Con il discorso del Presidente della Repubblica il potere plaude a se stesso: la commedia sfiora l’assurdo e si impone alla realtà. Il discorso di fine anno del Presidente Mattarella conferma la distanza del potere dalla realtà effettuale. Si inneggia al senso di solidarietà che la nazione ha mostrato durante la crisi pandemica: si utilizzano singoli episodi per rappresentare una nazione che non c’è, che esiste solo nella logica della propaganda. Il neoliberismo ha spezzato ogni vincolo umano e solidale al punto che l’inverno demografico è la prova inconfutabile di una nazione incapace di favorire la formazione di relazioni solide e stabili, al punto che deve importare esseri umani per il ricambio generazionale.
Il dono è scomparso dall’alfabeto delle nuove generazioni sostituito da un carrierismo consumistico al limite del barbarico. Gli episodi di violenza carnale che si ripetono sono l’espressione non del machismo, ma della regressione assiologica generale: il iberismo insegna ad usare l’altro come mezzo per la soddisfazione dei propri istinti. Se si guarda la TV di Stato pagata col denaro dei contribuenti si assiste al trionfo del nichilismo aggressivo e liberista: tutto è solo edonismo proprietario e narcisistico. La solidarietà non la si insegna a scuola, rigorosamente prona alle logiche aziendalistiche, mentre le famiglie sopravvissute sono in media “aziende a conduzione famigliare”, non hanno tempo da dedicare all’educazione e alla pratica solidale.
Si continua a mentire, a rappresentare la realtà in modo distorto, si impedisce la presa di consapevolezza della condizione reale della Repubblica. La retorica senza verità è tipica dei regimi, le democrazie si caratterizzano per la capacità di guardare le contraddizioni e risolverle nella sintesi della consapevolezza generale, mentre le analisi parziali sono le stampelle del potere. Si continua ad inneggiare alla pratica della vaccinazione che, a quanto pare, è stata libera, e l’adesione di massa segno della volontà solidale di un popolo di uscire dal disastro umano ed economico pandemico. Si occulta un dettaglio: il green pass, la tessera verde, senza la quale non è possibile lavorare. L’adesione solidale è stata favorita da un ricatto. La democrazia che si regge sul ricatto, ma sulla libertà e la qualità dell’informazione, altrimenti nega i suoi presupposti mutandosi in altro. L’appello alla solidarietà e alla vaccinazione, dunque, solleva ragionevoli dubbi. In primis una democrazia è protezione delle minoranze, la stessa solidarietà è lo sguardo amichevole che diviene parola verso coloro che dissentono nel rispetto delle leggi. Nessuna parola è stata manifestata verso coloro che in nome della solidarietà nazionale hanno subìto effetto avversi e sono stati abbandonati e rimossi dalla pubblica visuale e, specialmente, non vi è legge parlamentare che li tuteli. Ci sono cittadini e cittadine della Repubblica senza emolumenti, sono quasi alla fame. Non hanno accettato la vaccinazione per motivi disparati, nessuna parola per costoro. Una democrazia solida favorisce ed ascolta il dissenso, non lo rimuove con indifferenza e disprezzo. La democrazia è una forma di governo capace di ricostruire il tessuto comunitario, non spinge ai suoi margini persone che hanno contribuito a reggere il sistema democratico con il loro lavoro e le loro competenze nella fase più acuta della pandemia. La retorica sulle donne ha qualcosa di stucchevole, è l’intera società a praticare la violenza economica e relazionale. Ci sono uomini che quotidianamente cadono sul posto del lavoro, è una vera guerra del potere economico divenuto dominio. Se si denunciano solo i sintomi occultando le cause profonde del problema le ingiustizie non possono risolversi. La democrazia muore sotto i colpi dell’oligarchia. I cittadini della nostra Repubblica si sentono e sono sempre più soli, ma solo loro possono salvare democrazia e diritti sociali.
Fonte foto: The Social Post (da Google)