispolvera la disonorevole memoria di un impero coloniale che gronda sangue da tutte le parti (pensiamo all’impunitogenocidio algerino), nei fatti si dimostra essere un servo impotente di Israele, dell’Arabia Saudita dei neoconservatori americani. La sua escalation militare ricalca, per filo e per segno, la follia imperialistica di Bush.
Ed è con le stesse modalità che l’ex presidente americano, Bush, inizia, nel 2001 la guerra contro l’Afghanistan. “Il nome dell’operazione militare di oggi è Libertà duratura. Noi difendiamo non solo la nostra preziosa libertà, ma anche la libertà di tutti gli altri popoli a vivere e crescere i loro bambini liberi dalla paura”. Hollande segue le sue orme:”Siamo in una guerra contro il terrorismo jihadista che minaccia il modo intero. Invito tutti i francesi a dare nuovamente prova delle loro virtù: la perseveranza, l’unità e il sangue freddo”. Le ultime parole del presidente francese sono “I terroristi non distruggeranno la Repubblica perché è la Repubblica che distruggerà loro”.
Eppure la storia insegna che il primo nemico della Repubblica è proprio il colonialismo ovvero la guerra d’aggressione esterna. Quante volte governanti corrotti e senza scrupoli hanno usato lo spauracchio di una minaccia militare (o terroristica) per emanare leggi antipopolari e liberticide? Uno dei padri fondatori della Repubblica francese, Robespierre, spiegava al popolo questo vecchio vizio della monarchia corrotta “Come ho già detto, durante la guerra esterna gli avvenimenti militari distraggono il popolo dalle deliberazioni politiche che interessano le basi essenziali della sua libertà e fanno sì che esso presti minore attenzione alle sorde manovre degli intriganti che le minano e del potere esecutivo che le scuote, alla debolezza e alla corruzione dei rappresentanti che non le difendono”. A quanto pare la storia presenta delle invarianti ed ecco che il leader del Partito (anti)socialista francese emula le infamie di Luigi XVI. Una spirale involutiva che tende a trasformare la “democrazia borghese” in una dittatura tecnocratica a tutti gli effetti.
La Francia sospende le garanzie costituzionali
La proclamazione dello Stato d’eccezione è un processo già avviato. Il giornalista Gianni Lannes entra puntualmente nel merito: “La Direzione generale della sicurezza esterna (Dsge) ha sviluppato uno dei sistemi di ascolto e intercettazioni di massa più estesi al mondo; un piano che si basa sulla collaborazione degli operatori via cavo Alcatel e Orange e si avvale delle intese spionistiche con Nsa e Government communications headquarters (quartier generale delle comunicazioni del governo britannico)”. Quello che stranamente non viene detto è come la Francia, addirittura fin dal 2011, abbia investito in modo massiccio in questo progetto. Si tratta di una montagna di denaro pubblico messo nelle mani di due multinazionali – Osmos e Bull – che operano nel settore. Proprio con Hollande e Valls sono state perfezionate le tecniche di spionaggio che, oltre alle garanzie sociali, indeboliscono i diritti democratici dei cittadini.
Il primo passo verso la dittatura tecnocratica fu lo strano attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Poco dopo quell’evento, Valls, in conferenza stampa, dichiarò di voler “rafforzare le capacità giuridiche di agire dei servizi di intelligence”. Il suo messaggio avrebbe dovuto allarmare qualsiasi cittadino onesto: lo Stato – annuncia il governo – cambia forma. Che cosa diventerà ?
Il fine ultimo di questi signori è la graduale abolizione dei diritti formali propri di qualsiasi democrazia liberale. Subito dopo i fatti di Charlie Hebdo, con un articolo intitolato “Hollande prende lezioni da Bush”, mi posi la domanda “Ora, che cosa è successo, in concreto, dopo la Strage di Parigi?”, dandomi come prima risposta “si riparla ( citando un semplice esempio ) di accelerare i tempi per l’applicazione del Trattato di Velsen che istituisce la gendarmeria europea”.
Nell’articolo citato, pubblicato su l’Inteferenza.info il 14 gennaio 2015, spiegavo come l’obiettivo della NATO europea fosse “di costituire una grande ed “orwelliana” banca dati europea”. I fatti mi hanno dato ragione ed oggi Gianni Lannes arriva a questa stessa conclusione “E’ una strategia del pericolo indefinito e ignoto che giustifica una protezione dello Stato limitando sempre più la libertà del cittadino. In Italia lo hanno già sperimentato negli anni ’70, e sappiamo perché”.
Siamo alle solite, i jihadisti hanno solo preso il posto dei neofascisti legati ai servizi segreti; per il resto il copione è sempre quello dettato dalla CIA.
La guerra di Hollande contro il serio giornalismo d’inchiesta
Dopo la strage di Charlie Hebdo la Fondazione Jean Jaures pubblicava una nota intitolata “Cospirazionismo: stato dell’arte”. Si tratta di un gravissimo tentativo di mettere i giornalisti d’inchiesta, che studiano le insufficienze delle “tesi ufficiali” riguardanti eventi drammatici come la strage di qualche giorno fa, alla stessa stregua dei negazionisti dell’Olocausto. L’operazione politica dei neocon francesi ( di cui Hollande è parte integrante ) è semplice: fascistizzare e criminalizzare l’anticapitalismo chiudendo la bocca a quei giornalisti che cercano di raccontare al grande pubblico le derive totalitarie del moderno Stato liberale e borghese.
Non è un caso che il pensiero di questi studiosi venga sintetizzato in questo modo in una Nota che lo stesso Hollande ha fatto recentemente pubblicare: ‘[È un] pensiero eteroclite, fortemente legato al pensiero negazionista, e che mette fianco a fianco ammiratori di Hugo Chávez e sostenitori incondizionati di Vladimir Putin. Un ambiente equivoco composto da ex militanti di sinistra o di estrema sinistra, ex-“Indignados”, sovranisti, nazional-rivoluzionari, nostalgici del III Reich, militanti anti-vaccinazione, seguaci del sorteggio, revisionisti dell’11-Settembre, antisionisti, afrocentristi, survivalisti, adepti delle “medicine alternative”, agenti di influenza del regime iraniano, basharisti, integralisti cattolici o islamici’.
Una serie di ingiurie e di accuse prive di qualsiasi fondamento. Secondo Hollande e i pennivendoli al suo servizio, sarebbero aderenti a tal “pensiero eteroclite” anche coraggiosi professionisti del calibro di Michel Collon, Bahar Kimyongur e Thierry Meyssan? Si tratta di una invettiva priva di logica la quale, purtroppo, ha trovato come stampella alcune frange della sinistra cosiddetta “radicale”, fra cui alcuni gruppi pseudo anarchici e trotskisti (che poco o nulla hanno a che vedere con la vera tradizione anarchica e trotzchista), ormai di fatto aderenti all’ideologia capitalistica, manovrabili e spesso etero diretti. La Francia ci offre molti esempi di “sinistra imperiale” (pensiamo ai “libertari”, oppure ai falsi trotskisti dell’NPA) di cui non tratterò in questa sede.
La realtà è ben diversa: perché Hollande non spiega al popolo francese i veri motivi che l’hanno spinto a diventare uno strumento di Israele e della lobby sionista, la potentissima LICRA ? Un uomo di sinistra può accettare di sposare il colonialismo e l’imperialismo come lui ha fatto? In questo, il Partito (anti)socialista, non si distingue dal Fronte Nazionale di Madame Le Pen e dalle sue vergognose dichiarazioni scioviniste; anzi, a conti fatti, si è rivelato anche più insidioso.
Intanto negli Usa…
L’ultima trovata contro il mondo della controinformazione ci viene dagli Usa: alcuni polemisti di destra provenienti principalmente da Fox New hanno riferito che Edward Snowden – la talpa che ha rivelato le intercettazioni illegali della NSA – con il suo lavoro avrebbe aiutato il terrorismo jihadista. Per capire il clima di isteria che regna negli Stati Uniti basta ricordare cosa disse l’ex direttore della CIA, James Woolsey, sullo stesso Snowden:”Andrebbe appeso per il collo fino a quando non muoia”.
Affermazioni molto gravi, del resto da quelle parti non sono mai stati teneri nei confronti di chi fa una seria controinformazione. Lo scorso mese di agosto Julian Assange ha dichiarato che la sua vita è in costante pericolo. Per Assange è addirittura rischioso affacciarsi dal balcone dell’ambasciata dell’Ecuador, dove ha trovato asilo politico, dal momento che: potrebbe essere assassinato in qualsiasi momento. Nonostante ciò, vi risulta che siano mai state lanciate (e sarebbe il caso!) campagne con lo slogan “Je suis Julian Assange”?
I giornalisti “scomodi” vengono oggi spesso massacrati nello stesso modo in cui, negli anni ’60, venivano trucidati i guerriglieri. La sorti di Mumia Jamal, Veronica Guerin e Serena Shim devono spingerci a riflettere sul carattere totalitario dell’attuale (falsa?) democrazia.
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/11/parigi-strage-di-stato-e-controllo-di.html
https://www.linterferenza.info/esteri/hollande-prende-lezioni-da-bush/
http://www.voltairenet.org/article186998.html#nb6
http://znetitaly.altervista.org/art/18790
http://www.hispantv.com/newsdetail/Francia/53879/Assange-pide-a-Francia-ley-de-proteccion-a-lanzadores-de-alertas
Stefano Zecchinelli