Quel pagliaccetto di Toni Effe ha dichiarato che una parte
dei proventi del suo concerto di Capodanno – che si terrà al Palazzo dello
Sport di Roma essendo stato escluso da quello del Circo Massimo organizzato dal
Comune di Roma pressato dalle varie consorterie femministe che hanno imposto il
veto alla sua partecipazione) – verranno
devoluti alle associazioni che si battono contro la violenza sulle donne.
Il guitto ha capito che non può mettersi contro un’ideologia troppo potente per lui e che controlla, in particolare, tutto il mondo dello spettacolo; rischierebbe, d’ora in poi – al netto della solidarietà ricevuta dal suo collega Mahmood – di trovarsi tutte le porte chiuse e addio carriera. Certo, finora ha starnazzato i suoi versi, in alcune parti obiettivamente misogini e sessisti, ma poi alla fin fine è stato costretto a genuflettersi. Non che gliene freghi più di tanto, sia chiaro, stiamo pur sempre parlando di un saltimbanco seguito da un pubblico – mi dicono assai numeroso – di giovinastri e soprattutto giovinastre che si aggrappano a questi personaggetti fintamente trasgressivi per darsi uno straccio di identità. Infatti, il suo pubblico – mi dicono – è per lo più composto da ragazzette teenager, la qual cosa dovrebbe far pensare. Come mai un giovanotto che strimpella (anche) canzonette misogine è così tanto amato da questa torma di giovani e giovanissime adolescenti? E qui la risposta sarebbe assai complessa e la rimando ad altro momento. Per ora mi limito a dire che forse dietro al Velo di Maya innalzato dal mainstream mediatico femminista e politicamente corretto dominante, si cela un femminile in una crisi profonda di identità nonostante atteggiamenti aggressivi e dominanti e che – anche se può sembrare paradossale – è in cerca di un maschile che in qualche modo gli faccia da argine e lo aiuti a trovare un baricentro (certo che per cercarlo in un Tony Effe bisogna stare alla frutta, come si suol dire…). Una ricerca destinata a restare comunque infruttuosa perché quel maschile è stato da tempo spappolato al punto tale che nella gran parte dei casi non è neanche in grado di porsi delle domande sulla sua reale condizione.
Alla luce di ciò meglio una sana, si fa per dire, genuflessione
con la quale Effe spera in una sorta di mediazione con quel “sistema culturale
e mediatico” di cui ha bisogno e di cui fa parte a pieno titolo. A latere
registriamo la figuraccia del sindaco di Roma, Gualtieri, ma non è una novità perché
lui azzerbinato lo è da sempre (come avrebbe altrimenti potuto fare carriera un
simile mediocre e insignificante individuo?).
P.S. Le stupidaggini sessiste di Tony Effe, anche se lui non
ne è neanche consapevole, sono del tutto funzionali al mainstream mediatico femminista
e politicamente corretto che non a caso gli dà spazio (anche se ne parla male…)
nel mentre oscura scientemente le critiche ragionate, dialettiche, argomentate e
sostenute dai fatti all’ideologia femminista e politicamente corretta. Nulla di
casuale, ovviamente…
Fabrizio Marchi
Fonte foto: da Google