L’immagine di Silvia Romano che, convertita all’Islam, scende dall’aereo vestita con gli abiti tipici delle donne arabe e musulmane, ha disorientato tutti, a destra come a sinistra. A parte il governo, ovviamente, che può rivendicare di aver brillantemente portato a casa un risultato importante, supportato, in questo caso, da tutti i grandi media mainstream.
L’Islam infatti è da tempo il nuovo Belzebù, più della Cina da un punto di vista culturale e ideologico anche se meno, ovviamente, dal punto di vista economico e geopolitico. L’ostilità nei confronti del mondo islamico (che, come sappiamo significa ben poco data la complessità al suo interno, ma si fa a capirci…) accomuna destra e sinistra, anche se per ragioni (solo) in parte diverse.
La destra, che non vedeva l’ora di tuonare contro gli islamisti brutti, sporchi, cattivi e terroristi per definizione, si vede costretta a fare buon viso di fronte a questa ragazza sorridente che palesa la sua adesione spontanea, serena e convinta alla religione musulmana (se poi si tratti di una passione passeggera, un pretesto per favorire la sua liberazione o una autentica scelta spirituale e religiosa, lo sa solo lei e non abbiamo nessun elemento per avanzare illazioni di alcun genere).
Salvini e Meloni avrebbero di gran lunga preferito trovarsi di fronte ad una donna stravolta, distrutta, che avesse denunciato di avere subito violenze, stupri, vessazioni e maltrattamenti di ogni genere, per poter rilanciare il loro principale cavallo di battaglia, cioè la crociata anti immigrati (quella che gli porta più voti) e anti Islam in particolare (specialmente in questa fase dove la stella di Salvini sembra essere stata oscurata da quella di Conte, in pole position in virtù della crisi coronavirus). Non potendo fare nulla di tutto ciò sono costretti, obtorto collo, a ricacciarsi in corpo il veleno che vorrebbero tirar fuori ogniqualvolta se ne presenta l’occasione. Lasciano che a tirarlo fuori, e con gli interessi, siano tanti dei loro sostenitori sui social, ma questo è un altro discorso ed era anche prevedibile.
La “sinistra” è costretta anch’essa a fare buon viso perché deve essere coerente con il suo “cosmopolitismo universalista” (fasullo, ovviamente, falsa coscienza necessaria per giustificare il dominio dell’occidente capitalista e imperialista sul pianeta e le guerre cosiddette “umanitarie”…), ma in realtà l’immagine di una ragazza giovane e occidentale che dopo un anno e mezzo di prigionia torna convertita all’Islam, cioè alla religione maschilista e patriarcale per eccellenza, gli crea un corto circuito interno enorme.
Fonte foto: La Repubblica (da Google)